Come interpretare il summit vaticano sugli abusi?

Un’intervista al vice-presidente AEI Leonardo De Chirico sul portale dell’AE spagnola

Roma (AEI, protestantedigital.com), 26 febbraio 2019 – Il summit sulla prevenzione degli abusi sessuali nella Chiesa cattolica (21-24 febbraio) si è concluso da poco ed il portale protestantedigital.com, collegato all’Alleanza Evangelica spagnola, ha intervistato il vice-presidente dell’Alleanza Evangelica Italiana Leonardo De Chirico. L’articolo è stato anche ripreso dal portale Evangelical Focus. Riportiamo il testo dell’intervista:

Come valuti il ​​summit vaticano sulla protezione dei minori? Pensi che avrà qualche conseguenza nella vita concreta della Chiesa cattolica romana?

Per i Sinodi dei vescovi (gli ultimi due sulla famiglia nel 2014-2015 e sulla gioventù nel 2018), il Vaticano ha chiamato tutti i vescovi a Roma per due mesi (famiglia) e un mese (i giovani) per discutere gli argomenti. L'incontro sugli scandali degli abusi invece è durato solo quattro giorni e sono stati invitati solo i presidenti delle conferenze episcopali nazionali. Forse questo indica che il problema non è di primaria importanza per il Vaticano come invece afferma che sia. Gli scandali relativi agli abusi hanno indicato che Roma ha diversi e gravi problemi: una cultura di auto-protezione dell'istituzione, una tendenza a coprire i problemi, un enorme problema con la vita sessuale disordinata e peccatrice del clero. Inoltre ci sono migliaia e migliaia di vittime in tutto il mondo che stanno aspettando per avere giustizia. Come si può pensare di cambiare la cultura della Chiesa come quella romana con una conferenza di quattro giorni con pochi partecipanti selezionati?

Perché pensi che Francesco abbia convocato questo summit proprio ora?

Doveva fare qualcosa dopo che gli scandali sugli abusi erano diventati palesemente ingovernabili con gli strumenti ordinari della Chiesa romana. Ha dovuto dimostrare che Roma è preoccupata e che sta prendendo provvedimenti per affrontare il problema. Rimane da vedere quanto saranno efficaci queste azioni.

Come vedi i discorsi e le conclusioni del Papa al vertice? Sta preparando qualche cambiamento nella sua 'politica' o continueremo a vedere la stessa situazione?

Con il discorso conclusivo del summit, Francesco ha allargato il quadro per includere gli abusi commessi contro i bambini in situazioni di guerra, nelle famiglie, nelle scuole, ecc. Mi sembra che sia un modo per dire: la Chiesa romana ha un problema, ma il problema è più grande della Chiesa romana. Naturalmente questo è vero, ma sembra un altro indicatore del tentativo di spostare l’attenzione dalla Chiesa cattolica. Non oso pensare che questo sia un modo per dire "se tutti sono colpevoli, nessuno lo è! ". Francesco avrebbe dovuto concentrarsi sui grandi problemi che la sua chiesa ha nei rapporti con i bambini e con le persone più vulnerabili.

Cosa pensi che il Vaticano dovrebbe fare in quella situazione di abuso? Perché Francesco non ha concretizzato alcuna azione o programma per combatterlo?

Penso che il vertice non abbia affrontato le questioni teologiche in gioco, cioè la visione del sacerdote come "alter Christus" (un altro Cristo). Questa visione gonfia l'autorità del sacerdote e crea una situazione di sudditanza teologica, psicologica e culturale. L'incontro non ha cambiato la dottrina della indefettibilità della Chiesa, cioè che la chiesa come tale non commette errori. Ciò conferisce una presunzione di perfezione ed un atteggiamento caratterizzato da arroganza morale. Non ha davvero dato segni che la Chiesa romana diventerà trasparente, umile e onesta sui suoi peccati e mancanze. Inoltre, l'incontro non ha affrontato il tema del celibato obbligatorio imposto ai sacerdoti. (CL)