Ideaitalia - Nuova serie, Anno III · n. 17 · 25 maggio 2019

European Leadership Forum (I): coraggio nelle difficoltà della testimonianza

Più di 800 partecipanti da tutta Europa

Roma (AEI), 24 maggio 2019 – Dal 19 al 22 maggio 2019 si è tenuto lo European Leadership Forum a Wisla (Polonia), giunto alla 18ma edizione. Più di 800 persone da tutta Europa, soprattutto dai Paesi dell’Europa dell’est, si sono ritrovati per quattro intensi giorni di plenarie, gruppi tematici e seminari su vari argomenti, tutti convergenti sulle sfide e sulle opportunità della testimonianza evangelica in Europa.  Oltre alla conferenza annuale, il Forum organizza dei percorsi annuali di mentoring (sull’apologetica, sulla consulenza, sulla fondazione di chiese, sulla conduzione, ecc.), dei webinar, delle conferenze nazionali, oltre a mettere a disposizioni sul proprio sito le registrazioni video di moltissime conferenze, lezioni e seminari.

Le sessioni plenarie mattutine sono state condotte da Ramez Atallah (Società biblica d’Egitto) che ha predicato sulla 2 Corinzi concentrandosi su Paolo in quanto leader nel bel mezzo di situazioni complesse interne ed esterne alla chiesa. Un altro momento alto dello ELF è stata la serata con Mike Reeves, professore di teologia alla Union School of Theology, sull’identità evangelica: discutendo le tesi di Bebbington, Packer e Stott, Reeves ha sostenuto la necessità di nutrire, difendere e promuovere l’identità evangelica basata sulla Scrittura e sull’evangelo di Gesù Cristo. Utile è stato questo richiamo vista la tendenza presente in ampi settori dell’evangelicalismo ad avere una visione troppo leggera dell’identità evangelica che tende a non vedere i confini e a non pesare le differenze con altre narrazioni cristiane (cattoliche e liberali, ad esempio). Altri contributi significativi sono stati quelli di Jay Smith (sull’apologetica nel confronto con l’islam), P.J. Williams (di Tyndale House sull’affidabilità della Scrittura), Linsday Brown (sul coraggio necessario per far fronte alle sfide), John Stevens e Adrian Rogers (delle FIEC della Gran Bretagna sulla leadership). (LDC)


European Leadership Forum (II): da Wisla all’Italia

Le impressioni dei partecipanti italiani

Roma (AEI), 24 maggio 2019 – Alla conferenza dello European Leadership Forum ha preso parte anche una delegazione di dieci italiani provenienti da varie regioni ed estrazioni evangeliche. Il gruppo ha avuto due occasioni per incontrarsi e riflettere sui benefici offerti dallo ELF e sul modo di poterli condividere in Italia. Facendo una riflessione sull’ultimo anno, il gruppo ha apprezzato l’ampio coinvolgimento delle chiese evangeliche italiane alla campagna evangelistica MyHope (a cura dell’associazione evangelistica Billy Graham) con il film La croce che è stato proiettato in tutt’Italia alla fine del 2018. E’ vero che il vissuto di unità evangelica stenta a consolidarsi in Italia, ma non va trascurato il fatto che eventi come MyHope abbiano visto centinaia di chiese evangeliche italiane di diverse denominazioni impegnarsi in un progetto comune in vista dell’evangelizzazione. E’ un incoraggiamento che mostra che non tutto sia fermo. Tra le testimonianze offerte dai partecipanti, sono state condivise esperienze di incontro, preghiera e collaborazione sui vari territori tra chiese evangeliche, spesso, ma non solo, in iniziative dell’Alleanza Evangelica Italiana.

