Razzisti in casa nostra
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Un commento dell’Alleanza Evangelica Italiana sulla strage di Firenze
Ci eravamo illusi che stragi motivate dal razzismo come quelle del luglio 2011 in Norvegia potessero accadere solo lontano dal Belpaese. Invece no. Nel cuore della civiltà italiana, nella capitale della cultura italiana, Firenze, il razzismo ha ancora scatenato uomini contro uomini. A farne le spese sono stati Diop Mor e Samb Modou, colpevoli di avere la pelle scura in un Paese dove la maggioranza ce l’ha chiara. Il razzismo è un pensiero perverso che scarica su chi non è uguale alla maggioranza per etnia o colore un odio violento, fino a desiderarne l’eliminazione.
Nel nostro Paese ci sono sacche di razzismo pronte a colpire. Dentro di noi ci sono residui di razzismo pronti ad esplodere. Mentre piangiamo le vittime ed esprimiamo solidarietà alla comunità senegalese e alle famiglie, non possiamo solo pensare che un pazzo scatenato sia diventato omicida, ma che noi siamo immuni da questo cancro. Il razzismo è un peccato contro Dio e contro il prossimo. La Bibbia ci ricorda che la diversità umana in termini di genere, colore, cultura è una ricchezza che è dono di Dio. A noi è chiesto di viverla serenamente, facendo a gare nel rendere onore gli uni agli altri (Romani 12,10).
La presenza di persone di altro colore tra noi è un valore aggiunto, è una ricchezza inestimabile per tutti. Le chiese hanno la responsabilità di essere comunità che accolgono, valorizzano, integrano le diversità etniche, facendole dialogare e collaborare tra loro. Noi non vogliamo un’Italia razzista. Vogliamo un’Italia che rispetti ed onori tutti i cittadini, vecchi e nuovi italiani, indipendentemente dalla loro pelle, dalle loro provenienze, dalle loro culture di origine. Questo è quanto ci chiede il Dio della Bibbia per il bene della società.
Roma, 16 dicembre 2011