Ideaitalia - Nuova serie, Anno V · n. 23 · 13 luglio 2021

“La lotta alle discriminazioni non diventi una nuova discriminazione”

Lettere di Chiesa Apostolica e Chiese Elim al Governo sul Ddl Zan

Roma (AEI) 13 luglio 2021 – In vista della discussione del Ddl Zan al Senato, la Chiesa Apostolica in Italia e le Chiese Elim in Italia hanno preso l’iniziativa di scrivere al Presidente del Consiglio dei Ministri per sottolineare l’esigenza di rispettare il pluralismo e di contrastare l’omofobia e le violenza a danno delle persone LGBTQI, mettendo però in guardia dai rischi di intaccare la libertà di parola di chi, come gli evangelici, hanno della sessualità e della famiglia una visione biblica. Questo rischio di introdurre discriminazioni nel nostro ordinamento è reale nel testo del Ddl Zan.

Le lettere richiamano la storia anche recente degli evangelici italiani, ed in particolare dei pentecostali, che sotto il fascismo furono stigmatizzati e discriminati per il loro modo di esprimere la fede. Per le loro convinzioni fondate sulla Bibbia e anche in base a quella triste esperienza storica, gli evangelici considerano la libertà religiosa e di parola un diritto che non deve essere intaccato. Per questa ragione, le lettere auspicano che la discussione sulla lotta alla transfobia non si tramuti in una compressione delle libertà per chi sostiene una visione biblica dell’identità sessuale e personale.


Ddl Zan: “chiediamo il rispetto delle libertà”

Una pagina evangelica sul Corriere della Sera

Roma (AEI), 13 luglio 2021 – Sulla scia dell’iniziativa verso il Governo dell’articolo precedente, un gruppo di chiese e opere evangeliche hanno acquistato uno spazio sul Corriere della Seradel 12 giugno 2021 dove è stata pubblicata una lettera sui temi del Ddl Zan. La lettera, dopo aver ricordato tre articoli della Costituzione (3, 19 e 21) afferma:

Queste premesse ci portano al cuore del nostro discorso in merito al cosiddetto DDL Zan. Pur non condividendo l’impianto generale della legge riteniamo che il vero problema sia nelle molte ombre che si stagliano sulla libertà religiosa. Questo sia per il testo stesso, abbastanza fumoso nei passaggi chiave, che per le potenziali interpretazioni in sede giurisdizionale. In particolare l’articolo 4 recita: Ai fini della presente legge, sono fatte salve la libera espressione di convincimenti od opinioni nonché le condotte legittime riconducibili al pluralismo delle idee o alla libertà delle scelte, purché non idonee a determinare il concreto pericolo del compimento di atti discriminatori o violenti.

L’articolo sembra garantire oggettivamente la libera espressione del pensiero ma la conclusione riporta, in modo chiaro, la questione sul piano soggettivo. In concreto cosa significa “atti discriminatori”, “La definizione della discriminazione è soggettiva? Nel caso fosse soggettiva chi la riconduce all’oggettività, il giudice?”. Facciamo un esempio concreto: leggere il primo capitolo della lettera di Paolo ai Romani in presenza di un omosessuale è un atto discriminatorio? Ai sensi di questo articolo, nel caso il soggetto percepisse la lettura come atto discriminatorio, potrebbe adire le vie legali e troverebbe sicuramente un giudice che intenti l’azione penale. Il risultato sarebbe una sequela di processi con un aggravio sul sistema giudiziario e sulle già esigue risorse finanziarie delle confessioni religiose costrette alla tutela legale dei propri ministri. Senza contare che il tutto finirebbe inevitabilmente dinanzi alla Corte costituzionale per i fondati dubbi di costituzionalità della legge qualora arrivasse alla vigilanza.

Un altro punto controverso che vogliamo rimarcare riguarda l’insegnamento, in riferimento all’articolo 7 comma 3 del DDL, nel quale si prevede l’inserimento eventuale della Giornata nazionale contro l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia all’interno dell’offerta formativa scolastica. Riteniamo che non sia una problema insegnare nelle scuole la tolleranza e il rispetto della persona umana, il quale è uno dei requisiti fondamentali del nostro ordinamento religioso. Il problema sorge quando si vuole imporre un sistema educativo che non tiene conto delle sensibilità del cittadino, anche queste garantite dalla Costituzione all’articolo 30: È dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli”.Attualmente lo Stato surclassa questa previsione costituzionale della responsabilità genitoriale nell’istruzione, sostituendosi ad essi e, nel caso della “istituzionalizzazione pedagogica” della teoria gender, imponendo modelli educativi che superano il normale concetto “d’istruzione” culturale e civica del cittadino.

