Conosciamo le Dichiarazioni evangeliche II (2)

In questa nuova rubrica presentiamo una scheda su ciascun documento contenuto nel volume Dichiarazioni evangeliche II. Il movimento evangelicale 1997-2017, a cura di Pietro Bolognesi, Bologna, EDB 2017.

Orientamenti evangelici per pensare il cattolicesimo (1999)

Un contributo italiano ad una questione globale

Roma (AEI), 25 gennaio 2018 – Alla vigilia del Grande Giubileo che la Chiesa cattolica si preparava a celebrare nel 2000 e che sarebbe stato una grande vetrina del pontificato di Giovanni Paolo II, le Giornate teologiche dell’Istituto di Formazione Evangelica e Documentazione di Padova dedicarono il convegno del 1999 ad un’analisi del cattolicesimo contemporaneo. Con relazioni di A. Nisus, L. De Chirico, G. Conte, A. Maffeis e altri, le Giornate si misurarono con le sfide del cattolicesimo contemporaneo. La lettura evangelica dell’universo complesso e diversificato del cattolicesimo non doveva essere “atomistica”, cioè affastellare elementi del cattolicesimo senza coglierne il collante e la struttura interna, ma doveva ambire ad essere “sistemica”, cioè a rendere ragione della cattolicità romana, avvolgente e dinamica quanto stabile e permanente.

A conclusione delle Giornate teologiche fu diramato il documento “Orientamenti evangelici per pensare il cattolicesimo”. Rispetto allo smarrimento del discernimento evangelico incapace di decodificare le sirene ecumeniche, il documento propone la necessità di affrontare il cattolicesimo in quanto sistema avente una propria spina dorsale “romana” e una progettualità “cattolica”. La base della chiesa di Roma non è fondamentalmente biblica e il suo disegno è spurio. Inoltre suggerisce l’attualità delle istanze poste dalla Riforma protestante (sola Scrittura, solo Cristo, sola grazia) per approntare una griglia biblicamente responsabile per comprenderlo. Chiude con la necessità di vigilare affinché l’auspicata co-belligeranza su questioni di carattere sociale ed etico sia ben distinta da un tanto vago quanto infondato impegno comune per la “missione”. L’unità cristiana è possibile solo tra i cristiani nati di nuovo e non può essere confusa con un disegno ecumenico basato su criteri sacramentalisti o sentimentalisti.

La vasta eco avuta dal documento è rintracciabile nelle diverse pubblicazioni e traduzioni che ebbe in più lingue: “Orientamenti evangelici per pensare il cattolicesimo”, Ideaitalia III:5 (1999) 7-8; anche in Comunicazioni cristiane XI (1999/12) 13-14 [trad.: “Le catholicisme romain: une approche évangélique”, Vivre, 8-9 (2000) 10-14 e Fac-Réflexion 51-52 (2000/2-3) 44-49; “Ein Evangelikaler Ansatz zum Verständnis des Römischen Katholizismus”, Freie Theologische Akademie, 2000 e Bibel Info 59/3 (2001) 10-13; “An Evangelical Approach Towards Understanding Roman Catholicism”, Evangelicals Now, Dec 2000, 12-13; European Journal of Theology X (2001/1) 32-35], a testimonianza dell’importanza del contributo italiano alla difesa e conferma dell’evangelo. L’anno successivo, nel 2000, l’Assemblea dell’Alleanza Evangelica Italiano adottò il documento come propria piattaforma di riferimento per relazionarsi col cattolicesimo romano.