Ideaitalia - Nuova serie, Anno III · n. 15 · 10 maggio 2019

SPECIALE EUROPA
In vista delle elezioni del Parlamento Europeo (26 maggio 2019)

Elezioni europee (I): un dossier dell’Alleanza Evangelica Europea

Per un voto consapevole

Roma (AEI), 9 maggio 2019 – In vista delle elezioni del Parlamento europeo (26 maggio 2019), l’Alleanza Evangelica Europea ha predisposto un dossier dedicato (in inglese) che contiene molti materiali utili. Nell’introduzione si legge che “negli ultimi anni il Parlamento europeo ha discusso temi riguardanti la nostra privacy, l’ambiente, il settore energetico, le migrazioni e i rifugiati, la lotta al terrorismo, i visti, il controllo delle frontiere, lo sviluppo dei diritti umani e molto di più!”. Per queste e altre ragioni, partecipare alle elezioni è importante per esprimere un voto consapevole. Il dossier contiene saggi e schede sulla secolarizzazione della politica, le dinamiche della politica europea, i populismi e i nazionalismi risorgenti rispetto all’identità europea, la dogmatizzazione dei valori liberali, ecc.

Nel messaggio introduttivo, il segretario generale dell’AEE, Thomas Bucher, scrive: “Queste elezioni hanno luogo in un periodo d’incertezza e di divisione lungo tutto il nostro continente. Possa il Signore darci saggezza per capire il nostro tempo e sapere cosa fare, percependo la Sua prospettiva sulle nostre nazioni e sul nostro continente affinché possiamo essere una benedizione con le nostre preghiere, il nostro pensiero, il nostro voto e la nostra azione”.

In vista delle elezioni, l’AEE incoraggia:

  • La preghiera non di parte per le nostre nazioni ed il nostro continente
  • La riflessione biblica sui valori cristiani, ascoltando le opinioni altrui e facendosi domande di fondo
  • La sfida alla menzogna, alla mancanza di rispetto e all’idolatria
  • Lo studio dei manifesti elettorali ed l’esercizio del voto. (LDC)

Elezioni europee (II): Quale futuro per l’Europa?

Il documento AEI del 2003

Roma (AEI), 7 maggio 2019 – Nel 2003, mentre i lavori della Convenzione europea tendevano a disegnare l’architettura istituzionale dell’Unione, l’Alleanza Evangelica Italiana cercò di inserirsi nel dibattito, sintetizzando la propria visione in “Un contributo evangelico ai lavori della convenzione europea”.

Prendendo stimolo ed orientamento da alcuni documenti significativi dell’evangelismo contemporaneo quali il Patto di Losanna, §§ 5 e 13 (1974), la Lettera di Basilea su chiesa e nazione (1976), la Dichiarazione di Hoddesdon per uno stile di vita semplice, §§ 4,6 e 7 (1980), la Dichiarazione di Oxford su cristianesimo e economia (1994) e il manifesto Speranza per l'Europa (2002), l’Alleanza Evangelica Italiana ebbe il coraggio di pronunciarsi in maniera concreta su temi generalmente ritenuti avulsi dalla vocazione cristiana di lavorare per il bene della città.

Il contributo, suddiviso in tre punti fondamentali, in cui veniva sottolineata la necessità di (1) riconoscere una base di valori di riferimento, (2) di scegliere il modello federale e rispettare la sovranità di ciascuna sfera e (3) di promuovere una sede istituzionale di confronto tra le sue istituzioni e le varie espressioni religiose del continente, era in grado di prendere in considerazione tutti gli aspetti fondanti per una costruzione solida. Si auspicava infatti un’istituzione che fosse in grado di garantire le libertà fondamentali dei suoi cittadini, senza sminuirne l’identità e la responsabilità.

Pur essendo trascorsi ormai sedici anni dalla sua presentazione, il documento esprime una sorprendente attualità, sia per la pertinenza dei suoi contenuti, sia per un certo immobilismo del mondo evangelico europeo che, nonostante diversi sforzi per incidere su orientamento e scelte dell’Unione, non sembra tuttora di essere in grado di proporre un’alternativa che ne metta in discussione gli assetti istituzionali. (SDB)


Elezioni europee (III): Vademecum per orientarsi

Quattro domande sull’Europa

Roma (AEI), 9 maggio 2019 – Come orientarsi di fronte ai tanti schieramenti in campo, candidati e programmi che si contendono il voto per il Parlamento europeo? Ecco alcune domande che possono orientare la riflessione e la preghiera. Per ulteriori approfondimenti, cfr. oltre al documento AEI “Un contributo evangelico ai lavori della convenzione europea” (2003) anche l’altro documento AEI: “Riformare l’Europa ma come?” (2017).

