SPECIALE DOMENICA DELLA MEMORIA 2023
Domenica della memoria
29 ottobre 2023
Il 31 ottobre 1517 Lutero affisse le 95 tesi a Wittenberg. Questa data ha un forte valore simbolico in quanto viene ritenuta, se non proprio l’inizio della Riforma protestante, almeno un suo passaggio fondamentale. Sta di fatto che dopo l’affissione delle 95 tesi, la Riforma assunse un profilo pubblico e di popolo. La Domenica della memoria (in molti Paesi chiamata “domenica della Riforma”) è allora un’occasione per ricordare la riscoperta dell’evangelo imperniata sul riconoscimento dell’autorità della Scrittura, la centralità di Gesù Cristo, la gratuità della salvezza, l’esigenza che tutta la vita sia vissuta per la gloria di Dio. Oltre a sentirsi eredi spirituali della Riforma protestante, l’Alleanza Evangelica è consapevole del fatto che l’identità evangelica possa e debba collegarsi a tutte le epoche della storia del popolo di Dio che hanno contribuito alla testimonianza fedele all’evangelo, partendo dall’età dei padri della chiesa sino ai risvegli dell’età moderna e contemporanea.
Quest’anno la Domenica della memoria sarà incentrata su tre fuochi, tutti collegati su ricorrenze dell’anno ma che indicano varie direttrici delle responsabilità della memoria nel nutrire la testimonianza evangelica. I tre fuochi sono:
Francesco Turrettini (1623-1687)
Dopo il fervore della Riforma, le prime avvisaglie di liberalismo stavano avanzando nel mondo protestante e Turrettini, figlio di una famiglia italiana originaria di Lucca emigrata in Svizzera per motivi religiosi, contribuì con il suo lavoro a sviluppare una teologia salda e che avrebbe contribuito a nutrire il pensiero evangelico dei secoli successivi. Turrettini compì studi approfonditi che utilizzò nel suo ministero di pastore e teologo componendo diverse opere, tra le quali la principale è L’Istituzione della teologia persuasiva (1674) che si prefiggeva di respingere errori e distorsioni e di esporre la fede ortodossa. Questo quarto centenario è importante anche perché è il primo in cui gli italiani possono attingere da quest’opera fondamentale in italiano essendo in corso di traduzione e pubblicazione a cura di Pietro Bolognesi, Firenze, BE Edizioni. Al riformatore italiano è anche dedicato il fascicolo di Studi di teologia N. 69 (2023) per approfondirne la vita, le opere e l’influenza nel mondo evangelico.
Benché l’influenza di Turrettini in Italia fu quasi nulla, nonostante le sue origini, il pensiero del teologo in realtà ebbe grande influenza non solo in Europa, ma anche oltreoceano formando decine di pastori e teologi che uscivano dal seminario di Princeton. Ad esempio, Charles Hodge, uno dei fondatori del seminario, imponeva la lettura dell’Institutio di Turrettini ai suoi studenti prima di tenere le proprie lezioni.
Il suo pensiero permette un collegamento tra un momento centrale come la Riforma del XVI secolo e i periodi successivi. Ignorarlo vuol dire non riuscire a fare i conti con le pressioni dottrinali e culturali succedutesi nel tempo. La cultura italiana è stata monopolizzata dal romanismo, dal razionalismo, dal pietismo, dal pragmatismo, dal liberalismo, dall’individualismo, dall’attualismo, eccetera e ha preferito ignorare un pensiero che cerca d’evitare slittamenti unilaterali impedendo di tenere in dovuto conto l’insieme del messaggio di Dio. Per ulteriori approfondimenti, cfr. l’intervista a Pietro Bolognesi: “Francesco Turrettini (1623-1687). A confronto con un pensiero solido”
Cristianesimo e liberalismo (1923)
Nel 2023 ricorre anche il centenario della pubblicazione di Cristianesimo e liberalismo (1923), pubblicato in italiano da Alfa & Omega nel 2014. L’autore, Gresham Machen (1881-1937), professore di Nuovo Testamento presso il prestigioso seminario di Princeton, decise di scrivere questo testo per sferrare una critica sistematica e sistemica al liberalismo teologico, il movimento modernista che stava prendendo sempre più piede nelle chiese e Università statunitensi (come lo stesso seminario di Princeton) ed europee, sia esse protestanti che cattoliche. Anziché leggere il mondo con gli occhi della Scrittura, l’illuminismo e la successiva rivoluzione industriale cominciarono a “far prudere le orecchie” ai teologi e ai pastori, i quali diedero adito ai movimenti progressisti e naturalisti, elevando l’uomo e la cultura al di sopra della Scrittura. Oramai i testi biblici non erano più reputati la griglia interpretativa attraverso la quale leggere la realtà, ma un insieme di nozioni da correggere e confutare a seconda delle scoperte scientifiche.