I partecipanti italiani hanno particolarmente apprezzato l’enfasi dello ELF sui progetti di mentoring, di accompagnamento verso la crescita di giovani leaders fatto di attenzioni personale, incontri di discussione, letture condivise nel corso di un intero anno: l’impressione è che spesso nelle chiese i giovani che stanno crescendo siano lasciati a loro stessi e non vi siano intenzionali percorsi di maturazione e consolidamento per favorire la formazione permanente. Come favorire questa sensibilità nelle chiese italiane è stato argomento di riflessione comune accompagnata dalla preghiera. (GDB)


Intelligenza artificiale (I): una dichiarazione di principi evangelica

Un nuovo, importante documento dagli USA

Roma (AEI), 24 maggio 2019 – Riportiamo la traduzione italiana di un importante documento sull’intelligenza artificiale. Tra i firmatari sono compresi Russell Moore (presidente della Commissione Etica e Libertà Religiosa ERLC della Convenzione battista del sud), Bruce Ashford (Southeastern Baptist Theological Seminary), Darrell Bock (Dallas Theological Seminary), David Dockery (Trinity Evangelical Divinity School), Mark Galli (Christianity Today), Wayne Grudem (Phoenix Seminary), Michael Horton (Westminster Theological Seminary – California), Richard Mouw (Fuller Theological Seminary).

Preambolo
Come discepoli di Cristo, siamo chiamati a confrontarci con il mondo che ci circonda tramite l'immutabile messaggio di speranza e riconciliazione del Vangelo. Strumenti come la tecnologia sono in grado di aiutarci a questo fine. Sappiamo che possono anche essere progettati e utilizzati in modi che disonorano Dio e svalutano i portatori della Sua immagine, come noi. I cristiani evangelici restano fedeli alla Parola inerrante e infallibile di Dio, che afferma che tutti gli esseri umani sono fatti a immagine di Dio e che quindi hanno valore e dignità infiniti agli occhi del loro Creatore. Questo messaggio determina come vediamo Dio, noi stessi e gli strumenti che Dio ci ha dato la capacità di creare.

Alla luce delle rinnovate domande esistenziali poste dall'emergente Intelligenza Artificiale (IA), affermiamo che Dio ci ha dato la saggezza per affrontare questi temi alla luce della Scrittura e del messaggio del Vangelo. I cristiani non devono temere il futuro o qualsiasi sviluppo tecnologico perché sanno che Dio è innanzitutto sovrano sulla storia, e che nulla potrà mai soppiantare l'immagine di Dio con cui gli esseri umani sono creati. Riconosciamo che l'intelligenza artificiale ci consentirà di raggiungere possibilità senza precedenti, mentre constatiamo i potenziali rischi posti dall'IA se usata senza saggezza e attenzione.

Il nostro desiderio è quello di equipaggiare la chiesa perché sia in grado di impegnarsi attivamente nel campo dell'IA, piuttosto che rispondere alle questioni dopo che hanno già condizionato le nostre comunità. Tenendo conto di questo desiderio e di questa speranza, offriamo le seguenti affermazioni e negazioni sulla natura dell'umanità, sulla promessa della tecnologia e sulla speranza nel futuro.

Articolo 1: L’immagine di Dio
Affermiamo che Dio ha creato ogni essere umano a Sua immagine con un valore, una dignità e una capacità morale eguali e intrinseci, che l’umanità è distinta dal resto della creazione, e che la creatività umana è intesa a riflettere il modello creativo di Dio.
Neghiamo che qualunque componente della creazione, inclusa ogni forma di tecnologia, dovrebbe mai essere usata per usurpare o sovvertire il dominio e l'amministrazione che sono stati affidati esclusivamente agli esseri umani da Dio. Neghiamo altresì che vadano assegnati alla tecnologia livelli umani di identità, valore, dignità o capacità morale.
Genesi 1,26-28; 5,1-2; Isaia 43,6-7; Geremia 1,5; Giovanni 13,34; Colossesi 1,16; 3,10; Efesini 4,24