1. Di quale Europa parliamo?
Di per sé “Europa” può voler dire tutto e niente. Anche la parola “integrazione” è ambigua e può portare in direzioni molto diverse: una concentrazione di potere in un super-stato europeo, l’omologazione delle differenze, l’interventismo delle istituzioni europee in molte materie, ecc. Uno dei compiti delle elezioni è di indicare quale visione istituzionale di Europa i cittadini hanno. Nel dibattito sull’Europa chi parla di “integrazione” senza specificare l’architettura istituzionale non aiuta a capire la visione di Europa. Qualcuno parla di “federazione” europea: un patto tra stati che riconoscono alla federazione alcuni e pochi compiti in comune: politica estera, difesa comune, moneta, investimenti e progetti continentali, cornice valoriale. Per il resto tutto viene lasciato agli stati membro. Uno dei problemi dell’Europa attuale è che essa è cresciuta in modo “disordinato”, senza una visione d’insieme e senza un modello istituzionale di riferimento. Si può pensare ad un superamento della confusione attuale con l’indicazione del modello federale come il futuro dell’Europa? Chi parla di federalismo europeo?

2. Quale affidamento all’Europa?
Nella campagna elettorale, si leggono programmi e proclami che invocano l’Europa per intervenire in tutti i campi possibili: educazione, diritti sociali, disoccupazione, migrazioni, dimensioni dei prodotti, ecc. Ogni intervento europeo significa maggiore tassazione (per pagare i servizi che l’Europa viene chiamata a svolgere) e maggiore burocrazia (per implementarli). Tutto ciò risulta in una crescita della macchina europea fatta di burocrati senza mandato popolare e rappresentanza politica. Più Europa non significa Europa invadente, interventista, che occupa gli spazi delle comunità locali e nazionali. Nemmeno si può invocare l’Europa come se fosse la speranza “redentiva” di ogni male.

All’Europa vanno affidati pochi e chiari compiti comuni, senza sovraccaricarla di aspettative che implicano la crescita incontrollata del suo potere. Qualcuno degli schieramenti ha una chiara idea dei compiti specifici da riconoscere all’Europa e dei loro limiti, lasciando ai corpi intermedi (famiglie, comunità locali, stati nazionali) la maggior parte delle responsabilità?

3. Quali valori per l’Europa?
Priva di architettura istituzionale e guidata da prevalenti interessi economici/finanziari, l’Europa si è per così dire dimenticata dei suoi valori o di quelli che dovrebbero sottostare al patto tra i popoli europei. In tempi di crisi economica e di paura diffusa dovuta a cambiamenti epocali, sono prevalsi le visioni riduttive e conflittuali della vita comune. Questa “dimenticanza” è alla base dell’esplosione degli egoismi. Pensando al futuro, esiste una base di valori comuni su cui poggiare la costruzione delle istituzioni europee? Chi fa riferimento alla “Carta globale della coscienza” (2012), importante documento promosso da personalità evangeliche a livello internazionale, quale piattaforma valida per un patto di civiltà che possa valorizzare l’unità e rispettare le diversità nella società europea plurale? Tra i rischi di secolarizzazione e di confessionalizzazione dei valori, chi parla e promuove uno “spazio civico” in grado di tenere insieme la pluralità europea? Ad esempio, chi fa della libertà religiosa un punto qualificante del proprio programma?

4. Quale dialogo in Europa?
Se l’Europa ha un senso nel mondo globale presente e futuro, essa dovrà attivare e consolidare istituzioni e pratiche in grado di favorire il dialogo civile tra le varie componenti della società: minoranze e maggioranze, nativi e stranieri, residenti e popoli in transito, società civile e comunità di fede, imprese e sindacati, ricerca e investimenti, banche ed economia reale, realtà locali e nazionali, ecc. Il merito e il metodo delle decisioni europee devono essere il frutto di una prassi di dialogo nella società che eviti i riduzionismi, i localismi, le visioni semplicistiche, la mentalità del “noi contro loro” e le soluzioni meramente muscolari. Quali schieramenti oggi valorizzano il dialogo come metodo europeo di tenere insieme le diversità del continente per rappresentare la sua unità? (a cura del Consiglio Federale Esecutivo dell’Alleanza Evangelica Italiana).


