Evangelici italiani per il Pakistan (II): incontro coi funzionari dell’Ambasciata

Proficuo colloquio dopo il sit-in per illustrare la situazione dei cristiani in Pakistan

Roma (AEI), 29 agosto 2023 – Dopo la conclusione del sit-in di preghiera del 26 agosto una delegazione dell’Alleanza Evangelica Italiana composta da Giacomo Ciccone (presidente), Lucia Stelluti (vice-presidente), Damaris Marletta (Commissione Libertà religiosa), è stata ricevuta in Ambasciata da un gruppo di funzionari delegati dall’Ambasciatore. A seguito di un cordiale colloquio, è stata lasciata una lettera per l’Ambasciatore. In essa si legge tra l’altro:

Siamo profondamente convinti che il paese che rappresentate, il Pakistan, sia certamente uno dei paesi più importanti di tutta l’Asia. Il Pakistan nella regione si è distinto negli ultimi 70 anni sia per l’adesione progressiva ad una forma di governo democratica, sia per la forte crescita economica, sia per la capacità ad integrare nella propria giurisdizione etnie diverse.

Siamo altresì convinti che la cifra di una democrazia e la grandezza di un paese si rivelino da un altro indicatore fondamentale, quella capacità di far convivere pacificamente orientamenti religiosi diversi, garantendo a ciascuno di essi diritto ad esercitare pubblicamente la propria professione religiosa nel rispetto del diritto degli altri. La libertà religiosa, in effetti, è l’indicatore principale per misurare la grandezza di un paese.

Siamo consapevoli che il Pakistan ha svolto un percorso positivo sulla sfida di migliorare le condizioni di alcune minoranze religiose, ma sappiamo puntualmente quanta strada sia ancora necessaria e del fatto che oramai da diversi anni, ciclicamente le minoranze cristiane siano oggetto di atti intimidatori e di violenza.

In particolare, in queste settimane L’Alleanza Evangelica Italiana è profondamente preoccupata per le violenze e i disordini accaduti nel Punjab pakistano e tuttora in corso. Dalle notizie che abbiamo direttamente dal posto a Jaranwala, le accuse ai due cristiani sembrano del tutto pretestuose e volte a fomentare disordini.

In effetti, come conseguenza numerosi cristiani sono stati torturati o molestati, le loro abitazioni sono state devastate, bibbie sono state messe a fuoco e già oltre 25 chiese cristiane sono state bruciate o distrutte. Tra esse numerose chiese evangeliche ed anche una chiesa cattolica.
Negli ultimi giorni ulteriori atti di violenza verso cristiani si sono verificati anche in altre località.
In particolare, a Madina Town, Sargodha e Sahiwal, e ulteriori sviluppi preoccupanti si registrano anche a Karachi dove le mura di una chiesa protestante sono state imbrattate con scritte coraniche e le autorità locali le hanno lasciate là coprendole con bandiere.
Ieri nella città di Rawalpindi numerosi cristiani hanno dovuto lasciare le loro abitazioni.
Ogni volta che un pakistano lascia la propria abitazione è una sconfitta per lo stato, perché qualcuno ha deciso di abbandonare la terra dove avrebbe voluto vivere.

Per tutte queste ragioni, chiediamo:

  • che il Governo del Pakistan metta in atto nuove ed efficaci misure per garantire l’incolumità e ogni altro diritto costituzionale alle minoranze cristiane

  • che ai due cristiani accusati ingiustamente sia garantito un processo equo.

  • il rilascio immediato di alcuni familiari dei due, anche essi arrestati dalla Polizia nei passati giorni.

  • prevedere misure di indennizzo per coloro che hanno visto la loro casa e beni distrutti.

Su queste tematiche stiamo collaborando con il Governo Italiano anche attraverso il supporto di alcune ONG evangeliche.