Il bene della città anche in contesti di esilio

Una tavola rotonda alle Giornate teologiche 2018

Roma (AEI), 10 settembre 2018 – “La ricerca del bene della città è un imperativo della visione cristiana anche in contesti di esilio”. Con queste parole Giuseppe Rizza, coordinatore AEI del distretto Nord-est, ha introdotto la sua relazione alle Giornate teologiche svoltesi a Padova presso l’Istituto di Formazione Evangelica e Documentazione dal 7 all’8 settembre. Il tema delle Giornate era incentrato sul profeta Geremia e ha visto il susseguirsi di relazioni su vari testi del profeta portate da pastori e studiosi italiani. Nell’ambito dei lavori, si è tenuta anche una tavola rotonda sulla celebre lettera del profeta Geremia agli esiliati (cap. 29). Alla tavola rotonda, presieduta da Giacomo Ciccone, presidente AEI, hanno partecipato Giuseppe Rizza e Luigino Bruni, economista della LUMSA.

Nel suo intervento, Rizza ha ricordato come il Dio d’Israele, essendosi stretto ad un patto con il suo popolo, non è tuttavia un Dio territoriale. Egli è fedele anche se il suo popolo non lo è e, a causa del peccato, si trova a vivere in una condizione di esilio fuori dalla terra promessa. Il mandato culturale affidato alla creazione e ribadito nell’alleanza mosaica, rimane la bussola anche in tempi di deportazione: costruire case, abitarle, vivere la vita e cercare la shalom della città. Attualizzando e applicando l’insegnamento di questo testo di Geremia, Rizza ha ricordato alcuni pilastri del pensiero sociale evangelico: la distinzione dello stato dalla chiesa e la limitazione dei poteri del primo; la chiamata della chiesa ad essere una comunità inserita nel contesto della città ma distinta sul piano della convinzioni e della qualità della vita; la necessità di un contesto che favorisca il pluralismo e la libertà personale. (AP)