Più forti insieme in Europa

Il convegno femminile di Hope for Europe

Roma (AEI), 2 dicembre 2019 – Dal 21 al 24 novembre 2019 si è tenuto a Schladming in Austria, un convegno per donne che rivestono ruoli di responsabilità nella chiesa e la missione, organizzato da Hope for Europe Network in collaborazione con il gruppo Prisca dell'alleanza evangelica austriaca. Il titolo dato all'evento è stato Stronger Together. Hanno partecipato circa 160 donne da 27 nazioni, in una location di prim'ordine, circondata dalle imponenti montagne austriache. L'accoglienza gioiosa e attenta ai particolari è stata apprezzata da tutte. 

Le oratrici principali sono state Kate Coleman (già presidente dell'Unione Battista inglese) , autrice del libro "7 deadly sins of women in leadership, e Sabine Kalthoff, responsabile dell'insegnamento biblico dell'International Fellowship of Evangelical Students (IFES). L'enfasi è stata posta sulla necessità di promuovere una leadership al femminile,  in concomitanza con la pubblicazione del documento della WEA " A Call to All Christians", un appello a valorizzare i doni e il contributo di donne di tutte le età nella chiesa, perché uomini e donne servano e guidino insieme la causa del Vangelo. 
 
Durante il convegno sono state presentate le diverse realtà geografiche di provenienza ed è stato dedicato un tempo alla preghiera. Ogni nazione ha avuto la possibilità di condividere una figura femminile di rilievo nella fede del proprio paese. Per quanto riguarda l'Italia è stata presentata la duchessa Renata di Francia in quanto donna di convinzioni protestanti che ha protetto Riformatori e profughi in fuga al tempo dell'inquisizione. In un tempo storico così difficile ha cercato di bilanciare la propria lealtà nei confronti della Francia, del ducato estense e delle proprie convinzioni protestanti.

Pur comprendendo il desiderio di occupare spazi nella chiesa storicamente coniugati al maschile, il motto scelto è sembrata una forzatura in quanto l'essere "più forti insieme" non ha tenuto conto del corpo di Cristo nel suo complesso.  Possiamo registrare che in tutto il convegno è stata forte l'impronta egualitarista, senza un'adeguata  rappresentazione del dibattito complementarista/egualitarista presente negli ambienti evangelici di tutto il mondo.  Altro elemento problematico ha riguardato l'impostazione ecumenica della conferenza, che è sembrata acquisita e scontata, e quindi avulsa dal paradigma teologico/dottrinale dell'unità nella verità caratterizzante l'Alleanza Evangelica a partire dalla sua nascita.

Sebbene in Italia si evidenzia una lentezza nella valorizzazione della donna nella chiesa e nella missione, questo tipo di approccio evidenzia frustrazione e rivendicazione. È auspicabile che le donne nel nostro paese siano invece, incoraggiate alla formazione teologica, all'impegno istituzionale nella chiesa secondo i doni che Dio distribuisce. (CF/VM)