Ideaitalia - Nuova serie, Anno II · n. 24 · 12 settembre 2018

Migranti e nuovi italiani nelle chiese evangeliche italiane

Il 15 settembre a Roma presso la Chiesa Apostolica di via Galvani

Roma (AEI), 11 settembre 2018 – Mentre il tema dell’accoglienza è di nuovo al centro della discussione culturale e politica, l’AEI riapre un tavolo di dialogo tra le chiese evangeliche e i tanti credenti di fede evangeliche che già sono inseriti nelle chiese italiane o che formano comunità etniche. Sabato 15 settembre presso la Chiesa Apostolica di via Galvani 56 (dalle ore 13.00 alle ore 18.00) si terrà un interessante incontro a cui è prevista la partecipazione di rappresentanti di chiese evangeliche etniche e italiane.

 

Il programma prevede un pranzo a buffet con specialità etniche; interventi dei rappresentanti delle comunità evangeliche presenti in Italia; dialogo plenario su sfide ed opportunità nel cammino di integrazione e di mutuo sostegno nell’opera dell’evangelo in Italia. Prevista la presenza, tra l’altro, di responsabili di chiese romene, etiopi, bengalesi, sinti, latinoamericane, ecc.  L’Alleanza ha già avviato la riflessione negli anni scorsi con documenti sulle responsabilità dell’accoglienza e sulle sfide di vivere la presenza di stranieri tra noi in modo cristiano. (GC)


Avvicendamento alla direzione di OM Italia

Nuovo ruolo per Davide Bogliolo

Roma (AEI), 12 settembre 2018 – Sarà Davide Bogliolo il nuovo direttore di Operazione Mobilitazione in Italia a partire da gennaio 2019. OM è un’agenzia missionaria fondata da George Verwer e altri negli Anni 50, presente in Italia dagli Anni Sessanta a sostegno dell’evangelizzazione, della fondazione di chiese e, più recentemente, della testimonianza in campi quali il ministero tra i profughi e le persone imprigionate nella tratta umana.

“Ho accettato la proposta di diventare il nuovo direttore di OM Italia a partire da gennaio prossimo, ricevendo il testimone da Christian Pilz, che negli ultimi anni è stato per me un mentore e un grande punto di riferimento come leader, ma soprattutto come amico e fratello nella fede”. Davide Bogliolo è anche il coordinatore dell’Alleanza Evangelica Italiana per il Centro e Sardegna e quindi membro del Consiglio esecutivo federale dell’AEI.


Il bene della città anche in contesti di esilio

Una tavola rotonda alle Giornate teologiche 2018

Roma (AEI), 10 settembre 2018 – “La ricerca del bene della città è un imperativo della visione cristiana anche in contesti di esilio”. Con queste parole Giuseppe Rizza, coordinatore AEI del distretto Nord-est, ha introdotto la sua relazione alle Giornate teologiche svoltesi a Padova presso l’Istituto di Formazione Evangelica e Documentazione dal 7 all’8 settembre. Il tema delle Giornate era incentrato sul profeta Geremia e ha visto il susseguirsi di relazioni su vari testi del profeta portate da pastori e studiosi italiani. Nell’ambito dei lavori, si è tenuta anche una tavola rotonda sulla celebre lettera del profeta Geremia agli esiliati (cap. 29). Alla tavola rotonda, presieduta da Giacomo Ciccone, presidente AEI, hanno partecipato Giuseppe Rizza e Luigino Bruni, economista della LUMSA.

Nel suo intervento, Rizza ha ricordato come il Dio d’Israele, essendosi stretto ad un patto con il suo popolo, non è tuttavia un Dio territoriale. Egli è fedele anche se il suo popolo non lo è e, a causa del peccato, si trova a vivere in una condizione di esilio fuori dalla terra promessa. Il mandato culturale affidato alla creazione e ribadito nell’alleanza mosaica, rimane la bussola anche in tempi di deportazione: costruire case, abitarle, vivere la vita e cercare la shalom della città. Attualizzando e applicando l’insegnamento di questo testo di Geremia, Rizza ha ricordato alcuni pilastri del pensiero sociale evangelico: la distinzione dello stato dalla chiesa e la limitazione dei poteri del primo; la chiamata della chiesa ad essere una comunità inserita nel contesto della città ma distinta sul piano della convinzioni e della qualità della vita; la necessità di un contesto che favorisca il pluralismo e la libertà personale. (AP)


L’impegno globale degli evangelici tra diritti e giovani

Il segretario generale WEA incontra il capo delle Nazioni Unite

Roma (WEA), 10 settembre 2018 – Il segretario generale dell’Alleanza Evangelica Mondiale (WEA) Efraim Tendero ha incontrato il segretario generale delle Nazioni Unite (ONU) António Guterres presso il quartier generale dell’ONU a New York per discutere di diritti umani, libertà religiosa e di questioni sociali. La WEA ha già una lunga tradizione nell’impegno con numerosi organismi e agenzie delle Nazioni Unite essendo in possesso dello status di consulente speciale nel Consiglio economico e sociale delle Nazioni Unite (ECOSOC), e servendo in questo modo circa 600 milioni di evangelici in oltre 120 paesi.