Articolo 2: IA come tecnologia
Affermiamo che lo sviluppo dell'IA è una dimostrazione delle capacità creative uniche degli esseri umani. Quando l'intelligenza artificiale viene impiegata secondo la volontà morale di Dio, è un esempio dell'obbedienza dell'uomo al comando divino di amministrare la creazione e di onorarLo. Crediamo nell'innovazione per la gloria di Dio, per il benessere dell'umanità e per l'amore del prossimo. Mentre riconosciamo la realtà della Caduta e le sue conseguenze sulla natura umana e sull'innovazione umana, la tecnologia può essere utilizzata nella società per sostenere la dignità umana. Come parte della nostra natura creativa data da Dio, gli esseri umani dovrebbero sviluppare e sfruttare la tecnologia in modi che portino a maggiore prosperità e all'alleviamento della sofferenza umana.
Neghiamo che l'uso dell'IA sia moralmente neutro. Essa non merita la speranza, il culto o l'amore dell'uomo. Poiché solo il Signore Gesù può espiare il peccato e riconciliare l'umanità con il suo Creatore, una tecnologia come l'intelligenza artificiale non può soddisfare i bisogni ultimi dell'umanità. Neghiamo, inoltre, la bontà e il beneficio di qualsiasi applicazione dell'IA che svaluti o degradi la dignità e il valore di un altro essere umano.
Genesi 2,25; Esodo 20,3; 31,1-11; Proverbi 16,4; Matteo 22,37-40; Romani 3,23

Articolo 3: Relazione tra intelligenza artificiale e umanità
Affermiamo l'uso dell'IA per informare e aiutare la ragione umana e il processo decisionale morale perché è uno strumento che eccelle nell'elaborazione dei dati e nelle determinazioni, spesso imitando o superando le facoltà umane. Mentre l'intelligenza artificiale eccelle nel calcolo basato sui dati, la tecnologia non è in grado di possedere la facoltà di azioni o di responsabilità morali.
Neghiamo che gli esseri umani possano o debbano cedere i propri doveri o responsabilità morali a qualsiasi forma di IA prodotta. Solo l'umanità sarà giudicata da Dio sulla base delle nostre azioni e degli strumenti che creiamo. Mentre la tecnologia può essere creata in prospettiva di un uso morale, essa non è un agente morale. Solo gli umani hanno la responsabilità del processo decisionale morale.
Romani 2,6-8; Galati 5,19-21; 2 Pietro 1,5-8; 1 Giovanni 2,1

Articolo 4: Medicina
Affermiamo che i progressi correlati all'IA nelle tecnologie mediche sono espressioni della grazia comune di Dio attraverso e per le persone create a Sua immagine e che questi progressi aumenteranno la nostra capacità di fornire diagnosi mediche e interventi terapeutici migliori mentre cerchiamo di prenderci cura di tutte le persone. Questi progressi dovrebbero essere guidati da principi basilari di etica medica, tra cui beneficenza, non maleficenza, autonomia e giustizia, che sono tutti coerenti con il principio biblico di amare il prossimo.
Neghiamo che la morte e gli effetti patologici della Caduta possano alla fine essere sradicati senza il tramite di Gesù Cristo. Le applicazioni utilitaristiche riguardanti la distribuzione dell'assistenza sanitaria non dovrebbero ignorare la dignità della vita umana. Inoltre, rifiutiamo la visione del mondo materialista e consequenzialista che intende le applicazioni mediche dell'IA come mezzo per migliorare, modificare o completare gli esseri umani.
Matteo 5,45; Giovanni 11,25-26; 1 Corinzi 15,55-57; Galati 6,2; Filippesi 2,4

Articolo 5: Distorsione
Affermiamo che, come strumento creato dagli esseri umani, l'intelligenza artificiale sarà per sua natura soggetta a distorsioni e che queste distorsioni devono essere tenute in considerazione, minimizzate o rimosse attraverso la continua supervisione e discrezione umana. L'intelligenza artificiale dovrebbe essere progettata e utilizzata in modo tale da trattare tutti gli esseri umani con pari valore e dignità. L'intelligenza artificiale dovrebbe essere utilizzata come strumento per identificare ed eliminare le distorsioni inerenti al processo decisionale umano.
Neghiamo che l'intelligenza artificiale sia da progettare o utilizzare in modo da violare il principio fondamentale della dignità umana per tutte le persone. Né tanto meno deve essere utilizzata in modi che rafforzano o promuovono qualsiasi ideologia o agenda, cercando di soggiogare l'autonomia umana sotto il potere dello stato.
Michea 6,8; Giovanni 13,34; Galati 3,28-29; 5,13-14; Filippesi 2,3-4; Romani 12,10

