Ideaitalia - Nuova serie, Anno V · n. 01 · 7 gennaio 2021

Settimana Internazionale di Preghiera (I): al via domenica 10 gennaio

Alcuni appuntamenti nei distretti Campania e Centro

Roma (AEI), 6 gennaio 2021 – Inizierà domenica 10 gennaio 2021 la Settimana Internazionale di Preghiera dell’Alleanza Evangelica e si protrarrà sino al 17 gennaio. Dal 1861 questa settimana chiama a raccolta i credenti evangelici europei all’inizio dell’anno per un tempo di preghiera comune. Il tema di quest’anno è l’impegno per la Sacra Scrittura, cioè il riconoscimento della centralità della Parola di Dio scritta nella vita cristiana. E’ uno delle linee direttrici che l’Alleanza Evangelica a livello mondiale vuole trasmettere alle chiese evangeliche di tutto il mondo: l’amore per la Parola di Dio che significa un impegno per la lettura, la meditazione, lo studio, la condivisione, ecc. della Bibbia.

I materiali della SIP possono essere trovati qui. Per ogni giorno è prevista una meditazione biblica, degli spunti di riflessione e dei soggetti di preghiera. Le chiese possono organizzare incontri appositi o dedicare quelli consueti alla SIP. La Settimana è anche l’occasione per organizzare incontri congiunti tra chiese evangeliche o visite tra credenti (nel rispetto delle regole vigenti per il contrasto alla pandemia).

La SIP non va confusa con la SPUC (Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani). Quest'ultima è patrocinata dal Consiglio Ecumenico delle Chiese (CEC) e dalla Chiesa cattolica romana ed è nata quasi 100 anni dopo (1958). La SPUC si basa sull’unità tra "battezzati", non dei nati di nuovo e sulla base del reciproco riconoscimento fraterno tra tutti i “battezzati” di tutte le chiese. Come evangelici, non possiamo che incoraggiare a partecipare alla SIP, che incontra realmente lo spirito della preghiera di Gesù Cristo (Gv 17,21), mentre sconsigliamo la partecipazione di evangelici a eventi della SPUC, in quanto disorientanti per i credenti. La SPUC, infatti, promuove un'unità spirituale fittizia ed umana allentando la necessaria spinta verso l'evangelizzazione dei perduti (la SPUC pone virtualmente i partecipanti come se fossero già tutti figli di Dio).

Il distretto Campania dell’AEI ha organizzato un incontro di preghiera pubblica su piattaforma zoom per lunedì 11 gennaio alle ore 19.30. In Abruzzo ci saranno una serie di incontri guidati da diversi pastori locali per tutta la settimana (dal 10 al 17) tutte le sere su zoom a partire dalle ore 19.00 alle 19.45 circa con diretta e info sulla pagina Facebook dell'Associazione Controcorrente. Il distretto Centro ha inoltre organizzato la propria assemblea distrettuale per sabato 16 gennaio alle ore 10.00 sempre su piattaforma zoom. Oltre ad affrontare i vari punti all’ordine del giorno, l’assemblea sarà anche l’occasione per pregare nello spirito della SIP. Il link zoom potrà essere richiesto a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.


Settimana Internazionale di Preghiera (II): una conferenza sulla libertà religiosa

A che punto è la libertà religiosa in Italia?

Roma (AEI), 6 gennaio 2021 – Tra le altre attività previste durante la Settimana Internazionale di Preghiera dell’Alleanza evangelica c’è anche una conferenza pubblica sul tema della libertà religiosa. La conferenza ha come titolo “La libertà religiosa in Italia: a che punto siamo?” e si terrà sabato 16 gennaio alle ore 18.00 e sarà visibile sui canali facebook e YouTube dell’Istituto di Cultura Evangelica e Documentazione di Roma.

A tenerla sarà l’avv. Damaris Marletta, membro della Commissione Ordinamento dell’Alleanza Evangelica Italiana. La conferenza affronterà temi quali: in Italia qual è la salute della libertà religiosa? Quali sono gli impedimenti? Cosa è possibile fare per promuovere la libertà religiosa per tutti?

Da sempre l’Alleanza evangelica è stata in prima linea per la promozione della libertà religiosa in Italia e nel mondo sapendo che essa è la “madre” di tutte le libertà.


