Comunicato stampa sull'elezione di Benedetto XVI

L’Alleanza Evangelica Italiana saluta il neo-eletto papa della Chiesa cattolica romana, Benedetto XVI. Nella sua qualità di fine teologo del Vaticano II e sapiente custode dell’ortodossia cattolica, gli evangelici si aspettano un pontificato all’insegna della chiarezza teologica e dell’onestà spirituale. Peraltro, queste due caratteristiche sono state già ampiamente mostrate, ad esempio, nel documento “Dominus Iesus” (trad. “Il Signore Gesù”) del 2000 uscito dalla penna dell’allora card. Ratzinger sul tema dell’ecumenismo e del dialogo. Fuggendo le finezze retoriche che nascondono i problemi invece di affrontarli, Raztinger ha parlato in modo duro e spigoloso, eppure chiaro.

Se il dialogo tra evangelici e cattolici deve procedere, non può che farlo che “seguendo la verità nell’amore” (Ef 4,15). Inoltre, è da sottolineare la profonda onestà che pervade il pensiero della “Dominus Iesus”. L’agenda ecumenica della dichiarazione è limpida. In soldoni, si può riassumere così: la Chiesa cattolica, nell’aprirsi al dialogo, non recede di un millimetro dalle sue posizioni e si aspetta che gli altri vadano verso di lei. Paradossalmente, anche questo aiuta nel dialogo perché chiarisce le posizioni e gli obbiettivi.

Alla luce delle posizioni espresse, gli evangelici pongono al nuovo papa due domande.

1. La “Dominus Iesus” di Ratzinger ribadisce il “governo” del Successore di Pietro sull’unica chiesa e sostiene che il primato è del papa “oggettivamente” (17). Ora, di fronte a ciò che si dà oggettivamente, non c’è altro da fare che arrendersi all’evidenza. Se la sostanza del papato è “oggettiva”, l’ecumenismo non può che essere un richiamo all’ovile del papa. A Benedetto XVI chiediamo: è possibile una conversione biblicamente radicale delle attuali strutture di governo della Chiesa cattolica, date le sue premesse “oggettive”? E’ possibile una riforma secondo l’evangelo di Gesù Cristo se la Chiesa di Roma si considera qualcosa di non modificabile?

2. Sempre il documento di Ratzinger precisa quali siano gli elementi fondamentali della vera chiesa cristiana. Tra gli altri, essi vengono indicati nell’episcopato valido (quello in comunione con Roma) e nell’integra sostanza dell’eucaristia (quella romana). Di fronte a questi criteri, molte chiese evangeliche sono propriamente delle comunità di serie B, in cui i mezzi della grazia sono considerati scarsi e carenti. Al nuovo papa chiediamo: è ancora possibile considerare l’episcopato una caratteristica essenziale della chiesa? Le attese di Benedetto XVI prevedono una resa unilaterale ed incondizionata delle chiese deficienti al governo del papa, cioè il suo?

Pur non riconoscendo al papa il ruolo di vicario di Cristo e di capo supremo della chiesa, l’AEI formula a Benedetto XVI gli auguri di buon lavoro, sottolineando che “non abbiamo alcun potere contro la verità; quello che possiamo è per la verità” (2 Cor 13,8).

Past. Roberto Mazzeschi
Presidente dell’Alleanza Evangelica Italiana

19/4/2005