Consultazione dell'AEE sui rapporti con il cattolicesimo

QUALE DIALOGO CON ROMA?

A Padova la Consultazione dell'Alleanza Evangelica Europea sui rapporti con il cattolicesimo

Il dialogo con Roma deve essere inteso come ascolto reciproco, non ignorando la storia e le rispettive identità. Le questioni teologiche di fondo devono essere sempre tenute presenti. La concertazione tra evangelici deve essere migliorata.

Questi tre punti riassumono le conclusioni della Consultazione dell’Alleanza Evangelica Europea (AEE) sui rapporti con la Chiesa cattolica romana che si è svolta a Padova dal 29 al 31 maggio presso l’Istituto di Formazione Evangelica e Documentazione. Diciassette delegati da undici Alleanze Evangeliche di nazioni europee hanno preso parte ai lavori della Consultazione, ospitata dall’Alleanza Evangelica Italiana che, in un clima ecumenico sempre
più avvolgente e confuso, ha incoraggiato l’AEE a promuovere una comprensione comune delle sfide rappresentate dal cattolicesimo e ad affrontarle nel quadro della verità e della carità a cui l’Evangelo chiama.

Nella relazione introduttiva, Gordon Showell-Rogers (AEE) ha tracciato un quadro generale della questione a livello europeo e ha indicato la necessità di avere delle linee-guida comuni per non correre il rischio di andare in direzioni contrapposte basate più su esperienze locali che non su una visione d’insieme.

Pietro Bolognesi (IFED, Padova) ha tracciato la storia della relazioni tra l’Alleanza Evangelica e il cattolicesimo, partendo dalle posizioni di Philip Schaff che riteneva il cattolicesimo “un amalgama di verità ed errore” (Assemblea dell’Alleanza Evangelica a Firenze, 1891) al documento di Singapore del 1986 che riconosce “differenze teologiche
fondamentali” tra fede evangelica e cattolico-romana. Alla luce di questa eredità, le recenti aperture da parte evangelica sembrano non tenere conto della storia e favoriscono, invece, un approcco“episodico” alla Chiesa di Roma.

Tony Lane (London School of Theology) ha ricordato l’origine della divisione nel XVI secolo. Si trattava di stabilire se “l’evangelo definisce la chiesa” (la posizione evangelica) o se “la chiesa definisce l’evangelo” (la posizione cattolico-romana). Oggi le questioni appaiono più sfumate e soggette a molte variabili locali. In ogni caso, il rapporto con la Chiesa di Roma nel suo complesso non può trascurare i “seri punti controversi” tra i due orientamenti teologici.
Leonardo De Chirico (AEI) ha ampliato il discorso alla complessità della Chiesa di Roma. Non si tratta solo di un’istituzione religiosa, ma anche politica, culturale, economica.

Molti approcci evangelici al cattolicesimo sono superficiali perché non tengono conto del “sistema” romano. Nel clima ecumenico del “politicamente corretto”, non bisogna perdere la virtù della “parresìa” (franchezza) evangelica sulla base della verità dell’evangelo.

La discussione plenaria ha registrato le diverse situazioni nazionali in cui il dialogo con la Chiesa di Roma viene praticato e ha offerto spunti di dibattito e di confronto. La Consultazione ha anche stilato un “protocollo” che verrà sottoposto per l’approvazione all’assemblea dell’Alleanza Evangelica Europea in ottobre ad Atene. In esso,
ribadendo le differenze dottrinali fondamentali che rimangono, l’Alleanza conferma la propria apertura al dialogo con Roma, inteso come “ascolto reciproco in un clima di rispetto reciproco”. Inoltre, il dialogo deve vedere maggiormente coinvolte le Alleanze evangeliche dei paesi a maggioranza cattolica, per calare i termini del confronto nella concretezza delle questioni. La Consultazione ha messo in evidenza come la testimonianza evangelica in Europa debba coltivare una visione d’insieme che tiene insieme la storia, l’identità dottrinale e le sfide culturali del popolo
evangelico.

Ufficio stampa