Gli evangelicali non esistono... l'unità neppure!

La Giornata cattolico-evangelica siciliana

È accaduto al Palacannizzaro di Pian del Lago (CL), lo scorso 12 novembre... Un incontro ecumenico, denso di contenuti e straordinariamente seguito (più di 500 i convenuti), denominato "Giornata cattolico-evangelica siciliana". L'iniziativa richiamava la dichiarazione congiunta cattolicoluterana sulla giustificazione, firmata il 31 ottobre 1999 ad Augusta da rappresentati ufficiali della Chiesa cattolica romana e della Federazione mondiale luterana, ed era organizzata da un comitato composto dal delegato per l'ecumenismo e il dialogo interreligioso della diocesi di Caltanissetta, P. Calogero Milazzo, dal pastore della chiesa cristiana avventista di Piazza Armerina, Enzo Paolo Caputo, e dal pastore della chiesa valdese di Palermo, Giuseppe Ficara.

Questo, il programma: Liturgia interconfessionale (past. valdese Elisabetta Ribet); Animazione mimata (Gruppo interconfessionale di Palermo); Conferenza (prof. Paolo Ricca, Facoltà valdese di teologia di Roma; prof. James Puglisi, ministro generale dei Frati francescani dell'Atonement e direttore del centro Pro Unione di Roma); Spazio per interventi dei partecipanti; Testimonianze, introdotte dalla past. luterana Christa Wolf, di una suora, un avventista, un aderente al movimento del Rinnovamento nello Spirito, un battista, una luterana e, infine, rappresentati del movimento dei Focolari, della parrocchia di S. Giuseppe di Caltanissetta, e della chiesa valdese di Palermo; Intervallo musicale (chiesa valdese di Palermo, chiesa battista di Reggio Calabria); Chiusura con un "Messaggio alle chiese" (introdotto dal mons. Sotir Ferrara, eparca di Piana degli Albanesi e presidente del Centro pastorale per l'ecumenismo e il dialogo interreligioso della CESI, e letto dal mons. Antonio Adragna).

L'incontro si è svolto in un clima di cordialità e di entusiasmo e, benché il programma fosse eccessivamente denso, molti hanno "resistito" fino al congedo ufficiale, riconoscendo che si è trattato di "qualcosa di nuovo" nel panorama ecumenico italiano. La componente cattolicoromana ha avuto un ruolo dominante, e si capisce come anche qualche membro del comitato organizzatore si sia sentito "offeso" dalla benedizione in nome di "Maria Theotòkos" da parte del Vescovo di Caltanissetta e dal debordante marianesimo nelle testimonianze della suora e del membro del "Rinnovamento nello Spirito". Sebbene fosse presente un cospicuo numero di credenti di chiese pentecostali e apostoliche e altri appartenenti alla componente evangelica "risvegliata" e "conservatrice", è apparso che gli evangelicali non esistono: sono delle non-entità. Gli evangelicali disturbano.

Davanti alla domanda se vi fossero state critiche da parte di alcuni evangelici alla dichiarazione congiunta cattolico- luterana sulla giustificazione, il professor Ricca ha rivelato una sorprendente ignoranza. Va bene ignorare quanto pubblicato in altri Paesi, ma come si fa a non fare alcun cenno neppure a quanto pubblicato in campo evangelicale in Italia? Si pensi a Giustificati per sola fede di Robert C. Sproul (ediz. Alfa & Omega), con in appendice una valutazione di Leonardo De Chirico proprio sul documento in questione, e a Sola fede, sempre di R.C. Sproul, ma anche a Fede spericolata, di John MacArthur, pubblicati da Passaggio, oltre adiversi articoli apparsi su varie riviste evangeliche. La risposta di Ricca potrebbe essere solo dovuta all'ignoranza, ma potrebbe essere anche letta come negazione del diritto di cittadinanza agli "evangelicali" tra gli evangelici. Si tratterebbe di persone che, per grettezza o semplicemente per coerenza con l'insegnamento dei Riformatori, si rifiutano di considerate la Riforma del XVI secolo come il risultato di un "difetto di comunicazione" – un equivoco, insomma – ma continuano a ritenerla essenzialmente un "risveglio religioso" e uno scontro più che necessario tra due visioni di Dio, dell'uomo, del mondo, e quindi del Vangelo, antitetiche, alternative e inconciliabili tra di loro. La prima sarebbe  un'imperdonabile gaffe accademica; la seconda, una strategia ecclesiale preoccupante.

Cosa fare? Beh, innanzi tutto, la cosa va risaputa. Poi, se mi si consente, vorrei alzare la mia debole voce per raccomandare due atteggiamenti:

1) evitare sia i piagnistei sia le manovre politiche. Bisogna accettarlo: noi evangelicali siamo sistematicamente ignorati dalle istituzioni, dai mass-media e dal Protestantesimo storico, e continueremo a esserlo, se diciamo "pane al pane". Pur costituendo una forza dal punto di vista numerico, siamo però troppo deboli, polverizzati e poco inseriti nel tessuto sociale e culturale per sperare di far sentire la nostra voce ad alti livelli. Se accettiamo di assumere la posizione di "evangelicali"; se crediamo davvero che il Protestantesimostorico abbia sbagliato  ad abbandonare l'ortodossia riformata e a seguire prima il liberalismo teologico e poi la neoortodossia e il neo-liberalismo; se crediamo davvero che anche ,le chiese evangeliche teologicamente conservatrici dovrebbero riflettere profondamente sui richiami della Dichiarazione di Cambridge ( www.solagrazia.it/documenti/dichiarazionecambridge.htm), allora ci stiamo ponendo dalla parte della minoranza della minoranza, di uno sparuto residuo tra il residuo… Lo dico con sofferenza, sperando di essere libero dall'odioso orgoglio di chi si crede uno dei "pochi eletti e fedeli" o di chi è affetto dalla "sindrome di Elia": se altri manipolano la verità, soffocando le voci scomode, noi non dobbiamo usare gli stessi mezzi. Soltanto soffrendo, trionferemo. L'Agnello è divenuto il Leone, perché è stato immolato (Apocalisse 5:5-6). Per vincere, è necessario il sacrificio. Il coraggio della resistenza sia la nostra politica!

2) Il secondo atteggiamento consiste nel cercare i pagani per predicare loro l'Evangelo. Quanto ho visto mi ha incoraggiato moltissimo, ha acceso il mio cuore di zelo, mi ha persuaso che io e la mia chiesa dobbiamo essere tra i pagani che ci circondano, per predicare loro l'Evangelo. Questa è la nostra chiamata. Ci sono tante persone disperate, schiacciate dal vuoto della nostra epoca, che vivono vite senza senso e lo cercano dove non possono trovarlo. E noi, che cosa stiamo facendo per loro? Anche noi siamo interessati all'unità, ma non a quella "di facciata", precaria come quella delle "emulsioni", e ipocrita, perché non pone le vere domande e non cerca le vere risposte. Cerchiamo di capire più profondamente, di predicare più fedelmente e di vivere più coerentemente lo stesso Evangelo: così mostreremo al mondo la vera unità! Cerchiamo il Signore con la preghiera e il digiuno, personalmente e collettivamente, con le nostre chiese; cerchiamo i pagani, i bisognosi, e portiamo loro il Salvatore del mondo, la Speranza, la Via, la Verità e la Vita!

Nazzareno Ulfo