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L'insegnamento dell'Islam nelle scuole pubbliche?

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    Attualità Italia

L’idea di istituire un insegnamento della religione islamica nelle scuole pubbliche sta facendo breccia anche in qualche settore della Chiesa cattolica. Se fino ad ora era una proposta di qualche organismo islamico considerato estremista (nella fattispecie l’UNICOI), ora anche un autorevole cardinale la rilancia, riaprendo il dibattito sul tema riguardante l’insegnamento religioso e il ruolo della scuola statale. Sullo sfondo è sempre il tema della laicità ad essere sollecitato.

La proposta di istituire l’ora di Corano è sbagliata e pericolosa. Il motivo è semplice e non riguarda solo l’islam, ma tutta la questione del rapporto tra stato e religioni. Una laicità compiuta vuole che lo stato non si s’impicci nell’insegnamento religioso (che non è di sua competenza) e che lo lasci alle diverse confessioni nella loro specificità. Di converso, la laicità esige che le religioni non chiedano di svolgere le loro funzioni a spese dello stato, ma le organizzino liberamente e a loro spese per fornire l’educazione religiosa a coloro che vogliono usufruirne. L’idea che la religione debba essere insegnata nella scuola è un residuo di ingerenza e di confusione tra le prerogative dello stato e quello delle confessioni religiose. Purtroppo, in Italia vige il regime concordatario grazie al quale la Chiesa cattolica si è ritagliata uno spazio di privilegio: l’insegnamento della religione cattolica è confessionale; è impartito da insegnanti scelti dai vescovi ma equiparati a tutti gli altri; è pagato coi soldi di tutti i cittadini. Questo è un regime viziato che fa a pugni con la laicità.

Di fronte alle nuove questioni poste dalla presenza islamica, è significativo che sia alcuni musulmani, sia alcuni esponenti cattolici ragionino coi vecchi schemi concordatari. Per loro, si tratta di spartire la torta avvelenata dell’insegnamento religioso nella scuola pubblica con nuovi pretendenti. Invece, occorre ragionare con categorie nuove per affrontare veramente il problema. L’insegnamento della religione (di qualunque confessione) va abolito nelle scuole e va incoraggiato nelle famiglie, nelle chiese e nelle associazioni religiose interessate a promuoverlo. Questa sarebbe la vera riforma laica che smonterebbe l’inciucio concordatario.

Past. Roberto Mazzeschi, Roma, 10 marzo 2006

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