Relazione Assemblea Generale della WEA 2008

Assemblea generale della World Evangelical Alliance (WEA) - Pattaya (Thailand) 25–30 ottobre 2008

Descrizione
È un evento che si ripete di solito ogni sei anni (ma l'ultima assemblea generale risale al 2000). L'assemblea generale ha in teoria potere deliberante su molte questioni. Si tratta di una settimana di lavori molto intensi nella quale si alternano sollecitazioni spirituali, opportunità di fare rete e stimoli utili a costruire e/o perfezionare una visione del servizio proprio dell'Alleanza.

Il tema di quest'edizione è stato “Un Signore, un corpo, una voce” e spiega bene l'intenzione della WEA di richiamare tutte le nazioni a riconoscere e a servire Cristo, a ricordare alla chiesa di agire e vivere coerentemente come corpo e di comunicare con franchezza e coraggio con una sola voce. Tutte le attività si sono svolte seguendo un programma che, giorno dopo giorno, sottolineava nelle meditazioni, nelle relazioni presentate e nelle discussioni proposte, un aspetto tematico alla volta.

All'assemblea di Pattaya erano presenti 75 “alleanze” nazionali pienamente socie e più di una ventina di movimenti nazionali in formazione, oltre a numerosi rappresentanti di agenzie missionarie e ONG che collaborano da tempo con la WEA.

L'evangelicalismo che emerge
La WEA esiste per incoraggiare l'unità cristiana e offrire agli evangelicali una identità globale, una piattaforma comune e una voce energica. Ricercando la guida dello Spirito Santo, la WEA cerca di estendere il Regno di Dio attraverso la:

  • proclamazione del Vangelo a tutte le nazioni;
  • trasformazione cristocentrica nella società

L'assemblea generale è stata anche una palese dimostrazione di come il baricentro del cristianesimo evangelicale si sia spostato quantitativamente e qualitativamente verso “sud” (India, Africa e Sud America) anche se ancora nella governance e nei luoghi dove il potere reale si esercita tale movimento non è sempre pienamente visibile.

Le novità organizzative
LA WEA ha da poco istituito una nuova commissione, tecnologie informatiche (IT), che ha come obiettivo quello di occuparsi di tutto quello che riguarda internet e il web (sito, pagine web, applicativi vari) per la WEA. La commissione offre i suoi servizi anche alle Alleanze nazionali.

La commissione per la libertà religiosa è adesso guidata da Godfrey Yogarajah (Sri Lanka). J. Candelin, precedente direttore, continuerà a garantire il suo appoggio esterno, ma lavorerà per un importante progetto (Step 18) sui diritti umani, guidato da diversi premi nobel, e patrocinato dal governo Novergese.

La commissione teologica rimane ancora senza una guida. L'australiano David Parker, ne ha l'interim. Rolf Hill si occuperà, per la WEA, di rapporti ecumenici. La commissione, inoltre, dovrebbe a breve integrare un certo numero di membri.

Si consolida anche la presenza e il servizio del Leadership Institute, guidato da Jonathan Lewis, e avente come scopo quello di facilitare la formazione nelle/delle alleanze nazionali. A breve verranno lanciati alcuni programmi.

Si consolida il servizio per la Commissione Missione, che continua ad essere molto creativa e stimolante (anche nelle risorse che produce) e per la Commissione Donne (anche se qualcuno segnalava la ridondanza di una commissione “donne”: perché, invece, non ci si preoccupa di inserire le “donne” in tutte le commissioni?)

Gli investimenti
La WEA sta investendo da diversi anni in alcune macro–direzioni:

