Ancora arresti di cristiani in Sudan

Mobilitazione dell'AEI per Peter Jasek

Roma (AEI), 23 dicembre 2016 - In Sudan è in atto una campagna di molestie nei confronti dei cristiani in quanto sono visti spesso come "agenti assoldati dall'Occidente". Purtroppo ci sono stati molti arresti di cristiani a partire da maggio di quest'anno. Il missionario Petr Jasek (di nazionalità ceca) è stato arrestato ed è ancora imprigionato a causa della sua fede e della sua attività umanitaria nel paese.

La prima accusa contro di lui è stata quella di aver finanziato nel 2012 alcuni individui pericolosi tra cui i ribelli, e questo è stato considerato come un atto di supporto alla guerra contro lo Stato. Ad oggi il pastore è ancora detenuto ed i servizi di sicurezza sudanesi (NISS) continuano a muovere accuse contro di lui. Nell'ultima sessione del processo in corso, che si è tenuta questo lunedì, l'ufficiale del NISS Sayed Abdelrahman, che è il primo testimone d'accusa, ha sostenuto la pericolosità dell'imputato per lo stato dichiarando che in passato sia stato membro di alcuni gruppi ostili che propagandavano attraverso trasmissioni radio e video online.

L'Alleanza Evangelica Italiana ha scritto una lettera di sollecitazione all'ambasciatore della Repubblica del Sudan in Italia, Amira Daoud Hassan Gornass, perché sia fatto tutto il possibile per liberarlo in nome del diritto fondamentale dell'umanità alla libertà religiosa. Già nel 2014 l'AEI si mobilitò per la liberazione di Meriam, una giovane mamma convertitasi al cristianesimo e che fu imprigionata per alcuni mesi, salvo poi essere scarcerata anche grazie all'interessamento del Governo italiano.

Roma, 23 dicembre 2016