“Fui straniero e mi accoglieste”

Celebrata la Domenica del Rifugiato

Roma (AEI), 25 giugno 2018 – Diverse chiese evangeliche italiane hanno colto l’occasione della Domenica del Rifugiato, indetta dall’Alleanza Evangelica Europea, in concomitanza con una giornata di sensibilizzazione dell’ONU, per pregare e riflettere sulle responsabilità cristiane nei confronti del tema dell’accoglienza. In Abruzzo, rappresentanti di 7 chiese locali della Val Pescara si sono trovati insieme il 24 giugno. L'incontro si è tenuto presso i locali del Centro Cristiano Il Buon Samaritano con un programma ricco al fine di coinvolgere, attivamente, tutti i presenti e di confermare la comunione fraterna che già da diversi anni si va consolidando in questa regione. Lo scopo è stato quello di trascorrere un tempo di riflessione, condivisione e preghiera sul tema dello straniero e dell'accoglienza, insieme, per raccogliere le sfide e conoscere le opportunità che la Chiesa vive riguardo al tema immigrazione.

La predicazione della Parola è stata affidata ad Antonino Memme che, partendo dal testo di Deuteronomio 10:12-22, ha ribadito la necessità di sviluppare una teologia dell'accoglienza: “Accogliamo, perché Dio ci ha accolti”. Giacomo Ciccone ha proseguito subito dopo, leggendo il documento AEI del 2008 Immigrati e Confini responsabili ed uno stralcio da un altro importante documento AEI del 2017 Riformare l'Europa, ma come?  per far conoscere ciò che l'Alleanza da anni svolge per sensibilizzare una coscienza evangelica su un tema così sfidante. Avvalendosi del materiale anche fornito dall'AEE, c'è stata la visione del cortometraggio The Peace Between al quale ha fatto seguito una profonda discussione in gruppi. Pietro Evangelista  ha condiviso la sua personale testimonianza sul ministrare tra i migranti avendo alle spalle esperienze profonde di amicizia e collaborazione con credenti stranieri in Italia. Bridget Epiph, originaria della Nigeria, ha testimoniato, in italiano, della sua integrazione nel nostro Paese dove si è costruita una famiglia e si è pienamente inserita nella chiesa locale. Mosé Ciccone e il fratello Jesus, sudamericano di origine, hanno condiviso l'uno, la sfida che la chiesa deve affrontare nell'accoglienza che comprende sempre il rinunciare a qualcosa, e l'altro che non deve esistere la differenza tra il Rifugiato e il Migrante Economico perché Dio non fa queste distinzioni nella Sua Parola. Mario Fanelli, responsabile per 30 anni di un patronato/caf, ha spiegato le difficoltà burocratiche che gli stranieri incontrano in Italia, ricordando che, come credenti, siamo chiamati a far conoscere le leggi a coloro che sono ignari dei propri diritti e doveri. L'intervento di Joshua Evangelista (Compassion) sullo sfruttamento del lavoro  minorile in Ghana, ha indicato come si possano eseguire azioni concrete là nei paesi di origine per evitare di dover fuggire dalla propria nazione. Dopo un tempo di preghiera per i leader, la comunità e gli sfollati, l'incontro si è concluso con un pasto solidale (riso e fagioli) per ricordare che sono tanti nel mondo coloro che soffrono per la mancanza di cibo e che dobbiamo essere grati a Dio per quello che ci provvede ogni giorno.

A Roma, ad esempio in una chiesa del centro, la Domenica del Rifugiato è stata introdotta da Valeria Marzano che, sulla base di una mappa elaborata dall’Alleanza Evangelica Mondiale, ha ricordato come le persone in movimento a causa di guerra o situazioni di conflitto siano 65 milioni e che tra i primi dieci Paesi che accolgono i rifugiati solo uno è europeo (la Germania). Si è pregato per le opportunità e le sfide alla testimonianza dell’evangelo che questo fenomeno comporta ed anche per le varie attività di sostegno ai profughi in cui le chiese italiane sono coinvolte.  

La Domenica del Rifugiato e la necessità della chiesa di coltivare nel proprio calendario riflessione e preghiera in tema di migrazioni ed accoglienza sono una risposta alla Parola di Dio: così come la festa della Capanne ricordava al popolo d'Israele l'aver dovuto peregrinare in Egitto e nel deserto (Lev. 23,42-43) proprio in virtù di suscitare responsabilità verso gli stranieri (Es. 23,9), allo stesso modo celebrare questo appuntamento stimola il popolo di Dio ad un atteggiamento responsabile verso i migranti nel contesto contemporaneo. (CF)