Di conseguenza, Gesù Cristo non poteva che essere classificato come un altro maestro da imitare moralmente al quale era stato attribuito l’appellativo di “Dio” a posteriori, anziché essere riconosciuto aprioristicamente come eterna Parola di Dio incarnata per redimere i peccatori. Nonostante il vocabolario uguale, il significato delle parole utilizzate era totalmente diverso. L’impianto teologico dell’uno era basato sull’io peccatore e sulla cultura ondivaga circostante, mentre il fondamento dell’altro continuava ad essere il Dio uno e trino soprannaturalmente rivelato nella Scrittura.
Ha però senso parlare ancora oggi di liberalismo? Anche se la parola sembra andata un po' in disuso e il movimento sembra aver ovviamente perso la sua verve perché fondato sulla sabbia, in realtà la sua matrice è chiaramente rinvenibile in ogni aspetto della società odierna. Per dirla in un altro modo, oggi le “parole” che il popolo di Dio deve controbattere sono sicuramente diverse, ma il loro “significato” antropocentrico e peccaminoso continua ad essere lo stesso degli inizi del ‘900. Ecco perché, a distanza di cento anni, l’opera di Machen non può essere che considerata più che mai rilevante e attuale.
“La Scrittura e lo Spirito Santo” (2013). Dialogo teologico tra l’AEI e la FCP
Dieci anni fa veniva pubblicato il documento “La Scrittura e lo Spirito Santo”, frutto del lavoro compiuto congiuntamente dalla Commissione teologica dell’Alleanza Evangelica Italiana (AEI) e dalla Commissione per il Dialogo della Federazione delle Chiese Pentecostali (FCP) svolto tra il 2011 e il 2013. Rappresenta un’importante piattaforma di convergenza teologica all’interno dell’evangelismo italiano proprio su un locus - quello della Scrittura nel suo rapporto con lo Spirito Santo – particolarmente strategico per la fede cristiana. Inoltre, richiamando esplicitamente l’Impegno di Città del Capo (2010) e incorporandone la sezione sulla “intera Bibbia come parola di Dio”, si collega alla famiglia globale dell’evangelismo contemporaneo che trova espressione nel Movimento di Losanna.
Il documento nasce per amore della Parola di Dio. Il tavolo di confronto e di dialogo avviato dalle commissioni dell'AEI e della FCP è promosso in uno spirito di comunione e fraterna amicizia. La necessità di ri-considerare lo sviluppo sul tema Spirito/Scrittura alla luce di una variegata e crescente multireligiosità ha spinto le due commissioni a confermare sul piano teologico e ecclesiologico il ruolo che la Scrittura ha in quanto Parola di Dio con unanime consenso. Il risultato testimonia il livello profondo di unità sostanziale nell’evangelo di Gesù Cristo che caratterizza una consistente parte della famiglia evangelica italiana, pur in presenza di sensibilità e/o prospettive diverse su aspetti sicuramente secondari.
Il documento è diviso in tre capitoli:
1. Lo Spirito Santo e la rivelazione della Parola scritta
2. Lo Spirito Santo e l’interpretazione della Parola scritta
3. Lo Spirito Santo e la predicazione della Parola scritta
L’augurio è che questo documento sia diffuso nelle chiese evangeliche italiane diventando motivo di incontri e oggetto di ulteriori approfondimenti.
Suggerimenti per il culto della Domenica della Memoria
Benvenuto (il senso della fedeltà di Dio nel tempo)
Canto
Lettura biblica
Preghiera
Rievocazione della figura di Francesco Turrettini, del libro Cristianesimo e liberalismo e del documento “La Scrittura e lo Spirito Santo”.
Canto
Predicazione
Preghiera
Inno di consacrazione
Benedizione
Un comunicato del Consiglio Esecutivo Federale dell’Alleanza Evangelica Italiana
Roma (AEI), 6 ottobre 2023 – A seguito della partecipazione del Segretario generale dell’Alleanza evangelica mondiale, Thomas Schirrmacher, alla “veglia di preghiera” per il Sinodo della chiesa cattolica del 30 settembre, il CEF dell’AEI ha emesso il seguente comunicato (in inglese pubblicato da Evangelical Focus qui):
Pregare in una riunione presieduta dal Papa cattolico romano in piazza San Pietro, riconoscendo la sua leadership spirituale. Pregare insieme a leader protestanti liberali e ortodossi mostrando visibilmente che siamo tutti "uniti". Pregare davanti a un ritratto di Maria. Pregare in una veglia ecumenica alla vigilia e in occasione del Sinodo cattolico romano. Questo è ciò che è accaduto il 30 settembre 2023. Il video dell'evento è qui. Il programma dell'evento è qui. L'"unità" (tra i cristiani di ogni genere e tra tutti i popoli) è stato il messaggio principale dell'evento.