Articolo 6: Sessualità
Affermiamo la bontà del disegno di Dio per la sessualità umana che prescrive che l'unione sessuale sia una relazione esclusiva tra un uomo e una donna nell'alleanza permanente del matrimonio.
Neghiamo che la ricerca del piacere sessuale sia una giustificazione allo sviluppo o all'uso dell'IA, e condanniamo l'oggettivazione degli umani che risulta dall'uso dell'IA per scopi sessuali. L’IA non dovrebbe intromettersi o sostituire l'espressione biblica della sessualità tra un marito e una moglie secondo il disegno di Dio per il matrimonio umano.
Genesi 1,26-29; 2,18-25; Matteo 5,27-30; 1 Tessalonicesi 4,3-4

Articolo 7: Lavoro
Affermiamo che il lavoro fa parte del piano di Dio per gli esseri umani che partecipano alla coltura e all’amministrazione del Creato. Il modello divino è quello di lavoro e riposo in sana proporzione fra loro. La nostra visione del lavoro non dovrebbe essere limitata all'attività commerciale; deve anche includere i molti modi in cui gli esseri umani si rendono servizio reciprocamente attraverso i loro sforzi. L'intelligenza artificiale può essere utilizzata in modi che aiutano il nostro lavoro o ci consentono di utilizzare in modo più completo i nostri doni. La chiesa ha una responsabilità, legittimata dallo Spirito, di prendersi cura di coloro che perdono il lavoro e d’incoraggiare individui, comunità, datori di lavoro e governi a trovare modi per investire nello sviluppo degli esseri umani perché continuino a contribuire con le proprie vocazioni alla nostra vita insieme.
Neghiamo che il valore e la dignità umani siano riducibili ai soli contributi economici di una persona alla società. L'umanità non dovrebbe usare l'intelligenza artificiale e altre innovazioni tecnologiche come una ragione per muoversi verso vite di puro svago anche se una maggiore ricchezza sociale crea tali possibilità.
Genesi 1,27; 2,5; 2,15; Isaia 65,21-24; Romani 12,6-8; Efesini 4,11-16

Articolo 8: Dati e Privacy
Affermiamo che la privacy e la proprietà personale sono intrecciati a diritti e scelte individuali che non devono essere violati da governi, società, stati-nazione e altri gruppi, anche nel perseguimento del bene comune. Mentre Dio conosce ogni cosa, non è né saggio né obbligatorio avere ogni dettaglio della propria vita aperto alla società.
Neghiamo l'uso manipolativo e coercitivo sia dei dati sia dell’IA in modi che sono in contrasto con l'amore di Dio e l'amore per il prossimo. Le pratiche di raccolta dei dati dovrebbero essere conformi alle linee guida etiche che sostengono la dignità di tutte le persone. Neghiamo inoltre che il consenso, anche quello informato, per quanto obbligatorio, sia l'unico standard etico necessario per la raccolta, l’elaborazione o lo sfruttamento dei dati personali, singolarmente o nel complesso che sia. L'intelligenza artificiale non dovrebbe essere impiegata in modi che distorcono la verità attraverso l'uso di applicazioni generative. I dati non dovrebbero essere mal gestiti, usati impropriamente o illecitamente a fini peccaminosi per rinsaldare distorsioni, rafforzare i potenti o svilire i deboli.
Esodo 20,15, Salmo 147,5; Isaia 40,13-14; Matteo 10,16 Galati 6,2; Ebrei 4,12-13; 1 Giovanni 1,7

