Messaggio del presid. AEI inizio 2007

 Filippesi 4:6

Il Signore è vicino. Non siate con ansietà solleciti di cosa alcuna; ma in ogni cosa siano le vostre richieste rese note a Dio in preghiera e supplicazione con azioni di grazie.

Siamo ormai alle soglie di un nuovo anno; sembra che tutto scorra inesorabilmente uguale, i cambiamenti che poi non sono tali, le proposte di riforma che non riformano nulla… solo una cosa cambia certamente, ed è la nostra età. Per quanto questo possa sembrare drammatico per l’umanità, per il credente il tempo che passa offre un’altra prospettiva: ci dice che stiamo andando verso il meglio, ciò che è davanti a noi è migliore di ciò che stiamo lasciando, perché il Signore è vicino (Fil. 4:6). Questo vuol dire che stiamo andando verso la soluzione di tutto ciò che è motivo di angoscia, morte, malattie, guerre,fame, ingiustizie ecc. Da quello che osserviamo intorno a noi pare essere una contraddizione, ma il Signore Gesù ci ha avvisati che: “Or voi udrete parlar di guerre e di rumori di guerre; guardate di non turbarvi, perché bisogna che questo avvenga, ma non sarà ancora la fine” (Matteo 24:6). Allora mi viene da gridare: c’è ancora speranza per gli uomini, Dio è paziente (II Pietro 3:9), vuole che nessuno perisca, ma che tutti giungano a ravvedersi, perché questa è la strada maestra per entrare nel Suo Regno di Giustizia, Pace e Gioia.

In questo ultimo scorcio di anni abbiamo proclamato alla gente della strada “SORRIDI, GESU’ TI AMA”. Mi sembra giunto il tempo per ricominciare a proclamare con forza: “RAVVEDITI, GESU’ TI AMA” e io comincerei dalle chiese, per poi riestendere il messaggio a tutti che più che udirlo lo potranno vedere. Il mondo della nostra generazione ha bisogno di vedere il Regno e a noi è data la responsabilità di anticiparlo nella potenza dello Spirito Santo.

Da dove cominciare?

Dall’unità, realizzata e richiesta da Gesù a tutti i credenti in Lui, attraverso la quale si rende credibile e visibile il regno e il RE, Gesù, Figlio di Dio, unico Nome che salva.

Rendiamo la settimana di preghiera, che apre le attività del nuovo anno, non un atto religioso ripetitivo che rimette la responsabilità su qualcun altro, ma una dichiarazione di peccato per aver disatteso questo comandamento del Signore, coscienti del perdono, la dichiarazione di impegnarsi fino alla fine (Matteo 24:13) a vivere ciò che Dio in Cristo Rende possibile. Il Regno sarà più visibile, Gesù più credibile.

La Sua benedizione sia con tutti voi e le vostre famiglie in Cristo Gesù.

Roberto Mazzeschi
Presidente dell’Alleanza Evangelica Italiana