Giallo, arancio o rosso che sia, in chiesa non è obbligatorio il Green Pass

Chiarezza a seguito di notizie confusionarie circolate in rete

Roma (AEI), 3 febbraio 2022 – Come è noto, sulla base dei dati riguardanti contagi, ricoveri e terapie intensive il Ministero della Salute, d’intesa con le Regioni, determina il passaggio da una zona all’altra, tra bianca, gialla, arancione e rossa. Nelle ultime settimane diverse regioni sono passate in zona gialla (12 regioni), ed alcune in zona arancione (5 regioni) e non è escluso che qualche regione possa persino tornare in zona rossa.

In ogni caso l’Alleanza evangelica italiana ribadisce che non esiste alcuna improvvida norma volta a limitare l’accesso ai luoghi di culto ai soli detentori di “green pass”, mentre continuano a valere tutte le misure del protocollo siglato tra Governo e Chiese Evangeliche cui l’Alleanza stessa ha contribuito unitamente ad altre opere.

La confusione è nata soprattutto con riferimento alle misure sugli spostamenti tra comuni diversi e sull’utilizzo dei mezzi di trasporto. Se è vero che in ottemperanza ai provvedimenti vigenti chi ha il green pass può spostarsi dal comune di residenza sempre e comunque mentre, in zona arancione (o rossa) chi ne sia sprovvisto può spostarsi con mezzi privati fuori del proprio comune solo per motivi di lavoro, salute e necessità, va ritenuto che le esigenze di culto debbono essere considerate essenziali quindi necessarie.

Se è vero che chi non ha il green pass non possa fruire del trasporto pubblico, questo non significa che non si possa raggiungere il luogo di culto in altro modo. A tal proposito è molto utile la tabella esplicativa pubblicata lo scorso week end sul sito del Governo.