Articolo 9: Sicurezza
Affermiamo che l'IA ha applicazioni legittime in materia di polizia, intelligence, sorveglianza, investigazione e altri usi a sostegno della responsabilità del governo nel rispettare i diritti umani, proteggere e preservare la vita umana e perseguire la giustizia in una società prospera.
Neghiamo che l'IA debba essere impiegata per applicazioni di sicurezza e protezione in modi che cercano di disumanizzare, spersonalizzare o danneggiare i nostri simili. Condanniamo l'uso dell'IA per sopprimere la libertà di espressione o altri diritti umani fondamentali concessi da Dio a tutti gli esseri umani.
Romani 13,1-7; 1 Pietro 2,13-14

Articolo 10: Guerra
Affermiamo che l'uso dell'IA nella guerra dovrebbe essere governato dall'amore per il prossimo e dai principi della guerra giusta. L'uso dell'IA può mitigare la perdita della vita umana, fornire una maggiore protezione dei non combattenti e informare politiche migliori. Qualsiasi azione letale condotta o sostanzialmente attivata dall'IA deve impiegare la supervisione o la revisione umana. Tutte le applicazioni di IA relative alla difesa, come i dati sottostanti e i processi decisionali, devono essere sottoposte a una revisione continua da parte delle autorità legittime. Quando questi sistemi vengono implementati, gli agenti umani hanno la piena responsabilità morale per qualsiasi azione intrapresa dal sistema.
Neghiamo che l'agenzia umana o la colpevolezza morale in guerra possano essere delegate all'IA. Nessuna nazione o gruppo ha il diritto di usare l'intelligenza artificiale per compiere genocidi, terrorismo, torture o altri crimini di guerra.
Genesi 4,10; Isaia 1,16-17; Salmo 37,28; Matteo 5,44; 22,37-39; Romani 13,4

Articolo 11: Politica pubblica
Affermiamo che gli scopi fondamentali del governo sono proteggere gli esseri umani dal male, punire chi fa il male, sostenere le libertà civili e encomiare coloro che fanno il bene. La cittadinanza ha un ruolo nella definizione e nell'elaborazione delle politiche relative all'uso della IA nella società, e queste decisioni non dovrebbero essere lasciate a coloro che sviluppano queste tecnologie o ai governi per stabilire delle norme.
Neghiamo che l’IA debba essere utilizzata da governi, società o qualsiasi entità per violare i diritti umani conferiti da Dio. L'IA, anche in uno Stato molto avanzato, non dovrebbe mai essere delegata all'autorità governativa che è stata concessa da un Dio sovrano solo agli esseri umani.
Romani 13,1-7; Atti 10,35; 1 Pietro 2,13-14

Articolo 12: Il futuro dell'IA
Affermiamo che l'IA continuerà a essere sviluppata in modi che non possiamo attualmente immaginare o comprendere, compresa quell'intelligenza artificiale che supererà di gran lunga molte facoltà umane. Solo Dio ha il potere di creare la vita, e nessun progresso futuro nell'IA lo usurperà come Creatore della vita. La chiesa ha un ruolo unico nel proclamare la dignità umana per tutti e chiede l'uso umano dell'IA in tutti gli frangenti della società.
Neghiamo che la IA ci renderà più o meno umani, o che l'IA otterrà mai un livello di valore o dignità uguale ai portatori dell’immagine di Dio. I futuri progressi nell'IA alla fine non soddisferanno i nostri desideri per un mondo perfetto. Anche se non siamo in grado di comprendere o conoscere il futuro, non temiamo ciò che verrà perché sappiamo che Dio è onnisciente e che nulla che creeremo sarà in grado di contrastare il Suo piano di redenzione per la creazione o di soppiantare l'umanità portatrice della Sua immagine.
Genesi 1; Isaia 42,8; Romani 1,20-21; 5,2; Efesini 1,4-6; 2 Timoteo 1,7-9; Rivelazione 5,9-10

(traduzione a cura di Alessandro Piccirillo)


Intelligenza artificiale (II): rispondere alle sfide in modo evangelicamente responsabile

Un’intervista a Alessandro Piccirillo

Roma (AEI), 24 maggio 2019 – Per approfondire i temi del documento sull’Intelligenza Artificiale abbiamo rivolto alcune domande ad Alessandro Piccirillo, membro del gruppo di riflessione etico-sociale dell’Alleanza Evangelica Europea, nonché collaboratore del Centro Studi di Etica e Bioetica di Padova.

