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Ora di religioni nella scuola statale?

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Una presa di posizione del Comitato Insegnanti Evangelici Italiani

Roma (AEI), 26 aprile 2018 – Sulla scorta della notizia di un esperimento provato in alcune scuole bolognesi che hanno sostituito l’ora di religione cattolica (IRC) con un’opera di “dialogo inter-religioso” condotto dall’insegnato di IRC e quindi dentro uno schema tipicamente cattolico, interviene il Comitato Insegnanti Evangelici Italiani con un comunicato.  Questi i punti sollevati dal CIEI:

“Primo, ci chiediamo se il dialogo interculturale e il rispetto reciproco non siano caratteristiche portanti di ogni pratica educativa, di ogni stile formativo e di ogni disciplina scolastica, e non appannaggio di una o due ore, di un solo o di due insegnanti, di una sola o due discipline (IRC e alternativa). Gli studenti devono imparare a stare “tutti insieme”in ogni momento della vita scolastica”.

“Secondo, chi ha costituito l’insegnante di IRC e quello di alternativa esperti o interpreti di altre religioni? Perché se dialogo ci dev’essere, bisogna farlo seriamente rispettando con equità le condizioni del confronto, cioè lasciando che i rispettivi rappresentanti delle singole posizioni esprimano il loro punto di vista. Ma a questo punto, risulta evidente che la scuola non sia affatto il luogo deputato a questo confronto, semmai l’università, o le sedi istituzionali adibite a conferenze, dibattiti e tavole rotonde”.

“Terzo, dai rapporti sull’ora di IRC emergono dati preoccupanti: molti genitori non sono nemmeno informati sui loro diritti, l’ora di alternativa è negletta e molti studenti non avvalentisi sono emarginati nei corridoi o costretti a stare in altre classi”.

Il comunicato del CIEI si conclude così: “Per quanto ci riguarda, noi insegnanti evangelici non diventeremo l’ennesimo ingrediente del minestrone cattolico ma, rimanendo aperti ad ogni possibilità di autentico confronto, promuoviamo nella scuola e nello spazio pubblico il rispetto dei valori e delle convinzioni, la dignità della persona, l’integrità della coscienza e tutte quelle condizioni di laicità ed equità affinché un vero dialogo possa svilupparsi”.

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