Ideaitalia - Nuova serie, Anno IV · n. 37 · 5 ottobre 2020
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Una delegazione AEI incontra l’Ambasciatore Brownback
Al centro dell’incontro la promozione della libertà religiosa nel mondo e in Italia
Roma (AEI), 5 ottobre 2020 – Giovedì 1 ottobre una delegazione dell’Alleanza Evangelica Italiana ha incontrato l’ambasciatore USA per la libertà religiosa Sam Brownback, accompagnato per l’occasione dal responsabile dello staff Riley Barnes e dal consigliere politico dell’Ambasciata USA a Roma Gaetano Pellicano e dal vice-console Adam Blakeman. Della delegazione AEI hanno fatto parte il presidente Giacomo Ciccone, il coordinatore del distretto Centro Davide Bogliolo e Reid Karr dello International Mission Board della Convenzione battista della Sud, nonché membro della Commissione missioni dell’AEI. L’incontro è stato coordinato dal Senatore Lucio Malan. L’AEI è grata al Senatore Malan per aver reso possibile l’incontro e per il suo impegno incessante per la libertà religiosa in Italia e nel mondo.
La delegazione AEI ha presentato all’Ambasciatore le sfide che le minoranze religiose devono affrontare in molte parti del mondo, soffermandosi in particolare su quelle italiane. Mentre la Costituzione italiana garantisce la libertà religiosa a tutti, l’implementazione di tale libertà è lungi dall’essere effettiva ed equa. A titolo di esempio, l’AEI ha brevemente fatto riferimento al caso della chiesa evangelica Punto Luce in Lombardia e ai requisiti posti ai pastori per il riconoscimento del ruolo di “ministro di culto”. L’Ambasciatore Brownback ha seguito con attenzione la presentazione e ha fornito alcuni spunti per meglio perorare la causa della libertà religiosa in Italia e a livello internazionale.
La delegazione AEI ha ringraziato l’Ambasciatore e i suoi collaboratori per la redazione annuale del Rapporto sulla libertà religiosa in Italia e si è offerta come consulente per le future edizioni. Per il suo impegno nella promozione della libertà religiosa nel mondo e in Italia, l’AEI ha dato prova di essere una voce autorevole, nella preghiera che le sue attività possano essere ancora più utili ed efficaci. (RK)
I campi di lavoro attuali dell’Alleanza Evangelica Italiana
Intervista al presidente Giacomo Ciccone
Roma (AEI), 5 ottobre 2020 – Sulle recenti iniziative dell’AEI e in vista dell’assemblea federale dell’AEI del 31 ottobre abbiamo intervistato il presidente Giacomo Ciccone.
Ideaitalia. In una recente dichiarazione, l'AEI ha segnalato all'opinione pubblica evangelica internazionale tre questioni (iniziative ecumeniche in nome della cura del creato, l’enciclica papale “Fratelli tutti” e la situazione in Cina) su cui è necessaria la vigilanza evangelica. Ci puoi riassumere le questioni in gioco?
L’idea di fondo era dare una visione d’assieme, che fosse sia attenta al clima e al contesto contemporaneo, sia aderente alle esigenze del Vangelo. L’AEI - per la grazia di Dio - è in grado di indicare una prospettiva globale sull’oggi caratterizzata da una visione alta della vocazione cristiana e della fedeltà al messaggio biblico. Credo che posizionarsi rispetto a queste dichiarazioni, come succederebbe con una cartina tornasole, può dirci qualcosa di fondamentale su cosa si intende col termine “evangelico”. Se dissentiamo dalle dichiarazioni allora - mi spingo a dire - che molto probabilmente abbiamo acquisito un’idea edulcorata della testimonianza evangelica, secondo cui la vera “fratellanza” sarebbe universale non solo tra i nati di nuovo come hanno sempre sostenuto alla luce della Bibbia gli Evangelici e la storia dell’Alleanza Evangelica, e che quindi potremmo pregare con tutti senza problemi di sorta. Ne risulterebbe una testimonianza evangelica asfittica, inutile e irrilevante nel panorama contemporaneo: sarebbero utili solo a reggere le candele di qualche evento “ecumenicamente corretto” ma perdendo ogni prerogativa sull’annuncio dell’Evangelo.
