Ideaitalia - Nuova serie, Anno I · n. 2 · 28 febbraio 2017

AEI in assemblea annuale il 1 luglio 2017

Le date e il programma dell’Assemblea AEI

Roma (AEI), 28/02/2017. Si terrà sabato 1 luglio 2017 l’annuale assemblea dei soci dell’Alleanza Evangelica Italiana. Quest’anno ci saranno numerose particolarità. Intanto sarà un’assemblea elettiva in quanto verranno elette le figure del Presidente, Vice-Presidente e del Segretario Generale. In secondo luogo, vista la concomitanza del V centenario della Riforma protestante, nella mattinata di sabato si terrà una tavola rotonda sul senso della testimonianza evangelica oggi. Terzo, l’Assemblea darà il benvenuto ad un ospite di eccezione, Ravi Zacharias, apologeta di fama mondiale, che terrà una conferenza pubblica venerdì 30 giugno e parteciperà ad un incontro di evangelizzazione in una piazza romana nel primo pomeriggio di sabato 1 luglio. Ecco in sintesi il programma di massima mentre a breve seguiranno dettagli più precisi.

  • Venerdì 30 giugno sera: Conferenza di Ravi Zacharias;
  • Sabato 1 luglio mattina: Assemblea & tavola rotonda sulla testimonianza evangelica oggi;
  • Sabato 1 luglio pomeriggio: evangelizzazione in piazza a Roma con Ravi Zacharias e altri.

Ravi Zacharias all’assemblea annuale dell’AEI

Una celebrazione pubblica dell’evangelo in occasione del V centenario della Riforma

Roma (AEI), 28/02/2017. Una celebrazione dell’evangelo incentrato sul Sola Scrittura, Solo Cristo e Sola grazia a cinquecento anni dalla Riforma protestante culminante in un’occasione di testimonianza pubblica dell’evangelo. Questo è il tema dell’assemblea annuale dell’Alleanza Evangelica Italiana che si svolgerà a Roma venerdì 30 giugno e sabato 1 luglio. Ospite internazionale dell’assise sarà Ravi Zacharias, uno dei più capaci e benedetti apologeti contemporanei della fede cristiana. In italiano di Zacharias sono disponibili i seguenti titoli: Perché tra i tanti proprio Gesù?; Può l’uomo vivere senza Dio?; Luce nell’ombra della Jihad.

L’intenso programma del fine settimana prevede una conferenza pubblica di Ravi Zacharias venerdì 30 giugno aperta a tutti; l’assemblea AEI si terrà il sabato 1 luglio mattina seguita da una tavola rotonda sul senso della testimonianza evangelica a 500 anni dalla Riforma protestante. Nel primo pomeriggio di sabato 1 luglio ci sarà una manifestazione pubblica in una piazza di Roma con un intervento conclusivo di Ravi Zacharias con l’obbiettivo di testimoniare che la salvezza è solo in Cristo, sulla base dell’evangelo biblico, in forza della grazia divina ricevuta per fede ed in vista della gloria di Dio e del bene del prossimo.  A breve sarà diramato il programma dettagliato.


Assemblea AEI (30/6-1/7), una festa dell’evangelo in piazza

Ciccone: “Non c’è modo migliore di celebrare la Riforma”

Roma (AEI), 28/02/2017. “Quale modo migliore di celebrare il quinto anniversario della Riforma se non testimoniare in una piazza italiana la potenza liberante dell’evangelo di Gesù Cristo?”. Con queste parole Giacomo Ciccone, presidente dell’Alleanza Evangelica Italiana, presenta la prossima assemblea AEI collegata all’evento di testimonianza pubblica. “In questo anno in cui ci saranno molte occasioni di rievocazione storica e di taglio accademico, abbiamo pensato che il popolo evangelico dovesse avere anche un’occasione di evangelizzazione pubblica nel segno della Riforma”. “In Italia la Riforma ha avuto un impatto limitato, negativamente condizionato dall’Inquisizione romana. Quello che i nostri padri e madri nella fede avrebbero voluto continuare a fare, cioè predicare l’evangelo pubblicamente, noi lo faremo in una piazza romana”.

Commentando la presenza di Ravi Zacharias, grande apologeta evangelico contemporaneo, Ciccone ha affermato: “la Riforma fu un grande movimento di difesa dell’evangelo; Ravi Zacharias ci aiuterà ad apprezzare questa bella eredità e a rilanciarla nel nostro tempo”. In vista dell’evento in piazza il presidente AEI ha auspicato che il popolo evangelico sostenga questa iniziativa partecipando in massa alla testimonianza pubblica. “Sarebbe bello poter avere una presenza corposa di evangelici italiani per affermare tutti insieme la verità liberante dell’evangelo di cui la nostra Italia ha disperato bisogno”.

