Ancora confusione sui ministri di culto; a quando la piena libertà religiosa?

Efficace l'interrogazione del Sen. Malan

Un'occasione mancata. Rispondendo l'11/9/2105 ad un'interrogazione del sen. Lucio Malan, il Governo italiano per bocca del Sottosegretario Manzione, ha reiterato l'argomento secondo cui un ministro di culto può essere riconosciuto come tale se ha una comunità di almeno 500 membri. In questo modo, le richieste di molti evangelici sono di fatto bloccate.

 

Tale imposizione è del tutto arbitraria, visto che né la legge n. 1159 del 1929, né il Regio decreto n. 289 del 1930, meglio noti come "Legge su culti ammessi", prevedono un limite al numero dei membri per ottenere il riconoscimento. Come ha giustamente osservato Malan nella sua interrogazione, il preteso modello cattolico a cui si sarebbe ispirato tale provvedimento è del tutto fuori luogo e non rispondente alla realtà. Se da un certo punto di vista è comprensibile la difficoltà del Ministero dell'Interno di districarsi nel proliferare continuo di nuove confessioni religiose, il Ministero ha tutti gli strumenti per vagliare la posizione dei richiedenti per evitare di concedere riconoscimento a chi non possegga i requisiti previsti dalla "legge su culti ammessi". Paradossalmente, come ha giustamente rilevato Malan, "oggi vengono ridotti i diritti concessi alle minoranze religiose durante il periodo del Fascismo" .

Spiace che il Governo non abbia voluto prendere atto delle puntuali osservazioni di Malan, usando il solito refrain che da anni viene opposto ad ogni critica, e cioè che il mancato riconoscimento delle nomine non limita affatto l'esercizio della libertà religiosa dei ministri, che possono continuare ad esercitare il loro servizio, dato che in definitiva tale riconoscimento servirebbe "solo" per celebrare matrimoni con effetti civili. Il mancato riconoscimento della nomina, al contrario, rende impossibile il pieno esercizio dell'attività dei ministri; la legge infatti prevede che per essere ammessi a frequentare certi luoghi come carceri e ospedali il ministro di culto debba essere munito del provvedimento di riconoscimento della nomina.

Positivo è stato il cenno del Sottosegretario alla necessità di aggiornare tutta la legislazione sui libertà religiosa che fa acqua da tutte le parti. E' da quarant'anni che si discute di una nuova legge sulla libertà religiosa, ma l'approvazione è sempre passata in secondo piano ed accantonata. Speriamo che dalle parole si passi presto ai fatti. In Italia c'è un dossier libertà religiosa aperto e ciò non è accettabile per un Paese che si dice civile.

Roma, 2 ottobre 2015