Quale Europa per quale immigrazione?

Un’intervista di Protestante Digital al vice-presidente AEI Leonardo De Chirico

Roma (protestantedigital.com; AEI), 10 luglio 2018 – L’Europa è attraversata da una profonda crisi che vede i Paesi che ne fanno parte sempre più schierati l’uno contro l’altro e con gravi problemi al loro interno. Le ultime tensioni tra Italia e Francia in merito alla questione dei migranti, che hanno visto il Presidente francese Macron accusare l’Italia di cinismo ed irresponsabilità, hanno evidenziato il crescente senso di malcontento che corre, non solo tra i due paesi, ma più in generale tra i Paesi dell’Unione.

La crisi migratoria ha contribuito a far vacillare un equilibrio già molto precario e secondo il vicepresidente dell’Alleanza Evangelica Italiana, Leonardo De Chirico intervistato dalla redazione di Protestante Digital, web magazine spagnolo, la questione dei migranti è stata politicizzata ed è utilizzata strumentalmente per gettare la responsabilità dei problemi sugli altri Stati e sulle istituzioni europee.

Il dibattito si è così inasprito che è diventato difficile parlare di questo soggetto con lucidità e senza demagogia. Gli Stati continuano ad accusare l’Europa, pur non rinunciando a chiederle aiuti, i politici continuano a giocare per i loro interessi elettorali con l’Europa muovendosi tra soluzioni nazionalistiche e proposte di rafforzamento dell’Unione. “La domanda che dobbiamo porci è: quale Europa vogliamo? Un’area di libero commercio? Bene, l’immigrazione sarà affrontata singolarmente dagli stati componenti. Oppure vogliamo che l’Europa sia una federazione di stati? Allora, l’immigrazione diventerà una questione “federale”, cioè di tutti. Non si può evocare l’Europa da un lato, e dall’altro perseguire politiche nazionalistiche”.

Risulta quindi evidente che manca una reale visione di Europa. Per De Chirico, gli evangelici in Europa devono incoraggiare un dibattito pubblico sul futuro del continente per poter anche affrontare la questione dell'immigrazione. Gli evangelici europei, che godono dell’unità in Cristo, unità che trascende i giochi politici di alleanze e disaccordi, devono continuare a collaborare e mantenere sani rapporti, anche partecipando ad attività comuni come la Settimana Mondiale di Preghiera a gennaio.

Per De Chirico, la sfida dell’AEI si combatte anche sul campo italiano, dove è necessario invitare ad una maggiore partecipazione dei credenti al dibattito pubblico del paese portando le istanze della cultura evangelica e non solo prendendo le parti di questo o quel partito. Bisogna lavorare per costruire un approccio evangelico al dibattito e alla vita pubblica. Questa sfida sembra essere ancor più necessaria, secondo il vicepresidente, ora che il governo in carica sembra voler prendere il cattolicesimo culturale come un forte marcatore identitario contro le minoranze. Il Movimento 5 stelle non ha sin qui mostrato alcun interesse sui temi della libertà religiosa e della tutela delle minoranze. Ora che la classe politica ha subito un quasi totale rinnovamento, per gli evangelici è necessario aprire nuovi canali di dialogo e costruire relazioni rispettose e collaborative. (CL)