Ideaitalia - Nuova serie, Anno V · n. 03 · 22 gennaio 2021
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Altri echi della Settimana Internazionale di Preghiera
Vari incontri di preghiera tra evangelici
Roma (AEI), 20 gennaio 2021 – Oltre a quanto già riportato sugli incontri di preghiera avvenuti durante la Settimana Internazionale di Preghiera dell’Alleanza Evangelica (10-17 gennaio) in varie parti d’Italia, altri resoconti sono pervenuti.
Dal coordinatore del distretto Centro Nord: Nel distretto Centro Nord la Settimana Internazionale di Preghiera si è svolta in via telematica. Gli incontri sono stati gestiti sulla piattaforma Zoom per coloro che potevano interagire direttamente in preghiera e trasmessi in streaming su YouTube con una media di 150 presenze con un picco di 250. È stata una opportunità per presentare l’opera e il ruolo dell’AEI a persone che non la conoscevano e preghiamo che nei prossimi appuntamenti istituzionali si aggiungano altre persone. Oltre che pregare per i temi proposti dall’AEI, è emerso il desiderio di pregare gli uni per gli altri e per i fratelli perseguitati con un evidente desiderio di avere altri momenti simili. Si sono collegati sia singoli che gruppi da Rimini, Cesena, Forlì, Imola, Marche, Toscana e Bologna.
Da un associato dell’AEI: Dalla Toscana, sono stati organizzati altri incontri di preghiera durante la SIP. Sono intervenuti credenti dal Piemonte, Veneto, Toscana, Puglie, Calabria e Sicilia. E’ stata una bella esperienza; anche se non tantissimi, eravamo tutti impegnati intorno alla parola di Dio, sottolineando la Sua centralità e dinamica per una vita da vivere alla gloria di Dio.
Anche sui social quest’anno l’evento ha beneficiato di una certa visibilità avendo ricevuto eco attraverso numerose condivisioni e ricevendo l’attenzione di gruppi di preghiera evangelici interdenominazionali.
La responsabilità della memoria: il presidente AEI aderisce alla Carta della Memoria
L’iniziativa mira a diffondere in Italia giardini dei “giusti”
Roma (AEI), 20 gennaio 2021 – Il presidente dell’Alleanza Evangelica Italiana, Giacomo Ciccone, ha aderito alla Carta della Memoria, l’iniziativa della fondazione Foresta dei Giusti (GARIWO) presente anche in Italia con l’obbiettivo di sensibilizzare e promuovere la memoria e la riflessione sull’Olocausto e sugli altri genocidi, o stermini di massa o crimini perpetrati nella storia o in corso.
GARIWO mira in particolare a costituire luoghi della memoria ed istituire premi da assegnare a chi si sia distinto sul tema dei “giusti”, coloro che hanno salvato ebrei o altre vittime di persecuzioni e genocidi.
Dal 2017, su sollecitazione di GARIWO, l’Italia è stato il primo paese ad aderire alla Giornata dei Giusti istituita il 10 maggio 2012 dal Parlamento Europeo. Di lì in numerose città italiane sono sorti spazi dedicati ai Gardini dei Giusti. Milano, Genova, Palermo, Padova, Torino, sono state le prime amministrazioni ad istituirne, ma ora numerosi altri comuni hanno compreso l’importanza dell’iniziativa.
Alla Carta della Memoria stanno aderendo numerose personalità della cultura, della politica, dell’arte, del mondo accademico e della società civile.
A margine Ciccone ha dichiarato: “Ho voluto aderire a questa lodevole iniziativa pubblica che denuncia senza mezzi termini la brutalità del male, offrendo al contempo la concreta possibilità di opporvisi. Per me forse si tratta di affermare praticamente e congiuntamente due dottrine fondamentali della fede evangelica: tanto quella della gravità del peccato e i suoi effetti devastanti, quanto quella della grazia comune, l’azione provvidenziale di Dio nella società per mitigarli. Poi, solo in Gesù Cristo l’uomo può trovare la salvezza ed una risposta definitiva e stabile alla questione del male.” (LS)
“Un concilio per tutti i cristiani”? No grazie
Una riflessione su una proposta di Paolo Ricca
Roma (AEI), 20 gennaio 2021–Un concilio per tutti i cristiani. Questa è la proposta che Paolo Ricca, esponente di spicco del mondo valdese, lancia dal mensile Jesus (2021/1). Sull’intervista rilasciata al giornale cattolico si sofferma Leonardo De Chirico, vice-presidente dell’Alleanza Evangelica Italiana, in un articolo postato su Loci Communes. Eccone alcuni stralci:
La proposta lanciata da Ricca è di un concilio per tutti i cristiani in cui riannodare i fili che, nel corso della storia, si sono spezzati e di farlo in una modalità “sinodale” che riprende quella descritta in Atti cap. 15. Dietro e dentro questa proposta c’è anche la conclusione della parabola ecumenica del protestantesimo storico italiano di cui Ricca è un esponente di spicco.
