L'AEI sulla sentenza del TAR del Lazio n.7076 del 17 luglio 2009

Bene la sentenza del TAR, ma la scuola deve essere veramente pluralista

Gli insegnanti di religione cattolica (IRC) non possono partecipare a pieno titolo agli scrutini e i crediti formativi acquisiti per la frequenza dell'IRC non valgono. Questo, in sintesi, è il contenuto della sentenza del TAR del Lazio.

Detta sentenza riconosce un dato di realtà: cioè che l'IRC è un insegnamento confessionale (anche se blindato ai sensi del Concordato e pagato coi soldi di TUTTI i contribuenti!) e come tale non può rientrare nel giudizio complessivo di un alunno della scuola pubblica e statale. La sentenza pone dei legittimi paletti all'invadenza della chiesa cattolica nella scuola dello stato e dà una scossa all'acquiescenza della politica alle rivendicazioni della stessa nelle istituzioni pubbliche.

Bene ha fatto il TAR a difendere un elementare principio di laicità dello stato. Ma non basta. Resta l'anacronismo storico, giuridico e culturale dell'IRC: un insegnamento confessionale in una scuola pubblica e pagato dallo stato.

Le religioni non hanno bisogno di posizioni di privilegio sociale o di rendita di potere. In un quadro di libertà religiosa compiuta, la laicità è il sistema che rispetta la distinzione tra sfera dello stato e sfera delle confessioni religiose.

Quando nel nostro Paese si faranno altri passi in avanti in questa direzione?

Roma, 13 agosto 2009