Se dopo che ti ho considerato “fratello” ed ho pregato con te, ti annunciassi la salvezza più che “evangelico” potrei essere considerato un po’ svitato. Se invece rinuncio io stesso a farlo, allora potrei essere coerentemente definito “non evangelico”. È poi paradossale che questa postura possa condurre, per una sorta di inerzia ecumenica, ad un totale disinteresse per le persecuzioni subite da decine di milioni di credenti, ma questa è la naturale cifra della sonnolenza spirituale.
Prendiamo l’enciclica “Fratelli tutti” uscita sabato scorso: essa fa dipendere il perseguimento della pace tra i popoli dall’affermazione di una fratellanza universale che è anche di ordine spirituale. Della serie si potrà vivere in pace solo se ci riconosceremo tutti fratelli. Vedi, anche nella saga “Zombie” si può assicurare una certa pace secondo una dinamica del tutto analoga: diventa uno di loro e smetteranno di inseguirti!
Ideaitalia. Sulla situazione dei cristiani in Cina, qual è la situazione sul campo e perché l'approccio del Vaticano è errato?
La situazione dei cristiani in Cina è drammatica, non solo per la consistenza e l’estensione delle varie forme di persecuzione in atto, ma per la incredibile situazione di silenzio e sonnolenza che l’attornia. Il mondo è distratto e lo sono anche molti credenti. Tutti hanno riconosciuto la serietà dei rapporti di Open Doors (Porte Aperte) o del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, ma pochi si dimostrano ad essi susseguenti.
La chiesa cattolica, ad esempio, in tema di Libertà Religiosa sta sconfessando persino quei segnali positivi che avevano avuto luogo con la Dignitatis Humanae. Se tu fai accordi con uno come Xi Jinping che perseguita i cristiani ed altri - perché di questo si tratta - allora non solo stai irrobustendo quel regime e le sue politiche persecutorie, ma stai anche tradendo i fedeli.
Si era sperato che su un tema sociale come questo il cattolicesimo avesse raggiunto una maturità irreversibile, ma eccoci oggi ad osservarlo in una di quelle dinamiche a doppia narrazione, del tutto analoga a quella di Pio XII con nazismo e fascismo o di Pio IX in opposizione al Risorgimento.
Come Alleanza Evangelica Italiana, se da un lato abbiamo evitato l’unità spirituale e le preghiere comuni con la chiesa cattolica romana per le fondamentali questioni confessionali irrisolte di questa istituzione, d’altro canto abbiamo sempre cercato - per quanto possibile - di co-belligerare in alcuni ambiti socio-politici come la difesa della famiglia, la povertà o la lotta alla corruzione o anche la libertà religiosa. Ma le recenti scelte della chiesa cattolica in Cina costituiscono un ostacolo insormontabile per cooperare con essa contro la persecuzione religiosa.
Ideaitalia. La settimana scorsa una delegazione dell'AEI ha incontrato l'ambasciatore USA per la libertà religiosa. Cosa è emerso e quali sono le tue aspettative per il futuro?
L’AEI ha dimostrato nel corso di diversi decenni l’autorevolezza necessaria per confermarsi come interlocutore affidabile per il monitoraggio e la difesa della libertà religiosa in Italia e in altre regioni del mondo. Il lavoro encomiabile che il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti svolge da molti anni rappresenta un unicum a livello mondiale che va salvaguardato. Con l’ambasciatore Brownback c’è stata identità di vedute su diversi dossier ed anche la volontà di attuare una cooperazione continuativa con l’AEI in tema di Libertà Religiosa. Allo stesso modo, su questi temi è molto significativo l’impegno del Sen. Lucio Malan e la cooperazione avviata da molti anni con noi.
