Violare la libertà religiosa di una confessione riguarda tutti!

L'Alleanza Evangelica Italiana sulle restrizioni alle attività dei Testimoni di Geova in Russia

Roma (AEI), 21/4/2017. L'AEI esprime la propria preoccupazione per il recente pronunciamento della Corte Suprema di Mosca che con una sentenza ideologica senza precedenti, piegandosi all'orientamento del governo russo, ha vietato ogni attività dei Testimoni di Geova sul territorio russo, confiscandone tutti i beni a favore dello Stato.

Ci associamo a tutti coloro che stanno protestando contro questa profonda violazione dei diritti umani fondamentali, sperando in una rivalutazione. Ricordiamo con forza come la libertà religiosa sia un diritto inalienabile, voluto da Dio. Nessuno Stato può legittimamente mettere al bando moschee o sinagoghe, chiese o templi a motivo della fede o delle convinzioni delle persone che ne fanno parte. Chi si muove in questo modo, non sostiene il Vangelo ma lo ostacola.
 
Lottare per la libertà religiosa, riconoscere tale diritto a tutte le persone, non è né un incoraggiamento a credere che tutte le vie portano a Dio, né un invito al relativismo. Il punto non è sostenere la dottrina dei Testimoni di Geova (che per noi è contraria all'evangelo e deviante rispetto alla Parola di Dio), ma il diritto di tutti di vivere liberamente le proprie convinzioni.
 
Crediamo che ogni essere umano sarà chiamato a rendere conto della sua vita e delle sue scelte, al cospetto del trono di Cristo. E siamo altresì convinti che il potere dello Stato non è mai, nella prospettiva biblica, quello di gestire la dimensione spirituale delle persone, di convertire, proteggere o promuovere una certa confessione religiosa (Rom 13:1-7). Una religione nominale, una fede obbligatoria, non potrà mai convergere con la buona notizia di Gesù Cristo. Per entrare nel Regno di Dio si deve, infatti, "nascere di nuovo" (Gv 3,3) e questo può accadere solo attraverso la libera proclamazione della Verità (2 Cor 4:2), grazie all'opera dello Spirito Santo. Limitare la libertà di gruppi confessionali o concedere privilegi a qualche realtà religiosa non può dunque aiutare la fede cristiana, ma al massimo favorisce le illusioni di auto-giustificazione e accresce le false pretese della maggioranza nominale. Questo è parte del comun sentire evangelico sostenuto dal Patto di Losanna, 1974 (Art. 13) e ribadito infinite volte dall'impegno dell'Alleanza Evangelica.
 
Chi minaccia la libertà religiosa, crea sempre un precedente pericoloso che prima o poi danneggia pesantemente le comunità cristiane. Se Gesù ha detto il vero, allora non abbiamo bisogno di nessuna costrizione, appoggio governativo o privilegio pubblico per vivere il Suo mandato. La libertà religiosa deve quindi essere garantita per tutti, anche per coloro che rifiutano il Vangelo o che secondo noi sbagliano completamente nel comprenderlo e viverlo.
 
Continuiamo a pregare per la conversione del nostro prossimo, ma siamo convinti che ciò può accadere solo per mezzo dell'opera trasformatrice dello Spirito Santo. E tale opera non è fungibile con nessuna tradizione, pratica esteriore o esercizio di autorità politica o militare