Conosciamo le Dichiarazioni evangeliche II (11)

In questa nuova rubrica presentiamo una scheda su ciascun documento contenuto nel volume Dichiarazioni evangeliche II. Il movimento evangelicale 1997-2017, a cura di Pietro Bolognesi, Bologna, EDB 2017.

Ciascuna scheda descrive i principali contenuti delle singole dichiarazioni, nella consapevolezza che esse esprimono una varietà di sensibilità evangeliche  su cui vi possono essere valutazioni diverse (ndr).

Manifesto evangelico di Washington D.C. (2008)

Dichiarazione sull'identità evangelica e lìimpegno pubblico
Ciascuna scheda descrive i principali contenuti delle singole dichiarazioni, nella consapevolezza che esse esprimono una varietà di sensibilità evangeliche su cui vi possono essere valutazioni diverse (ndr)

Roma (AEI), 26 aprile 2018 –  Il rapporto tra evangelici e politica negli USA si è sempre giocato su un confine delicato. In quel grande paese dove gli evangelici sono una componente consistente della società, il rischio di una politicizzazione della fede o di una sua riduzione a fatto meramente privato è sempre in agguato. Talvolta il termine evangelico viene associato in modo indiscriminato alla “destra religiosa” o alle politiche di qualche presidente o figura influente di fede evangelica.

Prendendo sul serio i rischi di un uso strumentale della parola “evangelico” nello spazio pubblico, un gruppo di leaders evangelici nordamericano ha redatto questo Manifesto che si prefigge di sottolineare il carattere spirituale e teologico dell’identità evangelica, avente suoi tratti distintivi dottrinalmente biblici e sociologicamente trasversali. “Evangelico” non può essere usato per descrivere una posizione politica qualunque sia. Su questo sfondo il Manifesto richiama gli evangelici a ripensare il loro posto nella sfera pubblica, guardandosi dal rischio speculare di un appiattimento politicizzato e di un vissuto privatistico della fede.    

Invece di rimanere invischiati in una concezione sacralizzata o neutra dello spazio pubblico, secondo il Manifesto gli evangelici devono farsi promotori di uno “spazio pubblico civile”, “una visione della vita pubblica in cui i cittadini di ogni fede siano liberi di entrare e impegnare la sfera pubblica secondo la propria fede, ma nel contesto di ciò che sia condiviso, giusto e libero anche per le altre fedi”. I diritti rivendicati per la propria parte religiosa devono essere rivendicati per tutti i partecipanti al dibattito pubblico. In questo modo si crea uno spazio pubblico “civile”.