Niente di nuovo, in realtà. Sono almeno 25 anni che queste suggestioni sono la narrazione del protestantesimo storico italiano. Il documento “L’ecumenismo e il dialogo interreligioso” approvato dal Sinodo valdese nel 1998 già conteneva tutti questi elementi: la fine della “carica propulsiva” e profetica della Riforma, l’addomesticamento protestante alla diplomazia ecumenica e al linguaggio “ecumenicamente corretto”, la sua accettazione delle strutture dogmatiche e istituzionali del cattolicesimo come compatibili all’unità, la riduzione della testimonianza evangelica ad un’istanza di responsabilità individuale e di rincorsa (vana) alla secolarizzazione galoppante. Naturalmente non erano questi i termini usati, ma il succo sì.
Nella sua storia moderna, Roma i suoi “concilii” li ha già celebrati: Trento (contro la Riforma), Vaticano I (per l’infallibilità del papa) e Vaticano II (abbracciando tutti senza cambiare niente). Senza l’evangelo al centro, l’ennesimo “concilio” evocato da Ricca sarebbe diverso?
Dentro i parametri dell’evangelo, nessuna chiesa locale o denominazionale può pensarsi senza e men che meno contro le altre. In altre parole, la sinodalità ha senso solo se è evangelica. L’unità è tra i figli e le figlie di Dio: i credenti riuniti in assemblee che ascoltano la Parola e rispondono ad essa nella guida dello Spirito Santo.
L’auspicio conciliare di Ricca, per quanto suggestivo, sembra stare fuori da questi parametri. Ieri come oggi, l’importante è che le chiese non siano diplomaticamente ecumeniche, ma biblicamente evangeliche.
Il discepolato nelle finanze
La Conferenza europea 2021 del Ministero Compass
Roma (AEI), 19 gennaio 2021 – Il Ministero Compass, associazione cristiana che si occupa della gestione delle finanze secondo i principi biblici, terrà la sua conferenza europea online dal 12 al 13 febbraio 2021 dal titolo: “Financial discipleship” (discepolato nelle finanze). Inizialmente, sembrava vicina la possibilità di svolgere di presenza a Malaga l'incontro che l'anno scorso ha visto la partecipazione di circa 100 persone da 20 nazioni diverse, ma a causa delle restrizioni in corso in tutta Europa per il contenimento della diffusione del Covid, gli organizzatori hanno deciso di ritrovarsi in modalità online. Lo scopo della conferenza è quello di far conoscere questo ministero cristiano ed avere un tempo di formazione grazie ai vari workshop previsti sul tema delle finanze/gestione dei beni.
In Italia, dal 2018 sono iniziati una serie di incontri e corsi per portare, attraverso questo ministero, il tema della gestione delle finanze secondo i principi biblici, tema che spesso è ancora considerato un taboo nelle chiese. Con il patrocinio dell'Alleanza Evangelica Italiana si sono svolte conferenze a Roma, Torino, Caserta, Pescara, Grosseto per sensibilizzare credenti e leader di chiese ad un approccio fondato sulla Parola di Dio riguardo la gestione dei beni. Si tratta di una fase pionieristica che sta via via crescendo e che nella nostra nazione si identifica con il nome Ministero Compass Italia sotto l’egida dell’Alleanza Evnagelica.
Per coloro che fossero interessati al corso e per maggiori informazioni è possibile scrivere a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. o telefonare al numero 333 108 5382.(CF)
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A cura dell’Ufficio stampa dell’Alleanza Evangelica Italiana
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Redazione: Lucia Stelluti, Chiara Lamberti, Leonardo De Chirico, Giovanni Marino, Stefano Bogliolo, Sergio De Blasi, Carine Francq.
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