Resoconto Assemblea Federale AEI 2010

Si è svolta il 17 aprile scorso, a Roma, l’Assemblea Federale dell’Alleanza Evangelica Italiana. Era prevista la partecipazione di Evi Rodemann, direttore esecutivo di Mission Net quale oratore, ma a causa del blocco dei voli dovuto all’eruzione del vulcano islandese non ha potuto raggiungerci, come pure il vicepresidente Leonardo De Chirico, in viaggio in Inghilterra e da tre giorni bloccato per la stessa ragione. È stato quindi incaricato di rivolgere un messaggio all’assemblea il presidente APICE (Associazione Professionisti Imprenditori Cristiani Evangelici) Daniele Salini.

Salini, prendendo spunto dalla storia di Zaccheo e dal libro di Aggeo, ha esortato la chiesa ad avere lungimiranza, non limitandosi a cercare la soluzione dei problemi del presente, ma ad avere una prospettiva più ampia rivolta verso il futuro. Per questo, secondo Salini, è necessario anche che la chiesa sia unita, e l’AEI interpreta in maniera puntuale questa necessità e sarebbe opportuno impegnarsi per favorire ulteriormente il suo sviluppo.

A seguire la relazione del presidente Roberto Mazzeschi che ha riassunto i risultati conseguiti ed ha indicato all’assemblea gli obbiettivi futuri. L’AEI continua a raccogliere consensi dalla chiesa italiana, registrando una costante crescita, con nuove adesioni ogni anno. Quest’anno sono una ventina i nuovi membri (un terzo dei quali sono chiese o associazioni) che hanno ulteriormente accresciuto la famiglia dell’AEI.

Tra i vari temi affrontati ne segnaliamo due di particolare importanza ed urgenza:

  1. certamente quello dell’immigrazione, rispetto al quale si &egarve; deciso di aderire allo “sciopero della fame” (di 24 ore a rotazione) indetto da Radicali Italiani, con una raccolta firme, allo scopo di chiedere allo Stato italiano il rispetto dei tempi previsti (20 giorni) per il rinnovo dei permessi di soggiorno.

    Di fatto i tempi di attesa sono al momento molto più lunghi. Lo stesso Pual Schafer, responsabile del nuovo Dipartimento sull’Immigrazione dell’AEI, ha reso noto che la stessa missione Cristo È La Risposta di cui Schafer è un responsabile, incontra notevoli difficoltà perché alcuni componenti sono extracomunitari e spesso sono costretti ad attese di 7, a volte 10, mesi per il rinnovo del permesso di soggiorno. Paul Schafer stesso, cittadino canadese, ma in Italia da 34 anni, deve ogni due anni rinnovare il permesso, come del resto capita a moltissimi altri fratelli stranieri presenti in Italia. Il che comporta inevitabilmente tutta una serie di difficoltà, che vanno dall’impossibilità di prendere una casa in affitto, di iscrivere i figli nella scuola pubblica, all’avere assistenza sanitaria o stipulare un contratto di lavoro, ecc.

    Si è pertanto richiesto alle singole chiese l’adesione all’iniziativa, non solo da parte delle cosiddette chiese etniche, ma da parte anche di tutti i credenti italiani, in segno di solidarietà verso le centinaia di migliaia di fratelli evangelici presenti sul territorio italiano. Per favorire la raccolta di adesioni, è stato predisposto un modulo di adesione, che potrà essere qui scaricato.
  2. Altro tema scottante è la disparità di trattamento da parte dello Stato italiano, delle varie confessioni religiose, la mancanza di pari opportunità tra queste. L’ostilità da parte delle varie istituzioni nei confronti delle minoranze religiose, che vedono spesso calpestati i propri diritti. Mancato accesso ai mezzi d’informazione del servizio pubblico, mancato accesso ai finanziamenti destinati alle attività di culto, appannaggio quasi esclusivo della chiesa cattolica, mancata concessione di aree destinate all’edificazione di luoghi di culto, difficoltà per le concessioni urbanistiche per la costruzione di edifici di culto, problemi per la destinazione d’uso dei locali non accatastati come luoghi di culto, mettendo di fatto fuori legge la gran parte delle chiese evangeliche, ostacoli agli ingressi negli ospedali e negli istituti di pena, e la lista potrebbe continuare.

    Si è deciso pertanto di convocare un raduno per il prossimo 19 giugno a Roma, che avrà come particolare obbiettivo, la richiesta del rispetto del pluralismo dall’informazione, da parte soprattutto del servizio pubblico, radiotelevisivo. Il raduno si aprirà con un corteo, con una conclusione in una piazza di Roma.