Elezioni europee (IV): soggetti di preghiera

Per incoraggiare l’intercessione

Roma (AEI), 10 maggio 2019 – Il compito dei cristiani è quello di intercedere per le autorità e di contribuire alla vita pubblica per favorire una vita modesta e giusta. Ecco alcuni spunti che possono essere usati per animare incontri di preghiera in vista delle elezioni europee:

  • Ringraziamo Dio per la sua sovranità sulle nazioni europee e sulla storia europea e affidiamoci a Lui che, nonostante il peccato e i suoi effetti devastanti, non mancherà di dare occasioni all’Europa di essere esposta alla buona notizia di Gesù Cristo e di essere impattata dalla potenza dello Spirito Santo;
  • Ringraziamo il Signore per i decenni di pace e relativa prosperità che l’Europa ha vissuto dal Secondo dopo guerra in poi;
  • Preghiamo per una stagione di rinnovata e partecipata riflessione sul futuro dell’Europa e per il contributo degli evangelici a questa riflessione affinché sia caratterizzato dal desiderio di tenere insieme la tensione evangelistica e la chiamata a cercare il bene della città.
  • Intercediamo per i rappresentanti del Parlamento che saranno eletti e per le istituzioni europee che saranno rinnovate in seguito alle elezioni: che abbiano timor di Dio e agiscano con giustizia;
  • Preghiamo per coloro che pagano il prezzo più alto della crisi economica e delle tensioni in corso affinché siano spinti a cercare il Signore mentre lo si può trovare e abbiano la chiesa evangelica al loro fianco che annuncia l’evangelo, testimonia i valori del regno di Dio ed intercede per il prossimo.
  • Preghiamo affinché dall’Europa parte una nuova stagione di riforma e rinnovamento secondo l’evangelo a beneficio di tutto il mondo.

Asia Bibi libera di lasciare il Pakistan

La donna cristiana riunita alla sua famiglia in Canada

Roma (AEI), 9 maggio 2019 – Dopo una lunga battaglia per la libertà, sostenuta anche dall’Alleanza Evangelica Italiana, Asia Bibi è stata in grado di lasciare il Pakistan e trovare sicurezza in Canada, uno dei paesi che le avevano offerto asilo. La donna, che ha trascorso 9 anni in prigione dopo essere stata falsamente accusata di blasfemia contro l'Islam, è stata liberata a novembre 2018, ma per sei mesi è stata tenuta in una località segreta in Pakistan e solo ora ha potuto raggiungere le figlie ed il marito precedentemente arrivati in Canada.

L’Alleanza Evangelica Italiana aveva seguito il caso di Asia Bibi, partecipando a varie iniziative di sensibilizzazione nel 2018 e il presidente Giacomo Ciccone aveva già dichiarato: “Siamo grati al Signore per la notizia dell’assoluzione confermata di Asia Bibi. Accanto alle preghiere, anche le iniziative concrete intraprese in Italia sono state utili a mantenere alta l’attenzione su questi casi e a favorire l’impegno fattivo degli evangelici per la difesa della libertà religiosa nel mondo”. (CL)


A cura dell’Ufficio stampa dell’Alleanza Evangelica Italiana
Tel. redazione: (+39) 333 8558174
e-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
www.alleanzaevangelica.org
Redazione: Lucia Stelluti, Chiara Lamberti, Leonardo De Chirico, Giovanni Marino, Stefano Bogliolo, Sergio De Blasi, Carine Francq.

Le opinioni espresse su Ideaitalia sono esclusivamente dei loro autori, e non impegnano pertanto necessariamente l’AEI. I testi possono essere ripresi liberamente citando la fonte.

Un’informazione che forma non può essere un compito di pochi: ha bisogno anche del tuo sostegno. Sostieni Ideaitalia:
Banca: UFFICIO PPTT DISTRETTO ROMA
Agenzia: POSTE CENTRO
Via Marmorata, 4,  00153 Roma
IBAN: IT64N0760103200000046728002      
SWIFT CODE: BPPIITRRXXX