Gli ultimi 20 anni dell’AEI: tra retrospettive e sogni per il futuro

Un’intervista al Segretario e al Vice-Presidente uscenti

Roma (AEI), 16 maggio 2021 – Era il 12 aprile 2003 quando l’Assemblea federale dell’AEI elesse Gian Piero Marussich e Leonardo De Chirico rispettivamente a Segretario generale e Vice-presidente dell’AEI. Dopo 18 anni di servizio in questi ruoli il loro mandato terminerà alla prossima assemblea del 5 giugno p.v. che eleggerà nuove persone in queste posizioni di responsabilità. Abbiamo colto l’occasione per fare loro qualche domanda.

D: Qual è stato lo sviluppo maggiore visto in questo periodo nell'AEI?

Marussich: Prima di tutto voglio ringraziare Dio per questa bellissima opportunità di servizio che mi ha concesso. Inoltre voglio ringraziare tutti per la pazienza e l'amore dimostrato verso di me. In questi anni ho visto l'Alleanza crescere a piccoli passi, qualche battuta d'arresto ma piano piano è cresciuta. Oggi è una realtà non solo a livello nazionale ma anche fuori dai nostri confini. E' una voce che viene ascoltata, interpellata.

De Chirico: Direi la continuità e il consolidamento istituzionale. Prima del 2003 la storia dell’AEI era stata contrassegnata da presidenze forti cui sono seguite periodi di crisi che hanno necessitato faticose ripartenze. Con la presidenza Mazzeschi (2003-2013) e poi Ciccone (2013- ) è avvenuta una transizione “normale” e costruttiva, permettendo all’Alleanza di fare passi avanti senza tornare indietro. Sul fronte interno, penso all’innalzamento del profilo del ruolo dell’AEI sulla libertà religiosa (raduno del 2007, marcia del 2010, presenza attiva su più tavoli e dossier). In questi vent’anni l’AEI ha continuato e incrementato il suo ruolo di discernimento sulle sbavature ecumeniche non bibliche del mondo evangelico. Ricordo il protocollo dell’Alleanza europea sui rapporti con la chiesa cattolica (Padova 2007), la dichiarazione sul cattolicesimo firmata da AEI, ADI, FCP, Congregazioni Pentecostali del 2014 (praticamente tutto l’evangelicalismo italiano) e poi il costante pungolo nei confronti della WEA a tenere fede alla ragion d’essere dell’Alleanza: testimoniare dell’unità dei nati di nuovo. Senza continuità istituzionale, questi sviluppi sarebbero stati impensabili.

D. Quali sono le aree critiche che rimangono?

De Chirico: Alcune questioni sono endemiche al mondo evangelico e non solo italiano: una cultura isolazionista, una difficoltà a distinguere il centro dell’unità dalla gestione delle differenze evangeliche, l’attivismo della buona volontà spesso sganciato da una visione d’insieme e dall’avvio di processi di lungo periodo. In Italia permane la difficoltà a costruire “infrastrutture” evangeliche in grado di beneficiare a cascata tutte le attività evangelica. A mio modo di vedere, l’Alleanza è la prima infrastruttura che andrebbe sostenuta e vissuta per un salto di qualità della testimonianza evangelica nel suo complesso.

Marussich: Purtroppo anche l'AEI vive del problema italiano, molta frammentazione e troppi credenti che cercano solo visibilità e non la testimonianza di credenti uniti alla nostra nazione Italia. Penso che sia questo il problema più grande; molti pensano solo al proprio orto e non si comprende che uniti/alleati possiamo far sentire la nostra voce a tutti.

D: Come sosterrai l'AEI anche senza più incarichi ufficiali?

Marussich: Rimanendo naturalmente socio e appoggiando le varie iniziative. Essere pronto dove serve un aiuto.

De Chirico: L’esperienza acquisita e l’entusiasmo per i valori dell’Alleanza saranno sempre vissuti e a disposizione. Sosterrò l’AEI da socio, convinto che l’AEI è un catalizzatore per la crescita dell’evangelismo nel suo complesso.

D: Ci avviciniamo al 50° anniversario dell'AEI (2024): qual è il tuo sogno per l'evangelismo italiano?

De Chirico: Considero “profetico” quanto sostenuto dal prof. Pietro Bolognesi in una conferenza tenuta alla chiesa battista di Trastevere (20/1/2001) quando, a proposito delle prospettive della formazione evangelica in Italia, parlò della necessità di una cultura della scolarità, che incoraggi lo studio serio, il dibattito e la formazione; di una cultura dell'identità che miri all'assorbimento e alla valorizzazione del pensiero evangelico da parte degli evangelici stessi; di una cultura dell’unità, che tracci una strada capace di compattare il mondo evangelicale, superando gli inutili particolarismi di cui esso è affetto. Non è compito primario dell’AEI promuovere la scolarità, ma salvaguardare l’identità e testimoniare l’unità sì. Di fronte ad un mondo cattolico avvolgente e alla secolarizzazione galoppante, l’AEI ha un compito decisivo nel puntellare il baluardo dell’evangelo nel nostro Paese.

Marussich: Ma il mio sogno è in quello che ho gia detto. Un'Alleanza sempre più ampia e in armonia. Un'Alleanza che sappia parlare alla società in cui viviamo, trasmettendo il messaggio del Vangelo. Un'Alleanza che sappia rimanere ferma sui principi biblici e dialogare con la "modernità".