Un sostegno agli operatori della scuola

Lettera aperta del CIEI al Ministro Azzolina e a tutti gli insegnanti

Roma (AEI), 30 marzo 2020 – Con una lettera aperta il Comitato Insegnanti Evangelici in Italia fa giungere la propria solidarietà a tutti gli operatori della scuola e al Ministro dell'Istruzione Azzolina assicurando la preghiera per le responsabilità che sono chiamati ad assumere e offrendola prospettiva evangelica sulla situazione che la scuola pubblica italiana sta vivendo per contribuirne alla crescita e alla ricchezza. Ecco una sintesi della lettera:

Non siamo i primi educatori - Come insegnanti, siamo consapevoli di quale grande influenza abbia la vita domestica sugli apprendimenti, abbiamo l'opportunità d'incoraggiare le famiglie a riscoprire il loro primario compito educativo (che consiste solo in piccola parte nel supervisionare il lavoro scolastico) a dedicare il tempo necessario ad accompagnare i propri figli in questo momento nuovo e unico della loro vita per acquisire insieme a loro quelle competenze che sono davvero essenziali per affrontare la vita.

Non siamo i soli educatori - La formazione dell'individuo si muove naturalmente all'interno di una rete di alleanze e di responsabilità differenziate, nel quale ognuno svolge il proprio ruolo senza ingerenze ma a completamento dell'altro e in sinergia con l'altro (famiglia, scuola, chiese, associazioni, ecc.). La nostra "didattica a distanza" non acquisirebbe maggior valore se invece di oberare tutto il nostro e il loro tempo aiutasse a coltivare, anche in questo isolamento, la rete educativa nella quale siamo immersi?

Non dipende tutto da noi - Eliminata la relazione diretta con lo studente, la didattica a distanza ha concesso alla scuola di proseguire, ma ha anche sottolineato disuguaglianze e mancanze. I Dirigenti Scolastici e i docenti devono far fronte a situazioni di sofferenza dei loro studenti, affrontando al contento il proprio dolore e cercando risposta alle proprie domande. Chiediamo che non ci sia assegnato un compito più grane di quello che possiamo svolgere. La scuola non offrirebbe un servizio migliore e più sereno se non si sentisse appesantita dalla responsabilità di dover dire sempre "andrà tutto bene", dovendo poi portare il peso e le conseguenze di queste parole, soprattutto quando le ricadute sono ampie ed evidenti, come nel caso di questa pandemia?

Per leggere la lettera nella versione integrale: www.insegnantievangelici.it (LS)