La lettera si conclude così: Come parte della famiglia evangelica conosciamo direttamente le conseguenze della discriminazione, essendo il nostro percorso dal Medioevo fino alla storia contemporanea, costellato da persecuzioni. Per questo il nostro desiderio è di non vedere nuovamente compromessi, o addirittura non riconosciuti, diritti che sono costati il sangue di migliaia di credenti.

Per queste ragioni:
Difendiamo
il pluralismo, come valore della nostra società contemporanea, ricevuto in dote dalla nostra generazione al costo di due guerre mondiali e decine di milioni di morti.
Riconosciamo
alle istituzioni il dovere di regolare i rapporti tra i cittadini e, laddove si ravvisino discriminazioni, o peggio ancora violenze di ogni genere, intervenire coercitivamente nelle modalità consentite dalla legge.
Respingiamo
con forza l’accusa di bigottismo e o peggio ancora di oscurantismo omofobo, il nostro unico desiderio è quello di continuare a predicare liberamente l’Evangelo della grazia in Gesù Cristo affermando che “Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia vita eterna”.

La lettera è una iniziativa, tra gli altri, della Chiesa Apostolica in Italia, Chiese Elim in Italia, Parola della Grazia.


Joel Edwards (1951-2021), leader evangelico globale

E’ stato direttore dell’Alleanza evangelica britannica

Roma (AEI), 13 luglio 2021 – All’età di 70 anni è mancato Joel Edwards, leader evangelico britannico dalla statura globale. Giamaicano di nascita e pastore pentecostale, Edwards ha servito la causa dell’unità evangelica prima come responsabile dell’Alleanza evangelica caraibica e poi, dal 1997 al 2009, è stato direttore generale dell’importante Alleanza evangelica britannica, primo nero a ricoprire tale carica in rappresentanza di milioni di evangelici.

La sua passione per l’evangelo ed affabilità umana, uniti ad un’energia mentale ragguardevole, lo hanno reso un punto di riferimento nell’evangelismo mondiale. Sempre interessato alle istanze di giustizia e alle implicazioni sociali dell’evangelo, Edwards ha proseguito il suo servizio come rappresentante della Sfida di Michea, l’iniziativa evangelica per l’abbattimento del debito dei Paesi poveri e per il raggiungimento degli Obbiettivi del millennio.

In questa veste, sono da ricordare le sue partecipazioni alla conferenza AEI a due mesi dal terremoto di L’Aquila (20 Giugno 2009, "Oltre l'emergenza, quale agenda per il futuro?") e all’assemblea federale dell’Alleanza Evangelica Italiana tenuta a Catania nel 2012, dove Edwards diede una serie di appassionate predicazioni sulla chiamata cristiana ad essere sale e luce del mondo.

Per questa sua radicalità evangelica fondata sul cuore del messaggio biblico, Edwards ha saputo unire le istanze della testimonianza evangelica con le questioni globali più spinose, riuscendo a diventare un interlocutore ascoltato nel campo dei media, dei governi e delle ONG.


Bugie distruttive sulla situazione indiana

Un report della London School of Economics/Porte Aperte

Roma (AEI), 13 luglio 2021 – Negli ultimi anni si è assistito ad un peggioramento crescente della persecuzione della chiesa in India. Il paese è al decimo posto della World Watch List 2021 di Porte Aperte, la classifica annuale che presenza la situazione della chiesa perseguitata nel mondo. Gli estremisti indù credono che la nazione dovrebbe essere ripulita dal cristianesimo e dall’islam e a questo scopo utilizzano ogni forma di violenza e intimidazione.

Un recentissimo report dal titolo “Bugie distruttive”, promosso da Porte Aperte/Open Doors e condotto dalla London School of Economics presente sul territorio indiano, ha portato alla luce questa allarmante situazione di violenza e discriminazione sistematica, urbana e rurale, unita a una costante opera di disinformazione e propaganda anticristiana e contro altre minoranze religiose, tra cui i musulmani, che sfrutta a proprio vantaggio i più importanti mezzi di informazione e i social media. Pur trattandosi della più grande democrazia al mondo, le autorità indiane coprono tali crimini per mantenere il favore delle potenti organizzazioni Hindutva di estrema destra.

Scopo principale della ricerca è sensibilizzare la comunità internazionale, le organizzazioni finanziarie e i privati che operano in India affinché attivino processi di trasparenza, rendicontazione e responsabilizzazione, affinché la libertà religiosa e i diritti umani fondamentali delle minoranze indiane siano promossi e rispettati e aiuto sostanziale sia garantito a coloro che sono vittime di tali abusi.

Il report completo è disponibile sul sito di Porte Aperte: https://www.porteaperteitalia.org/press/ (LS)

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A cura dell’Ufficio stampa dell’Alleanza Evangelica Italiana
Tel. redazione: (+39) 333 8558174
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Redazione: Lucia Stelluti, Chiara Lamberti, Leonardo De Chirico, Giovanni Marino, Stefano Bogliolo, Sergio De Blasi, Carine Francq.

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