Sondaggio AEI su chiese evangeliche & COVID19: un bilancio in chiaro-scuro

Team pastorali irrobustiti, tenuta della formazione, diminuzione di attività socio-culturali

Roma (AEI), 21 maggio 2021 – Un numero significativo di responsabili di chiese (64 interviste) ha risposto alle domande del sondaggio condotto dall’Alleanza Evangelica Italiana per misurare l’impatto del COVID19 e del lockdown sulle comunità italiane. L’universo di riferimento è quello delle chiese associate all’Alleanza Evangelica o che comunque hanno interazioni e relazioni con essa (62 % delle comunità degli intervistati sono alleate).

Le prime domande erano volte a comprendere l’impatto del COVID19 sul radunarsi: meno del 30% delle chiese hanno mancato di tenere alcuni culti domenicali durante il periodo del lockdown. La percentuale cresce fino al 45% per la cancellazione di riunioni infrasettimanali.

In generale un numero significativo di culti nel corso dell’anno di pandemia sono stati tenuti solo da remoto: tra marzo 2020 e marzo 2021 un culto ogni cinque si è tenuto in questa modalità. In effetti, la maggior parte degli intervistati (il 94%) ha ritenuto di aver aumentato la padronanza della chiesa agli strumenti digitali per meeting a distanza.

Un secondo gruppo di domande ha riguardato l’impatto su membri e partecipanti: le persone che nel periodo si sono allontanate dalla chiesa più o meno equivale il numero di persone che si sono avvicinate nel medesimo periodo. Le conversioni registrate nell’anno possono essere stimate tra l’1 e il 2 % dei frequentatori assidui. Le fasce di età che, a giudizio dei responsabili di chiesa, hanno subìto maggiormente le limitazioni della pandemia sono stati i bambini fino ad 11 anni e gli over 70.

Un rafforzamento significativo riguarda i team pastorali delle chiese: si sono rinvigoriti nel 40% dei casi, a fronte di un indebolimento solo per il 14% dei casi. Al contempo, però, va registrata una diminuzione significativa delle entrate delle chiese: in media intorno al 10/12 %.

Riguardo le attività delle chiese, hanno subito una diminuzione quelle evangelistiche, sociali e culturali. Le attività formative hanno tenuto invece tenuto, probabilmente beneficiando anche degli strumenti digitali.

Lo spaccato che ne esce fuori è quindi un chiaro-scuro: se da un lato si può dire che le chiese evangeliche abbiano sostanzialmente tenuto all’impatto COVID19, dall’altro vanno registrate delle criticità che meritano una risposta audace da parte dei responsabili. L’Alleanza Evangelica in particolare auspica e cercherà di promuovere una ripartenza massiccia delle attività evangelistiche e socioculturali dell’evangelicalismo italiano.

Un report dettagliato del sondaggio e' disponibile qui.