Terrorizzato da papà, amato da Dio

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Mi chiamo Promise, ho 21 anni e vengo dalla Nigeria. Mio padre ha sposato 6 mogli e ha avuto 30 figli, di cui io sono l’ultimo. Lui era coinvolto in arti magiche ed era a capo di un gruppo di occultisti. Nella mia etnia era conosciuto e temuto da tutti a causa dei suoi poteri; molti venivano a consultarlo e chiedergli aiuto. Chi si opponeva alla sua autorità veniva ucciso e infatti diversi miei famigliari hanno trovato la morte negli anni, a causa di questo. Mia madre invece, di fede cristiana, non aveva potuto opporsi al matrimonio, ma portava però noi figli regolarmente in chiesa. Io sono quindi cresciuto in questo contesto molto difficile e contrastato! In questa mia etnia, ogni primogenito maschio nato da ogni moglie doveva essere sacrificato agli idoli e veniva ucciso da mio padre stesso all’età di 8/9 anni. Ho perso quindi vari fratelli, alcuni dei quali morti anche in incidenti stradali. Oggi ne sono rimasti in vita circa 15, ma non so dire con esattezza.

Quando io avevo 19 anni, mio padre essendo molto vecchio (aveva già più di 100 anni) mi disse che “secondo le regole” avrei dovuto prendere il suo posto di capo in questo gruppo perché ero l’ultimo nato. Ero disperato in quanto ciò mi terrorizzava e non volevo assolutamente diventare come lui! Ogni notte facevo incubi terribili e non riuscivo a dormire bene. Su insistenza di mia madre un giorno ho deciso quindi di fuggire, con l’aiuto di un mio amico che aveva lasciato il mio villaggio da un po’ di tempo.

Ho lasciato la Nigeria, siamo passati in Niger e abbiamo attraversato il deserto del Sahara. Siamo giunti poi in Libia e quindi a Tripoli dove c’erano 2 barconi in partenza. Il mio amico è riuscito a salire sul più piccolo che conteneva circa 100 persone, mentre io ho trovato posto sull’altro che era più grande (circa 200 persone). C’era mare mosso, forte vento e molti volevano che si ritardasse la partenza, ma siamo ugualmente partiti. Di notte abbiamo cominciato a trovarci in grosse difficoltà e verso le 3 ho visto con i miei occhi un grosso pesce che sbatteva violentemente contro il nostro barcone. Eravamo tutti molto spaventati e per 2 giorni abbiamo continuato a viaggiare con difficoltà nelle acque territoriali libiche. Ad un certo punto il motore dell’altro barcone si è fermato cominciando ad imbarcare acqua. Ben presto tutti sono finiti in mare, ma siccome c’erano solo 2-3 giubbotti di salvataggio, sono annegati praticamente tutti (oltre 100 persone, uomini, donne e bambini), tranne un uomo che è stato tratto in salvo dalla Guardia Costiera italiana (allertata da un elicottero che ci aveva avvistati) e così è morto anche il mio amico e compagno di viaggio!

Anche noi eravamo in grande difficoltà e la nostra barca stava affondando, ma grazie ai vari giubbotti di salvataggio lanciatici dalla nave italiana, siamo stati tutti tratti in salvo, tranne una persona che è annegata. Dopo due giorni trascorsi sulla nave italiana, il 9 aprile 2014 siamo arrivati in Sicilia dove, con altri ammalati, sono stato trasportato in ospedale con febbre, forti eruzioni cutanee e continui incubi che mi impedivano di riposare.

Un giorno un ragazzo italiano in visita all’ospedale, ha pregato per me e mi ha offerto una Bibbia. Da quel momento non ho più avuto incubi. In seguito sono stato portato al CARA di Mineo, dove mi trovo tutt’oggi in attesa di incontrare la commissione. Mio padre è morto con un mio fratello poco dopo la mia partenza dalla Nigeria, a causa di una bomba scoppiata vicino a una chiesa. Ultimamente sono riuscito a contattare telefonicamente mia madre. Lei gestiva un negozietto di alimentari ma ora non le è più possibile a causa di problemi economici. E’ bello comunque di saperla sollevata sapendomi al sicuro. Posso dire che la mia fede in Dio sta crescendo molto e ho potuto vedere in quante circostanze Lui abbia preservato la mia vita.

Promise

Roma, 15 aprile 2015