Ideaitalia. A fine mese (il 31 ottobre) si terrà l'assemblea federale dell'AEI. Quali sono i temi principali all'ordine del giorno?
L’Assemblea 2020 è molto importante per alcune ragioni specifiche. Innanzitutto essa rappresenta una ripartenza quale prima assemblea dell’era post-Covid. Con il dilagare del coronavirus nel mondo, molti progetti nel campo del Signore si sono arenati o sono in una condizione di stand-by. Crediamo ci sia l’obbligo morale di ripartire e di dare segnali significativi in questo senso. L’AEI non si è per nulla fermata in questi mesi del 2020, anzi ha raggiunto nuovi traguardi inaspettati con le attività di preghiera promosse con le maggiori opere evangeliche italiane, con il comitato di scopo implementato per il protocollo con il Governo, con le azioni legali portate a vittoria assieme alla chiesa Punto Luce di San Giuliano Milanese, con le iniziative di discernimento in ambito internazionale, con quelle di Libertà Religiosa appena citate. Ciononostante, anche noi, abbiamo bisogno di tornare ad incontrarci e manifestare pubblicamente la nostra unità in Cristo in un modo visibile e simbolico.
In secondo luogo, questa assemblea rappresenta un miglioramento qualitativo della nostra vocazione. Talvolta in alcuni circoli Evangelici si fa l’errore di concentrarsi sulle cose di sostanza tralasciando la forma. Al contrario in questa assemblea desideriamo occuparci del nostro Statuto e delle prospettive dell’Alleanza Evangelica per il prossimo decennio. Questo obiettivo non è per nulla secondario, perché evangelicamente la forma è parte della sostanza, ed è nocivo fare distinzione tra le due cose. Lavorare per un nuovo Statuto, beneficiando di quanto la commissione istituita nel 2018 ha svolto, è un obbiettivo strategico importante e lungimirante per il futuro della testimonianza evangelica in Italia. Allo stesso modo, desideriamo che il nuovo assetto dell’Alleanza le conceda anche una postura istituzionale e associativa che sia consona alla vocazione che il Signore ci ha affidato. Contribuire a ciò è molto importante.
Infine, per la prima volta avremo l’opportunità di riunirci in Assemblea in una data significativa per gli Evangelici: quel 31 Ottobre che rappresenta la celebrazione della Riforma e di tutto quello che ne è seguito. Il Vangelo è attento al valore simbolico delle nostre scelte, e noi non possiamo rimanerne neutrali o indifferenti.
“Avvenire”, i fatti e l’accordo con la Cina
Fake news in sequenza in tema di persecuzione religiosa
Roma (AEI), 5 ottobre 2020 – Il suggestivo nome del quotidiano della Conferenza Episcopale Italiana (CEI) libra nell’aria i propositi di questo organo di informazione, proiettando sé e il lettore in ciò che non è successo ma si pensa o si spera possa succedere: Avvenire!
Questo intrigante anelito valga a parziale discolpa laddove dovesse svolazzare qualche notizia infondata o inesatta dalle colonne di questo autorevole giornale. Quanto successo nella passata settimana, però, è piuttosto grave perché concerne il tema dei cristiani perseguitati verso il quale bisognerebbe mantenere sempre un atteggiamento puntuale e preciso.
A seguito della presa di posizione del Segretario di Stato americano pubblicata dalla rivista cattolica americana First Things volta a far riconsiderare l’accordo sino-Vaticano in corso di rinnovo, un primo articolo apparso su Avvenire il 22 Settembre - a firma di Gianni Cardinale - travisa platealmente le parole del numero due del governo USA. Pompeo aveva espresso testualmente: “La situazione dei diritti umani in Cina si è gravemente deteriorata sotto il dominio autocratico di Xi Jinping, soprattutto per i fedeli religiosi”. Si tratta di una affermazione del tutto incontestabile chedefinirebbe ovvia chiunque abbia anche una minima infarinatura della recrudescenza delle persecuzioni in Cina da quando il nuovo dittatore si insediò nel 2013.
