Assemblea AEI (III): “Gli evangelici devono presidiare la libertà religiosa”

Intervista a Godfrey Yogarajah dell’Alleanza Evangelica Mondiale

Roma (AEI), 5 giugno 2021 – Ad introdurre i lavori assembleari è stata una sessione “Chiamati a libertà: prospettive globali sull’impegno evangelico per la libertà religiosa”, con un’intervista di Giuseppe Rizza a Godfrey Yogarajah (Sri Lanka, Direttore della Commissione Libertà religiosa dell’Alleanza Evangelica Mondiale), tradotto da Pietro Evangelista. Nelle sue risposte Yogarajah ha ricordato che nel mondo di oggi ci sono 309 milioni di cristiani vittima di persecuzione estrema, in 145 Paesi su 198 ci sono problemi di libertà religiosa. Nel 2020, 4700 cristiani sono stati uccisi, 13 persone ogni giorno mentre 4500 edifici religiosi sono stati distrutti o danneggiati.

Le forme della persecuzione sono diverse nel corso dei secoli e anche oggi il quadro è molto variegato. D’altronde la Scrittura ci avverte che la persecuzione è una modalità del vissuto cristiano che accompagna il cammino del popolo di Dio. La persecuzione non è una sconfitta per la fede cristiana. Gli evangelici devono prendere posizione per la libertà religiosa di tutti, interessandosi ai temi del diritto e della difesa delle minoranze.

Il cristianesimo cresce di più dove c’è persecuzione? Non sempre. In Africa settentrionale l’islam ha perseguitato la chiesa ed essa è quasi sparita. Anche oggi ci sono aree del mondo in cui la chiesa rischia l’estinzione. La differenza non la fa la persecuzione in sé, ma il modo in cui la si affronta. E’ il discepolato cristiano la chiave della crescita in presenza o in assenza di persecuzione.

Come possiamo essere promotori della LR in Europa, tra i residui della cristianità privilegiata e le sfide della secolarizzazione? La tendenza in Occidente è di trasformare la libertà religiosa o di religione in libertà dalla religione e dalla conversione. Questa trasformazione mette a rischio l’impianto di tutte le libertà. L’Europa viene da secoli di piazza pubblica “sacralizzata”; ora va verso la piazza pubblica “nuda” che nega la dimensione religiosa, mentre dobbiamo lavorare per avere una piazza pubblica “civile” in cui libertà e pluralismo siano salvaguardate e promosse. Gli evangelici devono presidiare anche questo nuovo fronte interno alla cultura occidentale. Questa parte è stata conclusa con una preghiera di Cristina Merola, rappresentante di Porte Aperte.

La prevista intervista di Carine Francq a Julie Roys (USA, giornalista investigativa e autrice di The Roys Reports) sarà registrata e messa on-line sulla pagina facebook dell’AEI.