Ripresa delle scuole (interrogativi e proposte)

Continuano i Convegni e gli incontri sulla scuola.

Chiunque abbia figli in età scolare si sarà reso conto una volta di più delle tante questioni che si devono affrontare con la riapertura delle scuole. Gli spostamenti, i libri, gli orari, gli insegnanti. Le scuole pubbliche e quelle private. L’ora di “religione” o le varie alternative esistenti. Proposte e imposte.

La società multiculturale del nostro tempo sembra dilatare gli interrogativi tradizionali. Tra i vari convegni, cattolici, protestanti, ebrei, ortodossi e musulmani si sono trovati per discutere dell’identità nel quadro della “convivenza solidale”. Si è riflettuto sul ruolo che i media hanno per “disarmare” le identità, anziché contrapporle e renderle aggressive. Tutti hanno convenuto sulla necessità di andare oltre l’insegnamento religioso confessionale.

Oltre a questa sottolineatura, si è anche suggerita l’idea di un insegnamento delle religioni in ambito scolastico che sappia tenere conto della frammentarietà delle esperienze religiose.

Qualche evangelico potrebbe, di primo acchito, rallegrarsi per una prospettiva di questo genere. Potrebbe però diventare un po’ più incerto, se si rendesse conto che tale insegnamento dovrebbe escludere tutti gli assoluti.

Per gli studenti s’ipotizzerebbe un discorso religioso scorporato della sua religiosità, cioè, del legame con un assoluto, vero o presunto che sia. Bella proposta!

Ma possibile che non ci si renda conto del trabocchetto in cui si sta cadendo? Quale evangelico potrebbe accettare di parlare del Cristianesimo, spogliandolo dei suoi assoluti?

Si capisce, allora, come queste non siano vere proposte, ma solo nuove forme di compromesso. L’unica, vera alternativa rimane che le chiese facciano le chiese e le scuole, le scuole. Questi conflitti d’interesse non giovano né alla scuola né tanto meno alle chiese.

Allora, che ciascuno rimanga nel proprio campo, senza la pretesa d’invadere quello altrui! 

p.s.