Sabato 4 marzo si terrà un incontro organizzativo a cui l’AEI ha invitato i rappresentanti di chiese ed opere evangeliche italiane.


Soddisfazione per la liberazione in Sudan di Petr Jasek, evangelico di nazionalità ceca

L’impegno dell’AEI per il Sudan

Roma (AEI, Italians for Darfur), 28/02/2017 - Il presidente sudanese Omar al-Bashir ha finalmente ordinato il rilascio di Petr Jasek, un missionario evangelico di nazionalità ceca imprigionato nel dicembre 2015 con l’accusa di spionaggio e di cospirazione contro il governo. Jasek era stato tenuto in carcere per otto mesi prima di subire un processo legale e poi condannato dalla corte a ventiquattro anni. Jasek si era recato in Sudan per aiutare i cristiani locali, ma è stato fermato perché secondo le autorità sudanesi era entrato nel Paese illegalmente dal vicino Sud Sudan. Ieri il Ministro degli Esteri sudanese Ibrahim Ghandour ha convocato un meeting con il suo omologo ceco Lubomir Zaoralek e ha dichiarato che il prigioniero sarebbe stato rilasciato grazie ai buoni rapporti che intercorrono tra i due paesi. Del caso di Petr Jasek si era parlato proprio lo scorso venerdì (24/2) durante la presentazione del rapporto annuale sulla situazione in Sudan tenutasi presso la Federazione Nazionale della Stampa Italiana. Nella conferenza stampa, organizzata dalla Antonella Napoli presidentessa di Italians for Darfur, c’è stato un momento in cui si è parlato della negazione del diritto alla libertà religiosa nel Paese africano. La portavoce dell’Alleanza Evangelica Italiana, Chiara Lamberti, ha infatti presentato il caso di Jasek e dell’impegno dell’AEI per la libertà religiosa nel mondo. Due mesi fa, l’AEI aveva inviato una lettera all’ambasciatrice del Sudan in Italia affinché Jasek fosse liberato. L’Alleanza Evangelica Italiana e Italians for Darfur esprimono soddisfazione per la conclusione della vicenda di Jasek, anche se mantengono alta l’attenzione per i tanti casi di violazione dei diritti civili che si registrano in Sudan.


No alla discriminazione dei medici obiettori, sì alla tutela sociale della maternità

L’Alleanza Evangelica sull’esclusione dei medici obiettori

Roma (AEI), 28/02/2017.  In merito alla decisione di un ospedale di Roma di indire un bando riservato a medici  non obiettori da destinare alla pratica dell'interruzione di gravidanza, l'Alleanza Evangelica Italiana manifesta sconcerto e preoccupazione, non solo perché essa costituisce una discriminazione nei confronti dei medici obiettori e una violazione del principio di uguaglianza sancito nella Costituzione, ma anche perché si configura come un pericoloso precedente che apre la strada a discriminazioni sulla base di convinzioni religiose ed etiche. Asservire strutture sanitarie pubbliche ad una sola componente culturale, qualsiasi essa sia, rappresenta sempre una falsa soluzione.

L’AEI, ricordando quanto affermato nel 2010, esorta piuttosto a valorizzare il ruolo dei consultori, quali luoghi di ascolto e dialogo dove dare attuazione alla tutela sociale della maternità e alla cui attività – in accordo con l’Art. 2 della legge 194/78 - possono contribuire corpi intermedi quali associazioni e organismi, espressione della società civile italiana.