Purtroppo, l'Alleanza Evangelica Mondiale ne ha fatto parte a pieno titolo. Il suo Segretario generale era tra i leader ecclesiastici che vi hanno partecipato attivamente e pubblicamente. Qual è stato il messaggio della "veglia ecumenica di preghiera"? Eccolo: La WEA appartiene ora alla "famiglia ecumenica" ed è pienamente integrata nel movimento ecumenico formato dalla Chiesa cattolica romana (CCR) e dal Consiglio ecumenico delle Chiese (CEC).
Storicamente, la WEA è stata fondata per dare espressione visibile all'unità evangelica fondata sul Vangelo, in contrapposizione all'unità ecumenica del CEC e della CCR, e persino in opposizione ad essa. In seguito, l'aspetto oppositivo è stato messo da parte quando la WEA ha assunto un atteggiamento di cooperazione su questioni come la libertà religiosa e i temi socio-politici, mantenendo la sua distinzione sull'unità. Negli ultimi anni, sono emersi chiari segnali di una maggiore attrazione della leadership della WEA verso il divenire parte integrante del movimento ecumenico, non più distinta da esso.
Con la "veglia ecumenica" a cui ha partecipato il massimo rappresentante della WEA, abbiamo superato il limite. La WEA è ora spiritualmente parte del movimento ecumenico. Una volta che si prega pubblicamente con il Papa, in piazza San Pietro, davanti a un ritratto di Maria, abbracciando il messaggio di unità spirituale con liberali e leader ortodossi, la presunta distinzione diventa secondaria. L'identità evangelica viene assorbita dall'unità ecumenica con la CCR e il CEC.
Nel 2017, con una "Lettera aperta alla leadership della WEA", le Alleanze evangeliche di Italia, Spagna e Malta hanno espresso preoccupazione per l'agenda ecumenica che la leadership della WEA stava perseguendo, allontanandosi dalle posizioni storiche di unità evangelica distinta se non opposta all'unità ecumenica. Sono state date assicurazioni che le preoccupazioni erano ingiustificate. È invece evidente che erano del tutto legittime: la partecipazione della WEA alla "veglia ecumenica di preghiera" dimostra che avevano messo il dito sul punto giusto e che la situazione è ora ulteriormente compromessa. Siamo confusi e delusi da quanto è accaduto. Pensiamo che sia stato il punto più basso vissuto dalla WEA nella sua storia, con una significativa perdita di credibilità evangelica.
Siamo impegnati nella causa dell'unità evangelica fondata sul Vangelo. Che il Vangelo di Gesù Cristo, non l'agenda ecumenica, sia la nostra guida.
Il Consiglio esecutivo federale dell'Alleanza evangelica italiana (Roma, 3 ottobre 2023)
Un’intervista a Evangelical Focus
Roma (AEI), 6 ottobre 2023 – Rispondendo a una domanda di Evangelical Focus, Giacomo Ciccone, presidente dell'Alleanza Evangelica Italiana, ha dichiarato che qualcuno dell’AEI ha avuto modo di parlare con un rappresentante dell'Alleanza Evangelica Mondiale presente all'evento di Roma per esprimere la propria "delusione" per il fatto che "nessuno all'AEI era a conoscenza della partecipazione della WEA prima che fosse annunciata ufficialmente".
La veglia di preghiera ecumenica è stata una "espressione spirituale di unità senza sfumature", ha aggiunto, che ha mostrato l'immagine che i cristiani evangelici sono "parte di una grande famiglia cristiana" che è "con il Papa, e sotto la guida spirituale del Papa".
Questo percorso verso l'ecumenismo, ha aggiunto Ciccone, è "una politica della leadership della WEA di decisioni cumulative" prese senza "un voto dei membri" e quindi "è contro la natura dell'Alleanza - che è un movimento di base". L'ecumenismo con Roma e con le Chiese teologicamente liberali, ha aggiunto, "non è il motivo per cui la WEA è stata creata".
Il Consiglio Esecutivo Federale dell'Alleanza Evangelica Italiana ha dichiarato a Evangelical Focus che deciderà come questa "linea di demarcazione" influenzerà in futuro il loro rapporto con la WEA.
A cura dell’Ufficio stampa dell’Alleanza Evangelica Italiana
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Redazione: Lucia Stelluti, Chiara Lamberti, Leonardo De Chirico, Giovanni Marino, Sergio De Blasi, Carine Francq.
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