“Nessuna attenzione alle minoranze e alla libertà religiosa”

Un primo bilancio sul Governo Conte

Roma (AEI), 24 agosto 2019 – “Nessuna attenzione alle minoranze e alla libertà religiosa”: è questa la sintesi di un’intervista al vice-presidente AEI Leonardo De Chirico pubblicata dai siti Evangelical Focus (inglese) e Protestante Digital (spagnolo).  Già all’insediamento del governo Conte, l’AEI aveva lamentato l’assenza di attenzione alle minoranze presente nel “contratto” di governo e la pericolosa considerazione del tema “religioso” sotto la rubrica della lotta al terrorismo e la salvaguardia dell’ordine pubblico.

Nel corso dell’intervista De Chirico ha sottolineato che il governo Conte aveva promesso di essere il governo della “svolta”, ma in realtà ha reiterato i peggiori e vecchi difetti della politica italiana: un’eccessivamente alta concezione di sé (“abbiamo abolito la povertà”!), visione di breve termine in politica economica e ricerca del capro espiatorio (i migranti, l’Europa, ..) per coprire i propri limiti ed errori.

“Il governo ha mostrato nessun interesse per le minoranze e per la libertà religiosa” – ha proseguito De Chirico. “Questi sono temi su cui gli evangelici sono particolarmente sensibili. Le minoranze sono state considerate delle minacce mentre la libertà religiosa è stata totalmente assente dalla visione culturale del governo”. “La qualità del discorso pubblico ha subito un peggioramento sensibile, con toni emotivamente al di sopra delle righe”.

“Abbiamo anche assistito all’esibizione della peggiore idolatria cattolica in politica: Conte che esibisce il santino di Padre Pio che porta nel taschino, Di Maio che bacia l’ampolla di san Gennaro e Salvini che brandisce il rosario e invoca la benedizione della Vergine Maria. Allo stesso tempo, locali di culto evangelici sono stati chiusi nell’Italia del nordsenza che nessuno abbia mosso un dito per questa terribile violazione della libertà religiosa”. Sul tema dei migranti, De Chirico ha affermato che essa è stata trattata come una questione identitaria più che umanitaria e politica. Poi è mancata, anche da parte dell’Europa, una visione d’insieme su come affrontare il problema. (CL)