La scuola pubblica sempre più fedele al Vaticano?

A proposito dell’assunzione/stabilizzazione di 6400 docenti di religione cattolica

Roma (AEI), 24 gennaio 2024 – L’Alleanza Evangelica Italiana esprime forti perplessità e preoccupazione per il recente accordo tra stato Italiano e Chiesa cattolica. Il 9 gennaio 2023 è stata firmata, dal Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, Card. Matteo Zuppi, e dal Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, l’Intesa riguardante la procedura per la copertura di qualche migliaio di posti come docente di religione cattolica. L’intesa prevede un concorso ordinario per la copertura del 30 per cento dei posti per l’insegnamento della religione cattolica vacanti e, per iI restante 70% dei posti disponibili, una procedura straordinaria, riservata ai docenti con una certa esperienza (36 mesi di servizio).

Complessivamente si tratta di oltre 6.400 insegnanti.

La procedura concorsuale è bandita, nel rispetto dell'Accordo di revisione del Concordato e dei successivi decreti attuativi. I titoli di qualificazione professionale per partecipare al concorso sono quelli rilasciati da Facoltà e Istituti cattolici. Inoltre, tra i requisiti è prevista la certificazione dell’idoneità diocesana all’insegnamento della religione cattolica rilasciata dal Responsabile dell’Ufficio diocesano competente. Il possesso dell’idoneità diocesana è condizione necessaria per l’insegnamento della religione cattolica.

Secondo il Cardinale Zuppi, presidente della CEI, “il presente accordo riconosce e riafferma il valore degli insegnanti di religione nelle nostre scuole: educatori preparati e appassionati che arricchiscono l’esperienza scolastica con un’occasione unica di dialogo, approfondimento culturale e confronto interdisciplinare. È giusto che sia data loro maggiore stabilità e sicurezza” e per il Ministro Valditara è “l’occasione per andare alle radici della nostra civiltà imparando a conoscere il messaggio cristiano … “.

Ancora una volta, dunque, lo Stato finanzia e tutela in modo privilegiato solo l'insegnamento di una confessione religiosa, la cattolica, incurante dei principi di laicità e pluralismo sanciti dalla Costituzione.

Inoltre, si crea una corsia preferenziale per l'assunzione di insegnanti di IRC, i quali devono primariamente avere un'“idoneità” rilasciata dagli uffici ecclesiastici, senza dover superare un concorso pubblico realmente meritocratico. Scompaiono anche i principi di pari trattamento e di trasparenza, fondamentali in una moderna democrazia.

E’ evidente come questo determini una disparità di trattamento rispetto agli altri docenti e lede la libertà educativa e religiosa di tanti studenti e famiglie. Purtroppo, sembra ancora molto lontana una stagione politica caratterizzata da pari dignità e tutele per tutte le confessioni religiose presenti in Italia.

Tutto ciò sta a dimostrare l'intreccio ancora eccessivo tra Stato e Chiesa cattolica nel nostro Paese. A questo punto è doverosa una discussione sull'opportunità di mantenere l'IRC con le attuali modalità nelle scuole pubbliche e sul ripensamento complessivo del modello di insegnamento religioso.

Comunicato congiunto Consiglio Esecutivo Federale dell'AEI e del Comitato Insegnanti Evangelici in Italia