  • Applicare i principi biblici ai problemi globali. In questo senso si giustifica e si consolida lo sforzo che la WEA sta sviluppano nei confronti di:
    • Libertà religiosa (soprattutto nei paesi islamici e/o a maggioranza induista) intesa in modo sempre meno “parziale” (cioè anche se la preoccupazione nei confronti dei cristiani resta molto alta e intensa, la WEA crede che una vera lotta per la libertà religiosa debba essere al servizio di tutti)
    • Azione sociale. La Sfida di Michea continua ad essere centrale nel panorama della testimonianza sociale. In molti Paesi chiese, strutture paraecclesiali e organismi vari lavorano con grande sinergia e coraggio per portare avanti la “Sfida di Michea”. La Sfida di Michea ha un nuovo direttore/coordianatore internazionale: è Joel Edwards, già chairman dell'Alleanza Evangelica UK.
  • Creare forti collaborazioni e partnership autentiche e durevoli. La WEA mostra molta attenzione nei confronti di tutti gli interlocutori possibili (a vari livelli). In particolare, in ambito cristiano, è sempre pronta a collaborare in modo responsabile con tutti quei progetti che – anche se in parte – naturalmente può accogliere e abbracciare. In tale direzione si motiva la forte collaborazione con le agenzie e i progetti più diversi. Ad esempio:
    • si sono individuati alcuni “partner globali”, garanti di una certa stabilità e continuità (World Vision, Network Michea, Wycliffe, TOPIC, …);
    • si è attivata una collaborazione “piena” e di sostanza con il movimento di Losanna, anche in vista del prossimo congresso (2010)
    • in questo senso si spiega la partecipazione al Global Christian Forum.
    • Si continuerà ad investire nel dialogo, a tutto campo, che la WEA conduce con molte altre istituzioni e tradizioni religiose.
  • Nuovi progetti. Alcuni progetti sono stati appena attivati e meritano molta attenzione:
    • Progetto Impegno pubblico. Il progetto è guidato dal teologo americano Ron Sider e vuole – con il supporto delle Alleanze nazionali – sviluppare una matrice biblica e teologica che guidi verso un proficuo e intenso impegno cristiano nella pubblica piazza. Ron Sider era presente a Pattaya e ha illustrato, con voce profetica, la centralità dell'agire e dell'etica sociale evangelica.
    • Progetto impegno socio–culturale. Il progetto è guidato da Chuck Stetson, ma non pare ancora sufficientemente articolato.

Dopo molti anni, il bilancio della WEA non è negativo (siamo con movimenti di oltre $ 500.000).

Le Relazioni
L'assemblea generale è stata anche luogo di scambio di esperienze di costruzione di relazioni. Molte testimonianze e molte esperienze presentante segnalavano un forte spessore umano e spirituale. Altre volte l'ampiezza degli interessi e l'estensione delle attività (realmente notevole) non sembrava essere sostenuta da una sufficiente profondità teologica.

In quasi tutte le testimonianze e le esperienze che ho raccolto la forza dell'annuncio del vangelo non era mai limitata alla sola sfera spirituale, ma anzi il vangelo è sempre più propugnatore di azioni e progetti che trasformano concretamente i contesti e le relazioni. Dall'Africa all'Asia, dall'America Latina alla Corea del Sud, l'autenticità del messaggio si misura anche con l'integrità e la radicalità dell'azione sociale per il “bene della città”. E questo movimento attraversa molte appartenenze denominazionali. Si tratta probabilmente di un nuovo posizionamento dell'evangelicalismo a livello globale.

Il mio tentativo è stato poi quello di rappresentare l'Italia al meglio delle mie capacità, segnalando – in molti modi – come malgrado la debolezza della presenza evangelicale in Italia, esistono e sono presenti anche nel nostro mezzo importanti segnali di crescita e di sviluppo sostanziale che non possono più essere ignorati.

Le Criticità
L'assemblea generale ha manifestato un ottimo sistema di governance. L'efficacia e l'efficienza della gestione attuale della WEA è fuori discussione, e bisogna essere grati al Signore per i talenti utilizzati nella WEA. In ogni caso, a mio parere, un sistema che vuole rappresentare efficacemente 420 milioni di cristiani e che cresce ogni anno globalmente più di ogni altro movimento religioso (i dati sono quelli della World Christian Encyclopedia, ultima edizione) necessita di una più forte leadership globale che indichi coraggiosamente anche le prospettive da abbracciare, le sfide da affrontare e le risorse da utilizzare, oltre a gestire efficacemente l'esistente. Posizione, quella della leadership, di fatto lasciata “vuota” – nel movimento evangelicale nel suo complesso, non tanto nella WEA – con l'uscita di scena di uomini come John Stott e Billy Graham.

Pur riconoscendo lo spostamento quantitativo e qualitativo (oltreché geografico) che caratterizza l'evangelicalismo contemporaneo, sembra ancora persistente una forte caratterizzazione sociale, e mi riferisco alle griglie culturali (e di potere) di stampo anglosassone. Ma un certo movimento è in atto e rimaniamo in attesa delle prossime configurazioni, fiduciosi nella protezione, nella guida e nella benedizione di Dio.

Giuseppe Rizza

31/10/2008