D: Perché gli evangelici devono prestare attenzione al tema dell'IA?
R: Come per ogni nuova tecnologia, gli evangelici debbono valutarne gli impatti positivi e negativi che essa porta nell'uso che se ne fa. Nel caso dell'IA, la questione centrale è la comprensione di cosa sia l'umanità e di cosa caratterizzi le relazioni fra persone. C'è sempre una tentazione polarizzante che porta a demonizzare o esaltare le nuove tecnologie. Questa va evitata perché restituisce inevitabilmente una visione riduttiva sia della realtà sia delle prerogative tecnologiche. Mentre l'IA non si presenta sulla scena in modo moralmente neutro, essa non è nemmeno destinata a essere impiegata solo secondo le ipotesi d'uso iniziali.

D: Qual è il contesto da cui nasce il documento americano?
R: Il contesto è quello della Commissione per l'Etica e la Libertà Religiosa (ERLC) della Southern Baptist Convention. Rappresenta un orientamento evangelicale nel panorama statunitense. Il presidente della Commissione, Russell Moore, è convinto che molti leader evangelici non siano adeguatamente informati sulle potenzialità negative che l'IA pone, ma che, attraverso un'adeguata esposizione, questi possono sfruttare al meglio questa tecnologia. Nonostante l'impressione di una certa impronta utilitaristica, almeno in Moore, il documento resta piuttosto equilibrato, cercando una sintesi tra atteggiamenti cauti e al tempo stesso aperti ad applicazioni virtuose.

D: Quali sono i principali spunti contenuti nel documento?
R: L'immagine di Dio impressa nell'umanità è fondamentale per l'identità e la dignità umane del primo articolo e costituisce il vero centro interpretativo del documento. L'immediata e pervasiva ragione è difendere le prerogative creazionali dell'umanità davanti a ciò che umano non è. Da qui, poi, ci si muove nel chiarire come i mezzi tecnologici, l'IA in questo caso, rispondano agli scopi insiti nell'imago Dei. Infatti nell'arco di 12 punti si procede ad articolare alcune delle macro-aree dell'esperienza umana direttamente investite dall'IA (affettività, lavoro, medicina, sfera pubblica, privacy, intelligence), rispetto alle quali lo sprone è comprendere come questa tecnologia favorisca effettivamente la fioritura umana e sociale, restando consapevoli dei limiti che essa può porre alla dignità e alle prerogative umane.

D: Come poter collegare una visione cristiana del mondo e gli sviluppi dell'IA?
R: Una sana visione cristiana del mondo è consapevole delle reali implicazioni dell'essere portatori dell'immagine di Dio in quanto esseri umani, ed è altrettanto consapevole del ruolo creazionale del sapere e del lavoro nella realizzazione di questa umanità e delle sue finalità. L'IA va vista dunque vista come mezzo tecnologico da sviluppare restando nell'alveo dell'appropriatezza rispetto a queste finalità. Comunque resta l'impressione che nonostante lo sforzo di avvicinarsi a questo settore tecnologico con strumenti concettuali e un approccio validi, la conoscenza rispetto alle applicazioni dell'IA si mantenga ancora a un livello inaugurale e che vada ulteriormente sostanziata. Non un tecnologo o uno scienziato compaiono fra i firmatari. Segno evidente di una sfida aperta che è quella di proseguire l'elaborazione per rendere ancora più pubblico il pensiero evangelico.


A cura dell’Ufficio stampa dell’Alleanza Evangelica Italiana
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Redazione: Lucia Stelluti, Chiara Lamberti, Leonardo De Chirico, Giovanni Marino, Stefano Bogliolo, Sergio De Blasi, Carine Francq.

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