Oltretutto la considerazione di Pompeo non entrava ancora nello specifico dell’accordo sino-vaticano sul quale si sofferma solo successivamente: “è chiaro che l'accordo sino-vaticano non ha protetto i cattolici dalle depredazioni del Partito, per non parlare del trattamento orribile del Partito nei confronti di cristiani, buddisti tibetani, devoti del Falun Gong e altri credenti religiosi”. Anche questa è una affermazione ovvia, anzi, piuttosto prudente visto che la maggioranza degli addetti ai lavori sanno e sono pronti ad affermare che tra il 2018 (anno dell’accordo, stipulato in data 22/09/2018) e il 2020 la generale situazione della libertà religiosa in Cina è chiaramente peggiorata: per l’ONG evangelica Porte Aperte (Open Doors) in tale periodo la Cina è passata dal 43° al 23° posto nella classifica dei paesi per intensità della persecuzione; il portale cattolico Asianews - per bocca del suo caporedattore – ha spiegato che con l’accordo la Repubblica Popolare sta attuando un progetto che risale agli anni '80 quello di impossessarsi della chiesa cattolica cinese; Bitter Winter - un periodico cattolico online collegato al Cesnur che si occupa di libertà religiosa - riporta numerose testimonianze sulle acerrime persecuzioni in corso nel 2020.
Ma lo zelante giornalista distorce le parole di Pompeo a proprio piacimento: “lo stretto collaboratore di Donald Trump, dopo aver ricordato che «due anni fa la Santa Sede ha raggiunto un accordo con il partito Comunista Cinese nella speranza di aiutare i cattolici in Cina», sostiene che nel frattempo «l’abuso del Partito Comunista Cinese sui fedeli è solo peggiorato»”. I maquillage di Cardinale sono concentrati su due paroline. Prima di tutto il “frattempo” fa indebitamente corrispondere il periodo del peggioramento ai soli due anni di accordo vigente, mentre Pompeo non ha sostenuto ciò. Poi quel “solo peggiorato” lascia intendere che sia negativo non solo il bilancio finale, ma ogni singola conseguenza dell’accordo, mentre il rappresentante americano non aveva scritto così.
In un successivo articolo del 25 settembre, lo storico ed editorialista di Avvenire, Agostino Giovagnoli, si appoggia sull’articolo del collega confermandone le medesime falsità. Scrive “Non corrisponde al vero neanche, anche se il capo della diplomazia Usa lo ha affermato, che in Cina «gli abusi sui fedeli siano solo peggiorati»”: Giovagnoli in barba al suo titolo di storico, sceglie di non andare alla fonte. Non contento subito dopo si spinge fino ad affermare che “pur se permangono molti problemi, l’accordo ha prodotto alcuni risultati positivi”: in altre parole, sarebbero misurabili dei miglioramenti mentre rimarrebbero molti problemi già presenti prima dell’accordo. Chiederemmo volentieri a Giovagnoli se sia capace di investire del medesimo ottimismo anche il cardinale Zen o il capo redattore Asianews, ma la favoletta del giornalista può avere luogo solo in una realtà rappresentata.
Sia chiaro, Mike Pompeo non ha certo bisogno della nostra difesa, né come Alleanza Evangelica ci identifichiamo con la politica dell’Amministrazione Trump verso la quale possiamo esprimere anche critiche. Ma su questo tema della libertà religiosa e della persecuzione in Cina, siamo certi che l’amministrazione americana sta facendo molto molto di più del Vaticano, qualunque cosa voglia raccontare Avvenire! (GC)
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A cura dell’Ufficio stampa dell’Alleanza Evangelica Italiana
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Redazione: Lucia Stelluti, Chiara Lamberti, Leonardo De Chirico, Giovanni Marino, Stefano Bogliolo, Sergio De Blasi, Carine Francq.
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