Evangelici europei per i rifugiati

L’incontro annuale del Refugee Highway Partnership

Roma (EEA-AEI), 28/02/2017.  Dal 5 al 10 febbraio 2017 si è svolta a Budapest la conferenza di Refugee Highway Partnership (RHP). Il network di chiese, enti, associazioni e missioni  lavora da tempo per dare una risposta concreta alla crisi globale dovuta alle massicce migrazioni che vedono le nostre città incapaci di aiutare seriamente i rifugiati. L'evento ha riunito circa 200 rappresentanti di diverse organizzazioni e ministeri evangelici per i rifugiati in Europa. Per una settimana intera i rappresentanti hanno ampiamente discusso e studiato il fenomeno mantenendo uno spirito di preghiera per i paesi del vecchio continente che devono imparare a gestire il fenomeno migratorio. Tra i diversi focus c’è stato quello che si è concentrato sull’individuare soluzioni e modalità di gestione dei minori non accompagnati che affollano i campi per rifugiati. La protezione e la salvaguardia di questi bambini è una necessità e responsabilità che dovrebbe veder coinvolte le chiese ed ogni credente singolarmente. Ci sono stati anche seminari che si sono concentrati sulla gestione delle risorse economiche delle chiese in vista di iniziative a favore dei rifugiati e per sponsorizzare campagne di sensibilizzazione. La preghiera soprattutto per l’Ungheria e la città di Budapest è stata centrale durante tutta la settimana; i partecipanti hanno pregato per le autorità e perché il nostro continente non dimentichi, dopo quasi settant’anni di pace, quello di cui si è stati capaci durante il secondo conflitto mondiale a causa dell’indifferenza e del disprezzo verso chi si considerava straniero.

Dall’Italia presenti operatori evangelici nel campo dell’accoglienza ai profughi in iniziative a Roma, Foggia, Torino e Sicilia.


Nuovo rappresentante dell’Alleanza Evangelica Europea a Bruxelles

Arie de Pater succede a Christel Ngnambi

Arie dePater 200Roma (EEA), 28/02/2017. L’Alleanza Evangelica Europea ha un nuovo rappresentante presso la Commissione Europea di Bruxelles. Arie de Pater, succede a Christel Ngnambi come nuovo rappresentante dell’Alleanza Evangelica Europea presso la Commissione Europea di Bruxelles. Avvocato specializzato in questioni riguardanti la libertà religiosa, ha svolto la sua attività in questo ambito per oltre quindici anni, prima di impegnarsi attivamente nella sede olandese di Open Doors (Porte Aperte) durante gli ultimi dodici anni. In questa veste ha collaborato a stretto contatto con la delegazione dell’Alleanza Evangelica Mondiale (WEA) presso le Nazioni Unite, facendo parte anche della Commissione per la Libertà Religiosa, sia sotto la segreteria di Johan Candelin, sia in quella attuale di Godfrey Yogarajah. “Per me è un grande privilegio mettere a disposizione la mia esperienza, dopo aver servito per anni come avvocato per i nostri fratelli perseguitati, nonché come parte attiva della squadra della WEA” ha dichiarato Arie de Pater, accettando con gioia e responsabilità il nuovo incarico.

L’Alleanza Evangelica Europea esprime la propria soddisfazione nel poter contare sulla serietà e la competenza del nuovo delegato ed allo stesso tempo ringrazia Christel Ngnambi per l’importante attività di sensibilizzazione ed informazione svolta in questo delicato ruolo per oltre dieci anni.


Libertà religiosa difficile in Turchia: una lettera per Andrew Brunson

Un’iniziativa dell’Alleanza Evangelica Mondiale

Roma (WEA-AEI), 28/02/2017. “Ecco il diavolo sta per cacciare alcuni di voi in prigione” (Ap 2,9). Sembra non sia cambiato nulla a Izmir, l’antica Smirne a cui il Signore Gesù,  tramite l’Apostolo Giovanni aveva indirizzato queste parole. Il popolo di Dio vi trova ancora odio e avversione, come testimonia il difficile caso del missionario americano Andrew Brunson, pastore di una chiesa evangelica della città, arrestato nell’ottobre scorso e non ancora rilasciato dalle autorità turche.  L’accusa, “associazione a gruppo terroristico armato”, è tanto pesante quanto improbabile per un uomo che da quasi venticinque anni è impegnato nella testimonianza e diffusione dell’Evangelo in Turchia.
 
Sicuri dell’estraneità di Brunson a questa grave calunnia, la WEA (Alleanza Evangelica Mondiale), insieme alla WRF (Comunione Riformata Mondiale, di cui Brunson fa parte) e ad altre agenzie evangeliche in tutto il mondo, si sono mobilitate presso le autorità turche per sollecitarne la scarcerazione. In particolare è stata preparata e messa a disposizione una lettera nella quale si chiede esplicitamente ad Ankara di fare tutto il possibile per riconoscere l’innocenza del missionario americano.  Chiunque abbia a cuore il rispetto della libertà religiosa e desideri la scarcerazione di Andrew Brunson, può contribuire inviando il testo in inglese dal sito di Voice of Martyrs (https://www.vomcanada.com/brunson.htm) all’indirizzo indicato.

