Pavel Gajewski, La sfida delle nuove spiritualità, , Torino, Claudiana 2003, 90 p.

La spiritualità richiama un mondo di credenze e di pratiche, di appartenenze e di percorsi, di storie e di esperienze tanto diffuse nel nostro tempo quanto complesse da descrivere e da valutare. La sociologia della religione ce ne presenta la fenomenologia, la psicologia della religione richiama le sue motivazioni profonde, la storia sociale ci ricorda i passaggi da cui proviene la riscoperta della spiritualità, ma cosa si può dire da un punto di vista teologico? In altre parole, cristianamente parlando, come avvicinarsi al mondo della spiritualità e, soprattutto, come rispondere alle sue sfide?

   Il libro di Gajewski nasce da questo interrogativo. Non si tratta solo di iniziare a orientarsi nell’universo delle spiritualità, ma d’introdurre un criterio teologico che permetta, per quanto possibile, di coglierne le questioni di fondo. Per questa ragione, dopo aver introdotto la complessità della materia e aver fornito un quadro d’insieme generale ma pertinente, l’A. affronta la sfida da raccogliere nell’ultima parte.

   Teologicamente parlando, la spiritualità è figlia della matrice religiosa dell’essere umano. Nelle parole dell’A., “l’uomo è un essere religioso sempre alla ricerca, nel quale è impresso il pensiero dell’eternità” (p. 68). Questa ricerca, tuttavia, è soggetta alle deformazioni introdotte dal peccato, e, quindi, si manifesta in modi che non soddisfano la ricerca né la orientano alla verità di Dio. Se un discorso “politicamente corretto” direbbe che tutti i percorsi della spiritualità sono soggettivamente veri e non valutabili da un punto di vista esterno a essi, una visione cristiana, che mantiene il punto di riferimento della rivelazione biblica, non può allinearsi a questa concezione pluralistica e relativistica. Un’autentica spiritualità non è autoreferenziale, ma è una risposta alla grazia di Dio, che mobilita l’intera esistenza verso la gloria di Dio e il bene del prossimo. Solo la grazia di Dio può liberare la spiritualità umana dai suoi cortocircuiti e dai suoi vicoli ciechi, per permetterle di esprimersi in modo veramente “spirituale”.

   Bisogna riconoscere all’A. il coraggio di aver suggerito un’analisi controcorrente, ma biblicamente ineccepibile.

   La sfida delle nuove spiritualità va còlta sino in fondo, a partire da una spiritualità evangelica consapevole, dinamica e missionaria.

l.d.c.