AEI ed evangelismo italiano: No al ddl Zan, al pluralismo

Per gli evangelici la legge va profondamente cambiata o ritirata

Roma (AEI), 29 giugno 2021 – In merito all’animarsi del dibattito sul Ddl Zan nella società italiana e ad alcune prese di posizione pubbliche assunte di recente da alcuni soggetti religiosi, l’Alleanza Evangelica Italiana e la maggioranza dell’evangelismo italiano, ed in particolare la Chiesa Apostolica in Italia, le Chiese Elim in Italia, le Congregazioni Cristiane Pentecostali, l’Unione delle Chiese Bibliche Cristiane, La Chiesa Cristiana Pentecostale Italiana, le Chiese Evangeliche Riformate Battiste in Italia, la Chiesa del Nazareno, le Chiese Pentecostali Rumene in Italia e numerose altre opere evangeliche e pentecostali italiane intendono esprimere e ribadire la propria valutazione sull’argomento per il bene della società italiana.

A differenza della frangia del protestantesimo storico che si è espresso in modo favorevole al ddl Zan, il protestantesimo evangelico maggioritario in Italia individua in esso delle criticità che mettono a rischio la libertà e la qualità del pluralismo in Italia.

Mentre riconosciamo l’esigenza di prevedere sanzioni pesanti contro chi calunnia, ingiuria o denigra le persone in base al loro orientamento sessuale, riteniamo che la previsione di tale tutela delle persone non possa andare a discapito della libertà di pensiero e di parola. In una società laica e plurale, deve essere riconosciuto a tutti il diritto di pensare e di esprimere le proprie convinzioni, anche in materia di orientamento sessuale. Ad esempio, una legge non può impedire che alcuni cittadini, associazioni, chiese e gruppi sociali chiamino “peccato” e pertanto denuncino come immorale un comportamento che la loro fede e la loro coscienza ritiene tale.

A tal proposito esprimiamo ferma preoccupazione per alcuni elementi presenti nel ddl Zan. Con un linguaggio vago e generico il testo parla di “discriminazione” contro le persone LGBTI come fattispecie di reato distinta dalla violenza e dall’istigazione. Ma cosa vuol dire in concreto? Mentre l’istigazione alla violenza va combattuta penalmente e soppressa, cosa vuol dire “discriminare”?

Il provvedimento, inoltre, con la spada di Damocle della denuncia penale e prevedendo un’imposizione culturale verso la scuola, tenderà certamente a criminalizzare le differenze ideologiche sull’identità umana, sessualità, matrimonio, educazione dei bambini, per tutti coloro che non sono d’accordo con le tendenze “politicamente corrette”. Per queste ragioni, crediamo fermamente che il provvedimento debba essere sensibilmente cambiato.

Riguardo la recente nota del Vaticano, che ha destato ampio dibattito sui mezzi di comunicazione, mentre condividiamo appieno alcune sue preoccupazioni sulla libertà di parola e di religione, riteniamo che essa sia ascrivibile ad uno schema concordatario che andrebbe urgentemente superato in un paese avanzato come l’Italia. Altresì osserviamo come sia anche ravvisabile un’imitazione viziosa: anche il ddl Zan, al pari del modello concordatario, aspira ad instaurare una egemonia culturale privilegiata di una parte, anziché promuovere una società davvero libera e pluralista.

Per approfondire con maggior dettaglio le nostre posizioni, richiamiamo integralmente quanto l’Alleanza Evangelica Italiana ha già espresso nell’audizione informale in Senato del 27 maggio 2021, quanto sarà espresso dalla Chiesa Apostolica in Italia il prossimo 30 giugno 2021 come anche il documento che sarà rilasciato nei prossimi giorni dalle Chiese Elim in Italia.