Evangelici europei e politica

25 anni di presenza a Bruxelles dell’Alleanza Evangelica Europea

Roma (AEI, evangelicalfocus.org), 17 gennaio 2019 – Venticinque anni fa, l’Alleanza Evangelica Europea stabiliva un proprio ufficio a Bruxelles, a pochi passi dai palazzi del potere continentale, iniziando un’attività di monitoraggio sull’operato dell’Unione Europea, Attraverso un’intervista a  Julia Doxat-Purser, una  delle protagoniste di quell’iniziativa pionieristica, Evangelical Focus evidenzia le enormi trasformazioni avvenute su tutti i fronti a partire da quella data. Rispetto ad allora infatti, sono cambiati sia gli assetti istituzionali ed operativi dell’Unione Europea, sia il livello, la qualità e la direzione della partecipazione alle vicende politiche da parte degli evangelici europei.

L’ufficio, aperto da pochi coraggiosi, in condizioni logisticamente precarie, iniziò la sua attività con lo scopo di rimanere vicino al cuore pulsante dell’Unione Europea, per affrontare in prima linea le questioni legate soprattutto al rispetto della libertà religiosa. In quell’epoca gli Stati membri erano solo 12, ma si viveva il fermento per l’attuazione del trattato di Maastricht, che avrebbe portato, oltre alla moneta unica, ad un allargamento per tutti gli Stati attualmente membri.

Sulla scia di istituzioni di carattere nazionale, come la britannica CARE, che cercava di influenzare le scelte dell’UE nelle questioni sociali e religiose, l’Alleanza Evangelica Europea, contava di dare voce agli oltre 23 milioni di cristiani evangelici in Europa, portando a Bruxelles una visione biblica della politica. Nel mondo evangelico prevaleva ancora un certo scetticismo nei confronti di simili iniziative ed era difficile orientare la riflessione e le energie verso la responsabilità politica dei cristiani. Quello politico era visto come un mondo intrinsecamente corrotto, da cui era meglio stare lontani. Con tanta fatica oggi si può riconoscere che “gli evangelici sono cresciuti e sono più maturi nel ragionare biblicamente sulla politica rispetto a 25 anni fa”. Il merito di ciò va anche ai rischi che pochi coraggiosi hanno affrontato, combattendo contro iniziative contrarie alla visione biblica del mondo ed influenzando in maniera spesso decisiva l’iter di alcune leggi riguardanti la discriminazione razziale, sociale e religiosa. “In tutto questo”, riconosce la Doxat-Purser, “non è stato secondario il sostegno e la collaborazione di diverse alleanze evangeliche nazionali”.

La strada da percorrere per aiutare il popolo evangelicale a vivere la propria responsabilità di cittadini orientati dai valori della Parola di Dio, è ancora lunga, ma la presenza di questo presidio nel cuore della vita politica europea rimane un riferimento utile ed efficace per proseguire nella direzione giusta. (SDB)