Chiese messe a fuoco in Pakistan: l’AEI invita a preghiera ed azione

A Faisalabad coinvolte decine tra chiese ed abitazioni di cristiani

Roma (AEI), 19 agosto 2023 – Le notizie in arrivo in queste ore dalla provincia del Punjab in Pakistan sono drammatiche: a Jaranwala nei sobborghi di Faisalabad credenti torturati o molestati, abitazioni devastate, bibbie messe a fuoco e già 25 chiese cristiane bruciate o distrutte. Tra esse la chiesa dell’Esercito della Salvezza, alcune chiese pentecostali, una chiesa presbiteriana ed anche una chiesa cattolica.

Le violenze si sarebbero originate da presunte accuse di blasfemia a due cristiani, che avrebbero strappato pagine del Corano. Ma i credenti e i missionari del luogo sono convinti che tali accuse siano del tutto false e pretestuose e che siano state orchestrate ad arte per aizzare la folla contro le comunità cristiane che nella zona sono prevalentemente evangeliche.

La polizia è intervenuta per fermare le violenze, ed anche per “arrestare” alcuni di coloro che si sono resi responsabili delle violenze, ma come già successo negli anni passati, le misure del governo sembrano solo strumentali e volte a sopire lo sdegno internazionale, per poi lasciare il campo ad una sostanziale impunità.

L’Alleanza Evangelica Italiana invita i credenti alla preghiera, chiedendo anche di predisporsi ad azioni concrete di sostegno e sensibilizzazione. Sono in corso contatti con alcune ONG evangeliche – in particolare Voice of the Martyrs - direttamente impegnate nella delicata situazione.

Il consiglio esecutivo AEI è al lavoro per organizzare al più presto un sit-in di preghiera e protesta nei pressi dell’ambasciata pakistana a Roma. Al contempo, si sta prendendo contatto con esponenti del Governo Italiano per favorire il rilascio di permessi umanitari ai cristiani pakistani che, per motivi di persecuzione religiosa, hanno raggiunto il nostro paese e le cui richieste sono pendenti da molto tempo.

Il presidente AEI Ciccone, raggiunto sull’argomento, ha ricordato che “la convenzione di Ginevra del 1951 al suo art. 33 stabilisce che non può essere respinto un rifugiato la cui vita o libertà siano minacciate a motivo della sua religione” per poi auspicare che un Paese come l’Italia “mostri responsabilità evitando di traccheggiare sul diritto di asilo quando sussistono motivate ragioni di persecuzione per i richiedenti”.

Coloro che volessero ulteriormente donare per questa causa potranno contribuire tramite il conto bancoposta dell’Alleanza Evangelica Italiana (IBAN IT 64 N 07601 03200 000046728002, CCP 46728002) ponendo in causale “PRO Cristiani in Pakistan”.