A dieci anni dalla “Carta globale della coscienza”

Il documento promosso da un gruppo di personalità evangeliche

Roma (AEI), 24 gennaio 2022 – Sono passati dieci anni dalla redazione e dal lancio della “Carta globale della coscienza” (The Global Charter of Conscience), un documento del 2012 che ha avuto un discreto impatto, soprattutto come stimolo alla sensibilizzazione sui temi della libertà e dei diritti. A suo tempo, l’Alleanza Evangelica Italiana prese in carico la sua traduzione e diffusione in Italia. Tra i suoi ispiratori ci fu l’intellettuale evangelico Os Guinness.

Nello spirito della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani del 1948 (UDHR), la Carta sottolinea la validità universale della libertà di religione e credo come parte inestricabile di un'agenda olistica sui diritti umani in cui i diritti civili, politici, economici, sociali e culturali possono rafforzarsi reciprocamente.

Sullo sfondo dell'autoritarismo esistente in molte parti del mondo, la Carta chiarisce che il riconoscimento della libertà di religione o di credo di tutti non deve mai essere frainteso come un atto di mera tolleranza politica o addirittura di misericordia. Piuttosto, essendo basato sulla dignità intrinseca di tutti gli esseri umani, la libertà di religione o di credo ha il rango di un diritto umano universale inalienabile, il che significa che se ne può richiedere il rispetto incondizionato. Per citare le parole stesse della Carta: “Non spetta al governo concedere o negare tale libertà, ma piuttosto la sua responsabilità consiste nel garantirla e custodirla”.

Inoltre, la Carta sottolinea che il rispetto della libertà di religione o di credo va ben oltre la sfera privata contribuendo all'emergere di una "sfera pubblica globale" in cui l'attuale diversità di convinzioni profonde - religiose o non religiose, nuove o tradizionali - può manifestarsi in maniera equa e inclusiva. Come sottolinea la Carta, il diritto alla libertà di religione o credo ha una vasta gamma di applicazioni proteggendo allo stesso modo "credenti, dubbiosi e scettici" pur non proteggendo idee o convinzioni contro le critiche del pubblico. In un mondo in cui "la sfida di vivere con le nostre più profonde differenze è stata portata ad un nuovo livello di intensità", la libertà di religione o credo è oggi quanto mai importante per lo sviluppo di una cultura di convivenza rispettosa e di comunicazione aperta.