La scuola statale non è una chiesa

Solidarietà dell'Alleanza Evangelica Italiana alla dirigente scolastica di Domodossola

Secondo quanto riportato dal sito web dell'Espresso, una dirigente scolastica di Domodossola, applicando la legge, ha vietato la celebrazione della messa cattolica all'interno della scuola e in orario scolastico. L'applicazione della legge ha scatenato le polemiche di chi, incurante dell'abc della laicità della scuola statale, ancora non ha capito che laicità non significa essere contro le religioni e nemmeno contro il loro ruolo pubblico nella società plurale.

Significa, tra l'altro, che la scuola statale non è il luogo preposto ed idoneo per celebrazioni religiose di qualunque tipo in orario scolastico. Le celebrazioni religiose possono essere liberamente promosse altrove o, se si vogliono usare gli edifici scolastici, fuori dalla programmazione scolastica. Ma sovrapporre attività religiose e attività scolastiche nella scuola statale lede un principio basilare per una società plurale.

L'Alleanza Evangelica Italiana esprime dunque piena solidarietà alla dott.ssa Chiara Varesi per aver tenuto il punto nell'applicazione della legge e per aver rispettato la laicità della scuola statale. Da sempre l'Alleanza Evangelica Italiana promuove una visione di società aperta e plurale, dove la libertà religiosa, la madre di tutte le libertà, sia pienamente riconosciuta in tutte le sue espressioni, ma al contempo, rispetti le distinzioni di tra soggetti diversi. Mentre tutte le confessioni devono essere eguali davanti alla legge, il compito della scuola statale non è di trasformarsi in tempio/chiesa/luogo di culto, sia quelli della maggioranza che quelli di varie minoranze.

Nella violenta polemica che ne è seguita, è doveroso sottolineare anche l'ignoranza di certe voci critiche che si ostinano a collegare la presenza di religioni diversa dalla cattolica in Italia al fenomeno dell'immigrazione, quando è noto a chiunque che in Italia esistono comunità religiose diverse dalla cattolica e di antico, antichissimo insediamento e che sono pienamente inserite nella storia civile di questo Paese.

In Italia viviamo ancora in un quadro di laicità incompiuta. L'Insegnamento della Religione Cattolica, pagato coi soldi di tutti i contribuenti ma i cui insegnanti sono scelti dai vescovi cattolici, è una patenta contraddizione rispetto alla necessità che la scuola statale non impartisca nessun insegnamento religioso e lasci questa importante responsabilità alle famiglie e alle chiese o gruppi religiosi.

La curiosa coincidenza tra questi fatti e la ricorrenza del XX settembre, anniversario della Breccia di Porta Pia, mostra quanto la breccia della libertà religiosa, la breccia della fine del potere secolare di una religione, la breccia della laicità sia ancora un obbiettivo da raggiungere nel nostro Paese.

Roma, 20 settembre 2016