La situazione generale in Turchia non è comunque migliore di quella di Izmir. È di questi giorni il rapporto annuale sulla violazione dei diritti umani, pubblicato dalle chiese protestanti in Turchia, dal quale emerge un quadro preoccupante per il progresso del Vangelo in tutta la nazione. L’odio verso i cristiani non è nascosto e si manifesta spesso attraverso attacchi ai locali di culto, ma anche con stratagemmi burocratici per impedire riunioni, programmi di formazione e pubblicazioni. Rimane comunque incoraggiante l’incremento della popolazione evangelica nella nazione. I cristiani resistono nel combattimento per il Regno di Dio e negli ultimi anni il loro numero ha toccato quota cinquemila che, pur rappresentando solo lo 0,006 percento della popolazione, evidenzia un incoraggiante crescita.


Scheda libro

Fulvio Ferrario, Il futuro della Riforma, Torino, Claudiana 2016, pp. 195.

il futuro della riforma 250Nell’anno del quinto centenario della Riforma, molta attenzione è concentrata sul passato. Cosa è successo cinquecento anni fa? E da lì in avanti? Sono tutte domande legittime e necessarie. Questo libro, tuttavia, sposta l’attenzione sul futuro. La Riforma ha sicuramente un passato, ma c’è un futuro per la Riforma? La domanda è posta dall’A., teologo valdese. Essa parte da un’ampia analisi del presente della cultura occidentale segnata dai fenomeni della post-secolarizzazione, della religiosità liquida e comunque del cambiamento dei codici religiosi tradizionali. Quali prospettive ha la Riforma in questo scenario che pone sfide consistenti alla fede evangelica?

Per rispondere, oltre all’analisi del presente, è richiesta chiarezza su cosa sia il cuore della Riforma. L’A. ne parla di “progetto pastorale” incentrato sulla Parola annunciata, la chiesa come creatura della Parola, la centralità di Cristo e la responsabilità del cristiano. Conclude sostenendo la “suggestiva inattualità della Riforma”, così distante dal nostro secolo eppure con la possibilità di essere un’intrigante presenza nel grande calderone della contemporaneità.  La sua prospettiva è interna alle chiese protestanti “storiche” caratterizzate dal fenomeno dello spopolamento ecclesiastico e dalla ricerca di soluzioni per mantenere una minima sostenibilità. Per l’A. il futuro della Riforma sembra essere allora un progetto di una minoranza di credenti legata alla propria storia e dentro una società aperta in cui salvaguardare la ricchezza di una memoria e mantenendo una sorta di “riserva” della fede.

Il testo è pieno di analisi brillanti e spunti interessanti meritevoli di essere meditati anche dagli evangelici che non si riconoscono nel percorso delle chiese “storiche”. Non stupisce l’assenza dalla visione dell’A. di alcune parole chiave per pensare biblicamente un futuro per la Riforma: non esiste, ad esempio, un riferimento significativo all’evangelizzazione. Si parla di annuncio della Parola, ma tutto sembra essere legato all’annuncio nella chiesa e per la chiesa, al massimo in senso lato verso la “cultura” da cui si pretende rispetto visto che se ne condividono molte strutture di plausibilità. La domanda è: ha senso il futuro della Riforma come mantenimento di una realtà ecclesiastica residuale? Che significato può avere la Riforma se è sganciata dalla visione missionaria di annunciare l’evangelo biblico a tutti, denunciando le storture del peccato personale e strutturale, presentando l’esclusività di Cristo per la salvezza, la necessità del ravvedimento e della fede, ed aspettandosi cammini di conversione e di discepolato in forme vocazionali ed ecclesiali virtuose?

La Riforma ha futuro solo se sarà missionaria. Altrimenti rischia di diventare un esercizio religioso dedicato alla manutenzione di strutture declinanti. Per fare questo occorre tornare alla domanda su cosa sia stato centrale per la Riforma. Sicuramente la Bibbia come Parola di Dio ha animato l’afflato teologico della Riforma. L’A., tuttavia, riguardo alla Bibbia, sostiene che “Il testo non è la Parola di Dio in quanto tale, ma lo diventa, ad opera dello Spirito santo nell’evento dell’annuncio” (p. 35, enfasi nel testo). Con questa visione dialettica della Parola di Dio come si può avere il coraggio di annunciare al mondo un messaggio scomodo eppure vero qual è l’evangelo biblico?


A cura dell’Ufficio stampa dell’Alleanza Evangelica Italiana
Tel. redazione: (+39) 333 8558174
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Redazione: Lucia Stelluti, Chiara Lamberti, Leonardo De Chirico, Giovanni Marino, Stefano Bogliolo, Sergio De Blasi, Carine Francq.

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