La scomunica di Martin Lutero e gli inciuci ecumenici

In margine all’anniversario della bolla di papa Leone X

Roma (AEI), 6 gennaio 2021 – Il 3 gennaio 1521 papa Leone X firmava la bolla con cui scomunicava Martin Lutero dalla Chiesa cattolica romana. A cinquecento anni di distanza si può ricordare che, grazie a Dio, un provvedimento disciplinare di una istituzione religiosa compromessa non equivale a uno scadimento dalla grazia di Dio. Lutero fu escluso dai sacramenti della chiesa di Roma, ma non fu privato per questo della grazia di Dio. Al contrario, avendo riscoperto il messaggio dell’evangelo secondo cui il peccatore è salvato per fede soltanto grazie ai meriti di Gesà Cristo soltanto in base alla Scrittura soltanto, Lutero visse e morì in grazia di Dio (come peccatore salvato per grazia) anche senza più ricevere i sacramenti cattolici e senza più essere parte dell’istituzione romana.

Quella scomunica, il cui linguaggio trasuda una concezione autoreferenziale della chiesa romana e uno visione principesca (imperiale) del ruolo del papa, non capì il cuore della “protesta” di Martin Lutero, anzi segna l’insuperbimento irreversibile di Roma che porterà poi agli “anatemi” del Concilio d Trento contro il messaggio della Riforma di qualche decennio dopo.

In occasione del centenario, vi sono state iniziative ecumeniche finalizzate a smussare le questioni di allora, riducendole a scontri di personalità, equivoci impazziti, enfatizzazioni diverse radicalizzate. L’idea ecumenica di fondo è che la Riforma sia stato un grande fraitendimento e che, in realtà, oggi siamo tutti d’accordo sull’essenziale della fede. E’ proprio così? Per sottolineare il significato ecumenico del centenario, una nuova versione in italiano della “Dichiarazione congiunta sulla dottrina della giustificazione per fede” del 1999 è stata resa pubblica.

A commento di questo importante documento ecumenico, riprendiamo un articolo pubblicato su Ideaitalia III (1999/6) p. 3 dal titolo “Più che pietra miliare, pietra d’inciampo”:

I luterani hanno l’illusione che il “sola fede” venga espresso ma la realtà è che la giustificazione per sola fede viene spuntata e annientata perché inserita in una cornice cattolica dove accanto al “sola fede” c’è la riproposizione della visione cattolica di “fede e opere”. Che senso ha allora il “sola fede” se è solo un componente di una articolazione più vasta (leggi: cattolica) della giustificazione? Che senso ha adoperare il linguaggio forense della giustificazione se poi si considera la dichiarazione mediante la quale Dio attribuisce la giustizia di Cristo al peccatore solo un momento del processo trasformativo che sfocia nella giustificazione? Il “sola fede” è tale se, oltre ad affermare la verità che la giustificazione è dono di Dio, nega nello stesso momento che la giustificazione abbisogni delle opere o di quant’altro. La logica biblica del “sola fede” è stringente: o è sola fede o non è sola fede. Nella Dichiarazione cattolico-luterana, invece, il “sola fede” è una parte di una comprensione più ampia che include, di fatto, anche la sua negazione. E allora bisogna avere il coraggio di dire che non è più il “sola fede” dell’insegnamento biblico riscoperto da Lutero. Si tratta di una versione ecumenicamente aggiornata delle tesi del concilio di Trento spacciate per “consenso su verità fondamentali sulla dottrina della giustificazione”. Se di “pietra miliare” si deve parlare, la Dichiarazione lo è nel senso che contribuisce al disegno ecumenico del cattolicesimo volto all’incremento della sua capacità d’inglobare tutto facendo rientrare le ragioni ultime della Riforma nell’alveo della sintesi cattolica.

Non si deve cedere alla tentazione di arretrare rispetto a quanto dice la Parola di Dio: “Sappiamo che l’uomo non è giustificato per le opere della legge ma soltanto per mezzo della fede in Cristo Gesù” (Gal 2,16). Se gli evangelici cedono su questo punto, iniziano a franare su tutti i fronti.

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A cura dell’Ufficio stampa dell’Alleanza Evangelica Italiana
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Redazione: Lucia Stelluti, Chiara Lamberti, Leonardo De Chirico, Giovanni Marino, Stefano Bogliolo, Sergio De Blasi, Carine Francq.

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