Accogliendo Tendero e una delegazione della WEA nel suo ufficio, Guterres ha espresso il suo apprezzamento per la WEA, di cui ne è personalmente venuto a conoscenza quando, in precedenza, era stato Alto Commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati dal 2005 al 2015 a Ginevra, dove l'Ufficio della WEA, che lavora con le Alleanze evangeliche regionali e nazionali, fornisce costantemente rapporti dettagliati sui diritti umani di ogni stato membro dell'ONU. Guterres ha anche riconosciuto il ruolo svolto dagli evangelici nel servire i bisogni dei rifugiati che arrivano in Europa.

Tendero ha condiviso la preoccupazione del mondo evangelico per i cristiani i cui diritti vengono violati presentando le risposte che la Commissione per la libertà religiosa della WEA prova a fornire. Ha inoltre messo a conoscenza Guterres del lavoro sulla tratta di esseri umani della WEA e della collaborazione con gruppi sia cristiani che della società civile, specialmente in paesi in cui i giovani sono intrappolati da forme moderne di schiavitù, come la prostituzione. Infine, Tendero ha anche condiviso il programma dell’imminente Jesus Global Youth Day, che verrà celebrato nell'agosto 2019 a Manila e che è programmato in concomitanza con la Giornata internazionale della gioventù dell'ONU. Ha detto che i riuniti saranno mobilitati anche per adottare alcuni degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG) delle Nazioni Unite come la lotta alla povertà, la disuguaglianza, il tema del clima, del degrado ambientale, della prosperità, della pace e della giustizia. Tendero ha sottolineato la necessità e il potere della preghiera anche in tematiche globali come queste e ha espresso l'impegno della WEA a pregare e ad incoraggiare gli evangelici di tutto il mondo a collaborare per rispondere alle esigenze specifiche delle loro aree. (CL)


Conosciamo le Dichiarazioni evangeliche II (19)

In questa nuova rubrica presentiamo una scheda su ciascun documento contenuto nel volume Dichiarazioni evangeliche II. Il movimento evangelicale 1997-2017, a cura di Pietro Bolognesi, Bologna, EDB 2017.

Ciascuna scheda descrive i principali contenuti delle singole dichiarazioni, nella consapevolezza che esse esprimono una varietà di sensibilità evangeliche  su cui vi possono essere valutazioni diverse (ndr).

Dichiarazione di Bad Urach (2010)

Verso una teologia evangelica della sofferenza, della persecuzione e del martirio

Roma (AEI), 11 settembre 2018 – A cura dell’Alleanza Evangelica Mondiale, la Dichiarazione di Bad Urach mette a tema una questione centrale nella condizione della chiesa globale contemporanea: la realtà della persecuzione. Il nostro secolo è un tempo di accentuata ostilità nei confronti della chiesa in alcune aree del mondo. La chiesa non sembra essere attrezzata a trattare i temi della sofferenza e del martirio. La Dichiarazione è un’ampia trattazione della teologia biblica della persecuzione e un utile strumento per centrare il tema biblicamente e missionalmente.

Per la chiesa contemporanea, è importante fare due cose. Primo, la chiesa deve familiarizzarsi con la teologia biblica della persecuzione, della sofferenza e del martirio. Senza eroismi, dolorismi e sentimentalismi, ma anche contro l’imborghesimento della fede, occorre fare i conti con il dato della sofferenza per Cristo che è iscritto in modo costitutivo nella sequela evangelica. Rispetto a questa, non ci sono scorciatoie o altri percorsi per i discepoli di Cristo. I tempi e le modalità, l’intensità e l’impatto saranno diversi e a macchia di leopardo, ma il “programma” della vita cristiana è quello sino alla seconda venuta del Figlio di Dio. Secondo, oltre alla preghiera e alla solidarietà, la chiesa deve pensare alla chiesa perseguitata in modo consapevole rispetto alle questioni di sistema. Deve, cioè, metabolizzare la cultura della libertà religiosa, diventando portavoce di chi ne è privo e promotrice di assetti più avanzati ovunque se ne riscontrino di inadeguati. Dovrebbe essere un segnale preoccupante vedere tanto interesse per la chiesa perseguitata se scarso è l’interesse per il tema della libertà religiosa. I due, invece, vanno insieme. Dove c’è il primo, c’è anche il secondo perché in mezzo c’è una chiesa che, ubbidendo al suo Signore, svolge un ruolo sacerdotale nella preghiera d’intercessione, svolge un ruolo profetico nella denuncia del peccato e svolge un ruolo regale nel farsi interprete di un’istanza insopprimibile di libertà. (LDC)


A cura dell’Ufficio stampa dell’Alleanza Evangelica Italiana
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Redazione: Lucia Stelluti, Chiara Lamberti, Leonardo De Chirico, Giovanni Marino, Stefano Bogliolo, Sergio De Blasi, Carine Francq.

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