“E’ possibile aumentare a 500 i posti consentiti nei locali di culto?”

Lettera dell’AEI al Ministro dell’Interno

Roma (AEI), 1 giugno 2021 – In considerazione della graduale ripresa delle attività economiche e sociali, l’Alleanza Evangelica Italiana ha scritto al Ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, e al Prefetto Michele Di Bari del Dipartimento Libertà civili, sottoponendo un quesito per quanto riguarda l’estensione dei posti consentiti nei locali di culto.

Le nuove misure di contenimento del Covid-19, di cui all’art. 5, Decreto Legge 22 aprile 2021, n. 52, introducono nuove disposizioni per gli spettacoli aperti al pubblico e per gli eventi sportivi e consentono, a partire dallo scorso 26 aprile, in zona gialla, il loro svolgimento al chiuso ed all’aperto, sempre che siano stati individuati posti a sedere pre-assegnati, sia assicurato il rispetto della distanza interpersonale di almeno un metro sia per gli spettatori che non siano abitualmente conviventi, sia per il personale.

In ordine al numero massimo dei partecipanti ai suddetti spettacoli ed eventi, fermo restando il fatto che la capienza consentita non possa essere superiore al 50 per cento di quella massima autorizzata, il numero massimo di spettatori non può essere superiore a 1.000 per gli spettacoli all’aperto e a 500 per quelli al chiuso.

Attualmente, all’interno dell’Allegato 3 (Protocollo con le Chiesa Protestanti, Evangeliche ed Anglicane), sottoscritto il 15 maggio 2020 dal Comitato Evangelico di Scopo, è prescritto che il numero massimo dei partecipanti che possono accedere ai suddetti luoghi di culto non può essere superiore alla 200 unità, a prescindere dalla idoneità del locale ad ospitarne un numero maggiore. La nuova previsione di cui all’art. 5, sebbene continui ad individuare a priori il numero massimo di persone che possono avere accesso ai locali all’aperto ed al chiuso, ha tuttavia previsto un numero di unità di persone superiore a quello del citato Protocollo. Alla luce di quanto sopra, l’Alleanza Evangelica Italiana ha chiesto al Ministro che la stessa previsione oggettiva di cui al citato art. 5 venga esplicitamente estesa anche ai luoghi di culto in occasione di celebrazioni religiose, sempre che gli spazi, in termini di capienza, lo consentano.

La lettera dell’AEI si conclude con la consapevolezza di quanto sia complesso contemplare esigenze diverse in circostanze di emergenza come quella che stiamo vivendo in questi giorni. D’altro canto ritiene certamente plausibile che si trovino criteri al contempo rispettosi dei diritti alla salute, all'esercizio del culto ed alla non discriminazione.