La libertà religiosa prossima ventura?

Approfondimenti su una proposta di legge per la prossima legislatura

Roma (AEI), 11 gennaio 2018 – Si è parlato di libertà religiosa in Italia alla Sala del Refettorio della Camera durante un seminario organizzato dai parlamentari Rostellato e Lacquaniti.  Dopo l'introduzione al testo di legge proposto, c'è stata la tavola rotonda moderata dall'On. Lacquaniti cui ha partecipato anche Giacomo Ciccone, presidente AEI, insieme ad altre personalità delle comunità di fede italiane.

Ciccone, dopo una breve presentazione dell'Alleanza come il ramo conservatore (inteso teologicamente, non politicamente) del protestantesimo, ha informato dell’azione appena conclusa a favore della libertà religiosa in Kazakistan. Ringraziando gli estensori del progetto di legge, ha riconosciuto il coraggio politico del proponimento per aver pensato ad un'azione coordinata oltre gli steccati dei partiti e con il coinvolgimento delle comunità di fede. Apprezzando alcuni pilastri della legge ha offerto una serie di possibili piste di miglioramento: - nella scuola pubblica suggerendo di evitare la chimera della "giustapposizione" in tema di Insegnamento religioso a vantaggio di spazi integrativi spesso inconcludenti e discriminatori e, invece, per un deciso superamento del "confessionalismo culturale";
- sul pluralismo dell'informazione religiosa nel servizio pubblico e nei  media, ricordando la strana storia protestante di un programma radiofonico iniziato da evangelicali (su richiesta degli alleati) e finito per dare spazio solo al "format" protestante ecumenico;
- sul tema delle scelte non espresse dell'8Xmille, ricordando che pendono dei pareri negativi della Corte dei Conti e spiegando che un atteggiamento lungimirante dovrebbe prendere in consegna la responsabilità di un atto di equità e generosità nei confronti dello Stato, in vista del principio di laicità e di una reale sostenibilità a medio lungo periodo del finanziamento (quindi abrogazione di un comma della legge 222 del 1985);
- più in generale suggerendo di allontanarsi  dallo schema giurisdizionalista per spostare quanti più diritti (& doveri)  dal campo della negoziazione stato/confessioni allo spazio del preliminare riconoscimento di principio.