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L’impegno dell’AEI per il Sudan

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    Libertà religiosa | Persecuzioni | Attualità esteri

Soddisfazione per la liberazione in Sudan di Petr Jasek, evangelico di nazionalità ceca

Roma (AEI, Italians for Darfur), 28/02/2017 - Il presidente sudanese Omar al-Bashir ha finalmente ordinato il rilascio di Petr Jasek, un missionario evangelico di nazionalità ceca imprigionato nel dicembre 2015 con l’accusa di spionaggio e di cospirazione contro il governo. Jasek era stato tenuto in carcere per otto mesi prima di subire un processo legale e poi condannato dalla corte a ventiquattro anni. Jasek si era recato in Sudan per aiutare i cristiani locali, ma è stato fermato perché secondo le autorità sudanesi era entrato nel Paese illegalmente dal vicino Sud Sudan.

Ieri il Ministro degli Esteri sudanese Ibrahim Ghandour ha convocato un meeting con il suo omologo ceco Lubomir Zaoralek e ha dichiarato che il prigioniero sarebbe stato rilasciato grazie ai buoni rapporti che intercorrono tra i due paesi. Del caso di Petr Jasek si era parlato proprio lo scorso venerdì (24/2) durante la presentazione del rapporto annuale sulla situazione in Sudan tenutasi presso la Federazione Nazionale della Stampa Italiana. Nella conferenza stampa, organizzata dalla Antonella Napoli presidentessa di Italians for Darfur, c’è stato un momento in cui si è parlato della negazione del diritto alla libertà religiosa nel Paese africano. La portavoce dell’Alleanza Evangelica Italiana, Chiara Lamberti, ha infatti presentato il caso di Jasek e dell’impegno dell’AEI per la libertà religiosa nel mondo. Due mesi fa, l’AEI aveva inviato una lettera all’ambasciatrice del Sudan in Italia affinché Jasek fosse liberato. L’Alleanza Evangelica Italiana e Italians for Darfur esprimono soddisfazione per la conclusione della vicenda di Jasek, anche se mantengono alta l’attenzione per i tanti casi di violazione dei diritti civili che si registrano in Sudan.

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