“Un concilio per tutti i cristiani”? No grazie

Una riflessione su una proposta di Paolo Ricca

Roma (AEI), 20 gennaio 2021–Un concilio per tutti i cristiani. Questa è la proposta che Paolo Ricca, esponente di spicco del mondo valdese, lancia dal mensile Jesus (2021/1). Sull’intervista rilasciata al giornale cattolico si sofferma Leonardo De Chirico, vice-presidente dell’Alleanza Evangelica Italiana, in un articolo postato su Loci Communes. Eccone alcuni stralci:

La proposta lanciata da Ricca è di un concilio per tutti i cristiani in cui riannodare i fili che, nel corso della storia, si sono spezzati e di farlo in una modalità “sinodale” che riprende quella descritta in Atti cap. 15. Dietro e dentro questa proposta c’è anche la conclusione della parabola ecumenica del protestantesimo storico italiano di cui Ricca è un esponente di spicco.

Niente di nuovo, in realtà. Sono almeno 25 anni che queste suggestioni sono la narrazione del protestantesimo storico italiano. Il documento “L’ecumenismo e il dialogo interreligioso” approvato dal Sinodo valdese nel 1998 già conteneva tutti questi elementi: la fine della “carica propulsiva” e profetica della Riforma, l’addomesticamento protestante alla diplomazia ecumenica e al linguaggio “ecumenicamente corretto”, la sua accettazione delle strutture dogmatiche e istituzionali del cattolicesimo come compatibili all’unità, la riduzione della testimonianza evangelica ad un’istanza di responsabilità individuale e di rincorsa (vana) alla secolarizzazione galoppante. Naturalmente non erano questi i termini usati, ma il succo sì.

Nella sua storia moderna, Roma i suoi “concilii” li ha già celebrati: Trento (contro la Riforma), Vaticano I (per l’infallibilità del papa) e Vaticano II (abbracciando tutti senza cambiare niente). Senza l’evangelo al centro, l’ennesimo “concilio” evocato da Ricca sarebbe diverso?

Dentro i parametri dell’evangelo, nessuna chiesa locale o denominazionale può pensarsi senza e men che meno contro le altre. In altre parole, la sinodalità ha senso solo se è evangelica. L’unità è tra i figli e le figlie di Dio: i credenti riuniti in assemblee che ascoltano la Parola e rispondono ad essa nella guida dello Spirito Santo.

L’auspicio conciliare di Ricca, per quanto suggestivo, sembra stare fuori da questi parametri. Ieri come oggi, l’importante è che le chiese non siano diplomaticamente ecumeniche, ma biblicamente evangeliche.