Domenica del Rifugiato (III): cosa può fare una chiesa locale?

Quattro suggerimenti per un coinvolgimento maggiore

Roma (AEI), 9 giugno 2021 – La domanda è legittima e frequente: cosa può fare una chiesa evangelica locale di fronte ad un fenomeno, quello della presenza di migranti nelle proprie zone, così vasto e complesso? Questi sono quattro suggerimenti:

Pregare
Le chiese locali possono incoraggiare i loro membri a pregare per i profughi: pregare per opportunità di amare i profughi, gli immigrati e i migranti nelle vostre città.

Assistere
Ci sono molti modi per assistere praticamente i rifugiati. Hanno spesso la necessità di trovare un letto o una casa, trovare lavore, imparare la lingua del Paese che li ha accolti, orientarsi nei servizi sociali e nel sistema scolastico, imparare ad usare i trasporti locali, capire la cultura del posto, ecc.

Crescere in consapevolezza
Le chiese locali possono aiutare i membri a comprendere la situazione dei migranti, il fenomeno delle migrazioni forzate, le responsabilità cristiane nei loro confronti per non avere di questi temi un’opinione “di pancia” o spezzettata, ma informata e in un’ottica missionale.

Condividere risorse
I migranti forzati spesso necessitano di cose basilari per la loro vita quotidiana: uno spazio sicuro, cibo sano, vestiti e scarpe adeguati al clima del Paese ospitante, biglietti per il trasporto pubblico. Fanno anche fatica ad integrarsi nella vita sociale. La chiesa può essere uno strumento per condividere risorse preziose per favorire questi percorsi.